ETNA patrimonio dell’umanità
Data: Domenica, 23 giugno 2013 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Redazione


L'Unesco ha inserito l'Etna nel patrimonio mondiale dell'umanità definendolo come uno dei vulcani "più emblematici e attivi del mondo". Se ne è scritto da circa 2.700 anni e questo rappresenta "uno dei più documentati record mondiali nel campo dei vulcani", aggiunge il comitato Unesco riunito nella sua sessione annuale nella capitale cambogiana Phnom Penh. E ancora: "I crateri, le ceneri, le colate di lava le grotte di lava e la depressione della valle del Bove, fanno del monte Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e l'educazione" continuando ad avere un ruolo importante, capace di influenzare "la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienza della terra". "La sua notorietà, la sua importanza scientifica, i suoi valori culturali e pedagogici sono - conclude l'Unesco - di importanza mondiale".
Da cittadini catanesi siamo orgogliosi e lieti per questo meritato e ambito riconoscimento mondiale e ci impegna ad esserne “fedeli custodi” e rispettosi del grande dono del Creato.
Le diverse iniziative didattiche tra le quali “il battesimo dell’Etna” che dovrebbe coinvolgere tutti gli studenti delle scuole di Catania , favorendo una positiva esperienza di contatto diretto dell’Etna salendo sul cratere centrale almeno una volta nella vita, aiutano a far meglio conoscere ed amare “a muntagna”.
Amandola si rispetta e si coopera per evitare che azioni vandaliche e interventi invasivi da parte dell’uomo ne deturpino l’originalità naturalistica.
Il Parco dell’Etna, le associazioni ambientaliste, cooperano per diffondere tra gli studenti la cultura del territorio e della particolare originalità del nostro amato vulcano.
Tra gli altri luoghi inseriti oggi dall'Unesco nel patrimonio mondiale dell'umanità, il Tian Shan, la grande catena montuosa cinese che include la vetta della Vittoria Peak, alta 7.439 metri, e il Namib Sand Sea della Namibia, un deserto costiero unico al mondo che comprende vaste aree di dune influenzate dalla nebbia, su una superficie di oltre tre milioni di ettari.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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