Pensioni – I dipendenti di sicurezza, difesa e soccorso pubblico possono lasciare a 57 anni,in certi casi a 53
Data: Lunedì, 17 giugno 2013 ore 06:41:31 CEST Argomento: Rassegna stampa
Anief:
malgrado l'accertato logorio professionale, al personale della scuola
invece il Governo continua a negare qualsiasi riduzione dei requisiti:
via 10 anni dopo! Dopo settimane di apparente apertura verso una
manovra tesa a riequilibrare le rigidità del nuovo sistema
pensionistico, con le Commissioni lavoro del Parlamento impegnate sulla
praticabilità dei sistemi di flessibilità e penalizzazioni per
permettere l'uscita dal lavoro anticipata anche al personale della
scuola, nelle ultime ore dai ministri dell'Economia e del Welfare è
arrivata la doccia fredda: il Governo Monti non adotterà alcuna deroga
per docenti e Ata, perché attuarla rischierebbe di stravolgere
l'avviato piano di "sostenibilità di lungo periodo della finanza
pubblica italiana". Anief reputa questa scelta ingiusta, perché non
tiene conto del logoramento professionale e dell'alta percentuale di
casi di burnout tra i lavoratori della scuola. Ma è anche una decisione
discriminante. Vale la pena ricordare, infatti, che in Italia esistono
delle categorie di lavoratori che continuano a mantenere dei requisiti
pensionistici fortemente ridotti: lo stesso Inps lo scorso 10 gennaio,
con la comunicazione n. 545, ha ricordato che seppur adeguando i
requisiti agli incrementi della speranza di vita per l'accesso alla
pensione di anzianità, il personale appartenente al comparto sicurezza,
difesa e soccorso pubblico continua a fruire di "tetti" decisamente di
vecchio stampo: per questi lavoratori, infatti, i requisiti per
l'accesso al pensionamento "a decorrere dal 1° gennaio 2013 e fino al
31 dicembre 2015 l'accesso al pensionamento anticipato prevede il
raggiungimento di un'anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e
con un'età di almeno 57 e anni e 3 mesi". Addirittura è stato
mantenuto, anche se per una minima parte di lavoratori, "il
raggiungimento della massima anzianità contributiva corrispondente
all'aliquota dell'80%, a condizione essa sia stata raggiunta entro il
31 dicembre 2011 (attesa l'introduzione del contributivo pro-rata dal
1° gennaio 2012), ed in presenza di un'età anagrafica di almeno 53 anni
e 3 mesi". Per i dipendenti che operano nei settori sicurezza, difesa e
soccorso pubblico, continua dunque ad essere valida la soglia
corrispondente a "quota 92", derivante dalla somma dell'età anagrafica
e contributiva. Mentre per quelli della scuola non c'è verso per far
accettare la "quota 96", che avrebbe spalancato le porte della pensione
ai circa 3.500 che nel settembre del 2011 avevano iniziato l'anno
scolastico sicuri di andare in pensione. Il sindacato non ha nulla da
eccepire sulla volontà del Governo di mantenere in essere tali
agevolazioni, sicuramente legate a professioni fortemente logoranti.
Per quale motivo, però si ostina a negare ai dipendenti della scuola di
lasciare il servizio mediamente dieci anni dopo questi colleghi?
L'Anief ricorda, inoltre, che nella scuola i docenti con oltre 20-25
anni di anzianità potrebbero anche non necessariamente essere collocati
in pensione, ma anche rimanere in servizi come tutor-formatori degli
ultimi assunti. Non gravando, in tal modo, sulla previdenza e aprendo
le porte alla staffetta generazionale.
A questo punto, il sindacato confida nella decisione che il prossimo 17
novembre prenderà la Corte Costituzionale proprio sulla legittimità
dello stop alla pensione per i cosiddetti 'Quota 96' della scuola. Dopo
l'ordinanza del giudice del lavoro di Siena e la sospensione del
giudizio disposta dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna e della
Puglia, la Consulta sarà infatti chiamata a discutere sulla sospetta
violazione degli articoli 2, 3, 11, 38, 97, 117 1 comma e dell'art. 6
della Cedu in riferimento all'art. 24 del decreto legge n. 201 del
dicembre scorso convertito dalla legge n. 214/11. A tal proposito è
bene ricordare che una deroga (per l'anno 2013-2014, come previsto
dall'art. 14 comma 20-bis, della legge 135/12) è prevista, ma solo per
il personale che risulterà sovrannumerario a seguito dei processi di
mobilità determinati per quest'anno scolastico.
Luigi Palamara
Mnews.it
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