Scuola, stipendi congelati fino al 2014. Dal Senato il primo no alla proroga
Data: Venerdì, 31 maggio 2013 ore 11:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
La VII commissione
cultura di Palazzo Madama ha dato all'unanimità parere negativo alla
decisione di bloccare l'adeguamento degli stipendi degli insegnanti
fino al 2014 - Arriva dal Senato il primo no alla decisione governativa
di bloccare l'adeguamento degli stipendi degli insegnanti fino al 2014.
È ciò che fa sapere il presidente della commissione Istruzione e Beni
culturali, Andrea Marcucci. "La commissione - scrive in una nota - ha
dato all'unanimità parere negativo, per quanto di competenza, al
regolamento presentato dal governo sulla proroga del blocco della
contrattazione per tutti i pubblici dipendenti". Si legge: "Oggi i
docenti italiani hanno, a parità di orario di lavoro, stipendi più
bassi rispetto ai colleghi europei. Il blocco della contrattazione è
particolarmente lesivo anche perchè i docenti non hanno progressione di
carriera ma solo gli scatti (non più corrisposti dal 2010)".
Una scelta che segue la presa di posizione del ministro Carrozza.
"Reinvestire nel pubblico o mi dimetto", era stato il monito. "Si
tratta di una presa di posizione rilevante per la scuola - dice
Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir - perché
smonta, finalmente anche tra i politici usciti dall'ultima tornata
politica nazionale, lo scenario penalizzante per milioni di lavoratori
che il Governo uscente aveva prefigurato per far quadrare i conti in
rosso dello Stato. Anche i senatori della settima commissione Cultura
hanno probabilmente compreso che sarebbe meglio attendere la sentenza
della Corte costituzionale prevista per il prossimo mese di novembre".
Secondo Anief e Confedir "un'eventuale approvazione del provvedimento
di proroga del blocco violerebbe, infatti, gli articoli 1, 4, 36, 39 e
53. Non a caso, la sentenza della Consulta n. 223/12 ha già stabilito
che una norma di questo stampo perdurante nel tempo è illegittima
perché non transeunte, arbitraria e inutile. Il Governo non può non
prendere atto di tali indicazioni: il blocco dei contratti del pubblico
impiego va assolutamente ripensato, anche perché è dimostrato che i
risparmi ricavati fino a oggi non hanno prodotto i risultati
prefigurati in termini di recupero delle economie statali".
Repubblica.it
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