Rivoluzione annunciata a tutto touch
Data: Lunedì, 01 luglio 2013 ore 12:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


È davvero l'ultima rivoluzione dell'informatica, quella che ha portato il digitale nelle mani, pardon, sotto le dita e i polpastrelli di tutti. Addio a mouse e tastiera, a casa o in viaggio, perché in ufficio il pc è e resterà a lungo il dominatore. E così per navigare tra le fotografie degli amici su Facebook, fare shopping online su eBay o creare una gallery animata di foto oppure editare un video basta una app (anche gratuita), lo smartphone o il tablet. Tutto è più semplice, a portata di bimbi e di anziani. È arrivato un mondo digitale che tutti possono usare, anche quelli che mai e poi mai avrebbero voluto (e potuto) utilizzare un computer. Perché con i tablet e lo smartphone, il "computer" diventato molto più personal, anzi individuale e personalissimo. È ora lo scrigno dei nostri segreti e delle nostre attività digitali e social. Ma non solo: il tablet e lo smartphone permette con una maggiore semplicità di svolgere tutta una serie di attività in modo più agevole: dal fotoritocco, al prenotare un viaggio o fare check-in direttamente da un taxi in corsa verso l'aeroporto. E ci sono app a misura di bambino. Con questi device vedere un film, sul divano, sul letto o sul sedile di un jet, diventa un momento di relax. E quando devono suonare diventano eccellenti compagni, magari grazie a soluzioni come lo streaming offerto da fornitori di canzoni online tipo Spotify. Il successo di questa rivoluzione a tutto touch, esplosa sulla scia di iPhone e iPad ma anticipata da Gene Roddeberry in «Star Trek» prima che da Steve Jobs, e portata al boom di massa da dispostivi Android è sotto gli occhi di tutti. Cosi come è evidente il declino dei personal computer domestici e dei cellulari convenzionali. I numeri non lasciano dubbi: secondo le rilevazioni di Sirmi il mercato dei tablet è letteralmente esploso registrando in tre anni un aumento di 10 volte dei volumi di vendita. Nel 2010 nel nostro Paese sono state vendute 428mila tavolette digitali e il 2013 dovrebbe chiudersi a quota 4,3 milioni. Di pari passo il giro d'affari che è passato dai poco meno di 200 milioni a oltre 1,45 miliardi attesi per la fine di questo anno. Se analizziamo i numeri dell'ultimo trimestre di rilevazioni disponibili (il primo) scopriamo che in Italia si vendono molti più tablet (884mila, con un aumento del 146%) che notebook. Questi ultimi registrano un vero tracollo (-26%) a 556mila unità e genera un fatturato di 325 milioni in diminuzione del 29%, ma più alto dei quasi 298 milioni generati dai tablet, in virtù del prezzo unitario più elevato dei pc portatili. A fare le spese del boom dei tablet sono stati i netbook, i mini pc che pure avevano riscosso un grande successo sulla scia dell'Eee Pc di Asus. Questo segmento di mercato di fatto non esiste più: sono stati consegnati, sempre nel primo trimestre 2013, appena 1.500 unità, con un calo del 98% in volume e del valore (appena 300mila euro). Al successo dei tablet e degli smartphone contribuisce anche la possibilità, sempre più diffusa nelle aziende gestite modernamente, di offrire ai dipendenti la possibilità di usare dispositivi di propria scelta. È il cosiddetto Bring your own device: in una parola, Byod. Nel mercato dei tablet è Apple ad avere il market share più alto (47%), mentre Samsung ha il 28%, ma offre una pluralità di prodotti, mentre la mela ha due modelli di iPad: quello normale e il Mini. Al terzo posto, l'italiana Mediacom con il 15% di market share, Asus è al quarto con il cinque per cento. Complessivamente Android è dominante con una quota che supera il 50 per cento.Grande assente del mercato tablet è Microsoft. La dominatrice decennale dei personal computer sta perdendo terreno nei confronti dei nuovi dispositivi e le speranze di riscossa sono legate alle tavolette con Windows 8 che però al momento da noi non decollano, mentre i pc con l'ultimo sistema operativo della casa di Redmond soffrono sia della concorrenza dei tablet sia di un cambiamento epocale nell'interfaccia utente che è stata criticata da molti e che stenta a fare breccia tra gli utenti. Sul fronte dei cellulari il successo degli smartphone è lampante: il 2013 si chiuderà, in Italia a quota 8,5 milioni di esemplari, contro i 9 milioni dei cellulari convenzionali. Ma il sorpasso è vicino visto che gli smartphone, di fatto tutti con tecnologia touch, crescono di oltre il 355 in una proiezione 2013 su 2012, mentre i vecchi cellulari segnano un -55 per cento. E così questi piccoli dinosauri tecnologici a nove tasti che tenevamo in tasca si avviano a declino irreversibile: sembrano ormai appartenere a un lontano passato in questa era di chat compulsive stile Whatsapp che hanno messo in soffitta gli sms, la digitazione multipressione e il miticoT9. Abbiamo detto addio alla bustina del messaggino in un'ondata di innovazione e obsolescenza tecnologica che ricorda la scomparsa dell'autoradio, quella tenuta sotto il braccio dall'«Italiano» di Toto Cutugno che ora però, sotto braccio, tiene il tablet e in mano uno smartphone, tanto grande che rispetto a un cellulare sembra un megasuv di fianco a una Fiat 126 degli anni Settanta.

Mario Cianflone
Ilsole24ore.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2482525.html