La domanda di venerdì 21 giugno 2013
Data: Venerdì, 21 giugno 2013 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Dacci oggi la riflessione quotidiana (21 giugno 2013)

I nostri ragazzi sono preparati a parlare del mondo e della vita?

Si studiano Verga e Pirandello, Svevo e Ungaretti, e alla prova di Italiano della Maturità esce Claudio Magris, L'infinito viaggiare (2005).
Si sente il bisogno di parlare di frontiere che si attraversano e che si amano; dell'ignoto che diventa noto; del piacere per il mondo. I nostri ragazzi sono preparati a parlare di questo?

Il fu Mattia Pascal ha insegnato a sufficienza a scoprire nuovi mondi possibili fuori e dentro di sé?
L'Europa unita ha svelato abbastanza il fascino della libera circolazione? C'è stato qualcuno che abbia mosso nell'animo di studenti di provincia la passione per il viaggio? Qualcuno che, dalle rustiche beghe della competizione Nord-Sud, bianco-nero, ricco-povero, abbia spinto una sola delle giovani menti nell'abisso dell'amore indistinto per l'umanità?

Se non ci è riuscito Leopardi, se ha fallito Primo Levi, tocca a illuminati maestri. Un po' meno Quasimodo, un po' più Pasolini; un po' meno Ermetismo, un po' più manipolazione delle masse, dittatura dei media, libertà d'informazione. In questo modo, a diciotto anni, si potrà discutere, con i propri mezzi, di democrazia e capitalismo, si arriverà in quinta superiore con una propria opinione e la si saprà argomentare.

La considerazione sugli omicidi per ragioni politiche non si fermerà alle accorte strategie mussoliniane, ma da Kennedy e Moro, giungerà fino ai nostri Falcone e Borsellino, al ricordo inquietante dei segreti della politica recente, sigillati in una tomba. Restano solo le idee, e il coraggio di esprimerle, a difendere il cervello dall'avanzata dei supercomputer, e la scuola, anche in mezzo al deserto, resta.

Perché, come ha suggerito Fritjof Capra, nel tema di ordine generale, "tutti gli organismi macroscopici, compresi noi stessi, sono prove viventi del fatto che le pratiche distruttive a lungo andare falliscono. Alla fine gli aggressori distruggono sempre se stessi, lasciando il posto ad altri individui che sanno come cooperare e progredire".

Rossella Famiglietti - Gazzettadimodena.gelocal.it





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