Almalaurea, la fotografia dei nuovi laureati. Più giovani e pronti a fare la valigia
Data: Mercoledì, 05 giugno 2013 ore 04:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Lo studio ha
coinvolto 227 mila ex studenti. L’età media passa da 26,8 del 2004 a
24,9 anni del 2012: 23,9 anni per il primo livello; 25,2 anni per le
lauree magistrali. Per un lavoro sono disponibili a muoversi. Tramonta
lo stereotipo del "bamboccione" - Ragazzi bamboccioni? Forse un tempo,
di sicuro non più. È ciò che emerge dal rapporto di Almalaurea 2012 che
ha coinvolto quasi 227 mila ex studenti. I laureati italiani sono
sempre più giovani, conoscono meglio l'inglese e per avere un lavoro
sono disposti a lasciare la casa di mamma e papà. Commenta Andrea
Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale: "Il rapporto
dimostra che è meglio essere laureati, ed è meglio laurearsi da
giovani, avere avuto esperienze di studio all'estero e di stage per un
lavoro futuro migliore e più retribuito".
LE TABELLE/I DATI
La pergamena arriva prima. L'età media dei giovani laureati passa
infatti da 26,8 del 2004 a 24,9 anni del 2012: 23,9 anni per i laureati
di primo livello; 25,2 anni per i magistrali; 26,1 per i magistrali a
ciclo unico. Non solo. Se potessero tornare indietro 66 su cento
sarebbero disposti a ripetere l'esperienza appena compiuta, nello
stesso percorso di studio della stessa università. E in più diminuisce
vertiginosamente la quota degli studenti fuori-corso: i laureati in
regola con i tempi erano poco meno del 10% nel 2001, sono diventati il
41% nel 2012.
Frequenza alle lezioni, Erasmus e stage. Sessantotto studenti su cento
dichiarano di aver seguito più del 75 per cento degli insegnamenti
previsti. Gli studi all’estero con i programmi Erasmus, dopo una prima
contrazione negli anni successivi all’avvio della riforma, hanno
ripreso quota. Assai diffuse risultano anche le esperienze di tirocinio
e stage riconosciuti dal corso di studi. Sono esperienze che entrano
nel bagaglio formativo di 60 laureati su cento: 88 su cento neodottori
in agraria e del gruppo insegnamento, 85 di quello delle professioni
sanitarie, ma anche 43 laureati su cento del gruppo
economico-statistico e perfino 36 neodottori su cento nelle materie
giuridiche. Crescente, ma ancora deludente, la capacità attrattiva
delle nostre università verso giovani di altri Paesi che raggiunge il
3,5 per cento degli iscritti. Anche su questo versante il confronto
internazionale restituisce l’immagine di un ritardo preoccupante (nei
Paesi OCSE tale quota è pari all’8 per cento).
I sogni dei neo laureati. Innanzittutto il lavoro. Aumentano la
richiesta di stabilità, di sicurezza sul posto di lavoro, il desiderio
di fare carriera e avere un'occupazione caratterizzata da ampi margini
di autonomia. Fra il 2004 e il 2012 sale anche la quota di laureati che
cercano uno sbocco nel settore pubblico (circa uno su cinque), anche se
le prospettive di un inserimento stabile sono contenute. Poco importa
il luogo. Aboliti gli stereotipi, i ragazzi italiani sono disponibili a
effettuare frequenti trasferte di lavoro (31 per cento), e perfino il
trasferimento di residenza che nel 2012 riguarda ben il 44 per cento
del complesso dei laureati.
Rosita Rijtano
Repubblica.it
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