'Le confessioni di Abulafia', di Carmelo Zaffora
Data: Domenica, 02 giugno 2013 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Carmelo Zaffora, medico psichiatra, nato a Gangi (PA) nel 1959, vive e lavora a Catania, dove dirige un Modulo Dipartimentale di Salute Mentale.
Dotato di un’ampia creatività in quanto, oltre alla professione di psichiatra, è anche pittore, scrittore, autore, ed ha al suo attivo molte mostre personali in Italia ed all’estero.
Io ho avuto l’onore di lavorare con lui nell’ambito psichiatrico per moltissimi anni, cogliendo tantissime occasioni di scambio culturale e professionale, e ricevendo sempre, gratificazione ed istruzione.
Zaffora, lo scorso 23 maggio, nella sala convegni del Castello Ursino di Catania, ha presentato il suo ultimo lavoro, “Le confessioni di Abulafia”, una testimonianza della presenza e dell’influenza ebraica in Sicilia.
Il Castello Ursino, come ha voluto sottolineare il dottor Zaffora, conserva, ancora oggi, molte iscrizioni ebraiche che testimoniano la presenza degli ebrei a Catania. Ed anche l’atmosfera di quel luogo, placida e silenziosa, combacia, simbolicamente, con la meticolosa e puntuale ricerca che il Dottor Zaffora ha condotto con il suo libro e che ha svelato al folto e attento pubblico presente in sala. I relatori del convegno sono stati, oltre all’autore, il Prof. Stefano Di Mauro, Capo della Comunità Ebraica Siciliana, che ha illustrato il ruolo attivo e proficuo degli ebrei in Sicilia, e la Prof.ssa Luciana Pepi, docente di Lingua, Cultura e Storia del pensiero ebraico medievale, che ha descritto l’attività letteraria e culturale svolta dagli ebrei nella nostra Isola.
Non intendo “svelare” l’intero lavoro svolto dall’autore, né ho l’ardire di esprimere una recensione critica del libro, ma, semplicemente, voglio fare alcune brevi considerazioni personali.
“Le confessioni di Abulafia”, Avraham Ben S’ humuel Abulafia, narra la storia di uno studioso di filosofia e misticismo, di origine e cultura ebraica. Abulafia nacque a Saragozza, in Spagna, nel 1240, successivamente si trasferì con la famiglia nella cittadina di Tutela, nella Navarra, dove iniziò a studiare la Torah ed il Talmud. Dopo la morte del padre, Abulafia iniziò una vita errante che lo portò a girare vari luoghi, dove veniva acclamato come un “illuminato”, ma era anche molto osteggiato per le sue credenze molto ortodosse della tradizione ebraica. Egli si riteneva “in missione” per togliere i veli dell’ignoranza e delle tenebre, e per portare gli adepti al “disvelamento” dei misteri della Gabbala e dei testi sacri della religione ebraica.
Abulafia, da Abul’ Afia, secondo una mia ricerca, significa padre del ristoro, da Abul, padre, ed Afia, da Afiac, ristorare, ristoro. Già il nome, quindi, è molto attinente alla “sua missione” di svelare, di ristorare gli animi degli adepti.
Prendendo in similitudine Abulafia, “Padre del ristoro”, scorgo nello studio e nella ricerca di Carmelo Zaffara lo sforzo di svelare e quindi “ristorare”, tramite la sua esposizione, della presenza degli Ebrei in Sicilia. Nel corso della serata sono stati letti alcuni brani del libro di Zaffora e proiettati molti filmati che raffiguravano la storia e la cultura ebraica in Italia ed in Sicilia, a partire dall’autunno del 1280, anno in cui arrivò Abulafia nella nostra isola.
L’incontro, per me, è stato molto piacevole e ricco di parecchi stimoli culturali e spirituali, utili per approfondire la conoscenza di un popolo e di un periodo storico affascinante.
Zaffora descrive la sapienza e la determinazione di Abulafia per lo studio della Gabbala ebraica. Nel libro, inoltre, sono presenti altri personaggi importanti, anche loro alla perenne ricerca della divinità, e vengono accennati molti passi della Bibbia con l’intento di svelare la conoscenza della cultura ebraica attraverso la Gabbala e la Torah.
Il maggior merito di Zaffora, secondo me, è di aver “instillato” nel pubblico il desiderio di andare alla ricerca delle “proprie radici”, delle comuni origini “dell’impronta ebraica” nelle nostre tradizioni e nella nostra cultura. Per Zaffora la presenza ebraica in Sicilia è tangibile sia in campo letterario – filosofico, che nell’arte e nell’architettura. Non a caso Abulafia, come viene ampiamente documentato, ha prescelto il territorio siculo per le sue ricerche. Il Dottor Zaffora si è “immerso” nelle confessioni di Abulafia per ricercare, scoprire, ed essere “ristorato” dalla cultura ebraica.
Il libro di Carmelo Zaffora inizia con questa significativa dedica, “Ai miei antenati sconosciuti grazie ai quali ho ereditato la curiosità per il bene e l’amore incessante verso la divinità”. E ritengo indicativa anche la dedica che l’amico Zaffora mi ha voluto “concedere”, scrivendo nella mia copia del libro, semplicemente, “Luce”. L’intera umanità ha bisogno di “Luce” per uscire dalle tenebre, anche se “il mondo ha preferito le tenebre rigettando la Luce” (Giovanni, 3: 19 – 21).
Mi riprometto di approfondire lo studio del libro, “Le confessioni di Abulafia” di Carmelo Zaffora, di certo mi aiuterà a conoscere, a capire e ad amare la “Luce”…
 
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





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