Sostegno: anche a Milano la giustizia è un optional
Data: Venerdì, 12 luglio 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Milano – giovedì,
11 luglio 2013
ieri si è tenuto un incontro all'Ufficio Scolastico provinciale di
Milano tra i dirigenti il dott. Petralia e l’ispettore dott. Bruschi ,
il Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 Ottobre”, l'Associazione
Genitori Tosti Onlus e USB Scuola - Lombardia. Di seguito
l'interessante report e la diffida consegnata all'USP.
Incontro con il Direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di
Milano dott. Petralia (presente anche l’ispettore dott. Bruschi).
Mercoledì 10 luglio 2013 – AT Milano – Via Soderini, 24.
L'incontro richiesto al fine di consegnare il documento allegato al
dott. Petralia e al dott. De Sanctis (assente all’incontro e al quale
nei prossimi giorni verrà consegnata una copia) a firma del
Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre”, dell'Associazione
Genitori Tosti Lombardia, dell’USB Scuola Lombardia. Tale documento è
stato elaborato per richiamare gli uffici dell’UST e dell’USR al
rispetto della normativa vigente in merito agli organici di sostegno,
al rapporto fra insegnanti specializzati e studenti con disabilità, al
numero massimo di studenti con disabilità per ogni classe, al numero
massimo di alunni per classe.
Il dott. Petralia ha ribadito più volte che il vincolo di bilancio
imposto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze rende impossibile
attualmente il rispetto della normativa vigente.
RESOCONTO
Si chiede al Dott. Petralia come gli uffici intendono realizzare il
rispetto del rapporto 1:2 fra insegnanti di sostegno e alunni con
disabilità lieve e del rapporto 1:1 nel caso di disabilità gravi, nel
rispetto della legge 104/92 e in considerazione sia delle numerose
sentenze dei TAR risultate favorevoli alle famiglie ricorrenti contro
il MIUR sia della sentenza della Corte Costituzionale (80/2010) che ha
sancito come il diritto all'istruzione degli alunni con disabilità deve
essere considerato prioritario rispetto alle esigenze di bilancio dello
Stato.
Risposta: il rapporto medio nella regione Lombardia si attesta su
1:2,39 con situazioni molto positive come la provincia di Sondrio dove
il rapporto si attesta su 1:1,50 e situazioni più problematiche come
l'area metropolitana di Milano che è, invece, lontana dal rispetto di
questa proporzione. La Lombardia avrebbe bisogno di circa 5.200
insegnanti di sostegno in più oltre all’organico di fatto per
rispettare il rapporto 1:2, ma il Ministero dell'Economia e delle
Finanze non autorizzerebbe mai un tale numero di deroghe. Pertanto il
direttore dichiara che gli ambiti territoriali della Lombardia contano
di risolvere il problema chiedendo il massimo numero possibile di
cattedre in deroga (circa 700), per mantenere almeno inalterato,
rispetto al precedente anno scolastico, il rapporto insegnanti di
sostegno/studenti. L’ufficio scolastico regionale, inoltre,
“riequilibrerà” la distribuzione degli insegnanti di sostegno fra le
varie province ristabilendo maggiore uniformità per l’assegnazione
oraria delle risorse. Il dott. Petralia, però, non chiarisce come e con
quali criteri verrà riequilibrata l’attuale situazione e assicura
solamente che entro la fine di luglio, in seguito all'incontro fra il
direttore regionale dott. De Sanctis e il Ministero, si avranno dati
più certi rispetto alle deroghe (ogni comunicazione in tal senso verrà
pubblicata sul sito).
Si fa notare che il presunto rapporto 1:2,39 per l'area di Milano è del
tutto falso, visto che il rapporto reale tra docenti di sostegno e
alunni con disabilità che riscontriamo nelle scuole milanesi è sempre
molto più alto.
Risposta: il rapporto è dato dalla media della regione e in alcune
province, per esempio Sondrio, le risorse sono maggiori perché in
passato ci sono state politiche volte a favorire alcune zone della
regione rispetto ad altre.
Si fa notare che il meccanismo delle deroghe è fuorviante in quanto non
si tratta di “concedere” cattedre in deroga, ma di rispettare il
dettato costituzionale all’art. 3 e non violare i diritti degli alunni
con disabilità. Non si chiedono in tale situazione delle concessioni o
delle elargizioni individuali, ma il rispetto del diritto allo studio
di tutti gli studenti come da normativa vigente.
Risposta: sebbene la situazione sia oggettivamente grave e sebbene ci
sia una disponibilità dei direttori territoriali nel provare a
richiedere il congruo numero di risorse adeguate, il Ministero
dell'economia e delle finanze non ha alcuna intenzione di concedere al
Ministero dell'istruzione tutte le risorse necessarie per una gestione
ottimale della scuola. Sostiene, inoltre, che i direttori territoriali
si “mettono spesso di traverso” in tutti i casi in cui è possibile
farlo, ma che di fatto, in quanto funzionari dello Stato, non possono
che obbedire a quello che gerarchicamente gli viene imposto. La
distanza tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere è, per il dott.
Petralia, un dato di realtà ineluttabile che non può essere contrastato
dagli USP e dagli USR. Anche di fronte alla vittoria delle sentenze per
i ricorsi al TAR, il dott. Petralia fa notare come a seguito di quei
singoli ricorsi le famiglie che li hanno promossi hanno visto
successivamente riconosciute le adeguate risorse, ma che non bisogna
nascondersi il dato più importante: non si tratta mai dell’attivazione
di risorse aggiuntive bensì di un “gioco delle tre carte” per cui
alcune risorse vengono dirottate da un singolo studente a un altro, in
quanto i vincoli rispetto agli organici assegnati dal Ministero
comunque permangono sulla situazione generale.
Si fa notare che l'assegnazione delle ore di sostegno è del tutto
arbitraria e priva di trasparenza in quanto non sono mai stati
esplicitati i criteri in base ai quali gli uffici scolastici
territoriali distribuiscono le ore alle istituzioni scolastiche.
Risposta: i criteri di assegnazione delle ore fanno riferimento alla
condizione degli studenti in base a una legge più recente della 104
(tuttavia il dott. Petralia rifiuta di citare tale riferimento di legge
con precisione). Inoltre sostiene che non è corretto partire dal
presupposto che gli studenti con disabilità grave abbiano diritto alla
copertura integrale delle 18 ore perché l'insegnante di sostegno non è
assegnato allo studente, ma alla classe e quindi dovrebbe essere il
Consiglio di Classe a predisporre interventi mirati per lo studente con
disabilità.
Si fa notare, senza nulla obiettare al coinvolgimento dei consigli di
classe nella progettazione e nella realizzazione dell’inclusione
scolastica, che tutte le sentenze dei TAR interpretano la legge 104
proprio nel senso della copertura integrale di 18 ore per gli studenti
con disabilità grave altrimenti le famiglie non vincerebbero così tanti
ricorsi…
Risposta: l'operato della magistratura non è affare del Ministero
dell'Istruzione.
Si fa notare che, anche se si volesse intendere l'assegnazione
dell'insegnante di sostegno come risorsa genericamente attribuita alla
classe (e non come è più corretto all’integrazione e all’inclusione
della classe in cui è presente uno studente con disabilità), non
sarebbe in ogni caso possibile “assistere” l'intera classe con il
numero esiguo di ore assegnate attualmente. Quindi l’argomentazione del
dott. Petralia appare fallace dal punto di vista normativo, ma anche
dal punto di vista logico a meno che non si pretenda che i docenti si
investano di un mandato volontaristico a detrimento in ogni caso della
qualità degli interventi educativi e del benessere dei lavoratori della
scuola.
Risposta: il direttore e l'ispettore sostengono che la normativa
(nessun riferimento specifico) pone a 1:2 il rapporto fra insegnanti di
sostegno e alunni disabili, che il compito dell'integrazione ricade sul
Consiglio di Classe e non sul solo insegnante specializzato, pertanto
le richieste di aumento delle ore non sono sempre giustificate perché
il mancato affiancamento del sostegno didattico-educativo anche nelle
situazioni di studenti con disabilità grave si può sopperire con
l’affinamento delle diverse metodologie didattiche.
Si fa notare come la politica complessiva del Ministero sia di ridurre
progressivamente il sostegno tagliando non direttamente sul numero di
insegnanti, ma riducendo gradualmente il numero delle ore assegnate
agli alunni e alle scuole. La recente direttiva sui BES, il richiamo
alle diverse metodologie da mettere in campo nei Consigli di Classe
privi delle necessarie risorse specializzate sul sostegno, l’avvio di
una modalità esclusivamente burocratica di gestione del disagio e delle
difficoltà di apprendimento sono modi puramente formali per diffondere
l'idea che il Ministero sia interessato alla tutela degli studenti più
deboli, ma tutti questi atti nascondono invece una reale volontà di
operare anche sul sostegno un taglio e una riduzione del personale
(anche attraverso l’introduzione dell’organico funzionale a reti di
scuole) a scapito del diritto allo studio degli studenti con
disabilità. Nelle scuole statali spariscono gradualmente figure
professionali come mediatori, esperti della LIS, assistenti per la
comunicazione, educatori professionali e si tenta, oggi, di operare un
ennesima riduzione sull’organico di sostegno. Esprimiamo la nostra
forte contrarietà contro la recente direttiva dei BES che non inciderà
in alcun modo sull'inclusione. Si invita, inoltre, l'USP e l'USR a una
analisi di quanto realizzato dalla legge 170/2010 per gli alunni con
DSA (alcuni dei quali con difficoltà cognitive borderline segnalate
nelle stesse diagnosi e privati da quella stessa legge del sostegno
didattico-educativo) per comprendere facilmente come la predisposizione
del riconoscimento di un bisogno educativo solo sul piano formale
(circolare BES del 6/3/2013) produce niente altro che un abbassamento
delle richieste e delle prestazioni di quegli stessi studenti che se
correttamente affiancati potrebbero raggiungere ben altri livelli di
apprendimento.
Segnaliamo che la situazione appare nelle nostre scuole sempre più
esplosiva e sarà ogni anno più difficile da gestire anche per quelle
professionalità che oggi si spendono con resilienza pur vedendo
profilarsi all’orizzonte i costi sociali che le deprivazioni di oggi
causeranno in futuro. Si chiede al dott. Petralia di farsi portavoce
della contrarietà e della forte preoccupazione espressa in questa sede
anche a fronte della beffa costante di un aumento di fondi pubblici che
lo Stato e gli enti locali distorcono a vantaggio delle istituzioni
scolastiche paritarie private.
Risposta: in quanto funzionari dello Stato ci si limita ad applicare le
direttive imposte dai superiori gerarchici. Il dott. Petralia e
l’ispettore Bruschi introducono, inoltre, altre questioni rilevanti per
gli ambiti territoriali:
la chiusura di numerose scuole private paritarie e
l'impossibilità per le scuole statali di assorbirne tutti gli studenti;
il ricollocamento degli insegnanti soprannumerari,
per i quali si sta pensando, in aperta e irrisolvibile contraddizione
con quanto affermato precedentemente, ad un collocamento nelle
paritarie private come ulteriore forma di “sostegno” pubblico
all'istruzione privata;
la necessità di istituire nuovi corsi di
specializzazione sul sostegno per la mancanza (sic!) di personale
specializzato da impiegare nelle scuole.
Si fa presente come il sindacato USB di Milano abbia in questo anno
scolastico ricevuto diverse segnalazioni da parte dei lavoratori (con
conseguente richiamo di diffida alle scuole) rispetto a: mancata
copertura dei docenti di sostegno assenti per più di 15 giorni;
sostituzione dei docenti di sostegno con personale educativo; tentativi
di spostare i docenti di sostegno dalle proprie classi ad altre classi
scoperte soprattutto nei mesi di settembre e inizio ottobre quando
l’USP tarda con l’espletamento delle procedura di nomina.
Si chiede che le procedure di nomina siano condotte in maniera pubblica
e trasparente nella sede dell'ambito territoriale e non nelle scuole,
dove spesso avvengono in maniera approssimativa e in condizioni
indecorose.
Risposta: Il direttore dichiara che penserà alla questione e cercherà
una soluzione organizzativa pur segnalando la forte riduzione che gli
stessi USP hanno subito negli ultimi anni.
Si chiede che gli spezzoni di 6 ore siano assegnati dagli ambiti
territoriali e non dai dirigenti scolastici come nello scorso anno
scolastico per alcune classi di concorso. Si chiede, inoltre, che l’USP
pubblichi sul sito un richiamo formale all’assegnazione degli spezzoni
fino al 30 giugno scorrendo la Graduatoria ad Esaurimento in quanto i
dirigenti scolastici spesso tendono a scorrere e nominare
impropriamente dalle graduatorie di istituto.
Risposta: la normativa prevede che gli spezzoni di 6 ore o inferiori
alle 6 ore siano assegnati direttamente dai dirigenti scolastici,
difficilmente la situazione potrà essere gestita diversamente.
Si rimanda a un ulteriore incontro nel mese di settembre per altri
aggiornamenti sull'organico di sostegno.
Coordinamento
Lavoratori della scuola “3 ottobre” Milano
coordinamento3ottobre@gmail.com
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USB Scuola
Lombardia
milano.scuola@usb.it
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