CISL Scuola: Denuncia al convegno di formazione per rappresentanti sindacali
Data: Mercoledì, 29 maggio 2013 ore 15:16:11 CEST
Argomento: Sindacati


«Legge per il diritto allo studio per fermare la dispersione» 
Diecimila alunni in meno, 5mila precari storici senza lavoro e con la Sicilia che è l’unica regione d’Italia a non avere un piano per il diritto allo studio. La situazione della scuola catanese, e di quella siciliana, è stata analizzata ieri dalla Cisl Scuola etnea in occasione dell’incontro formativo “Agenda Scuola: ripartire con responsabilità-Dirigenti, docenti e Ata protagonisti del cambiamento”, cui ha preso parte il siciliano Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola nazionale. Erano presenti, in verità, anche Raffaele Zanoli, vice direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Sicilia; Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania; Vito Cudia, segretario generale Cisl Scuola Sicilia; e Dino Caudullo, legale del sindacato.
 
«In altre regioni - ha sottolineato Pippo Denaro, segretario generale della Cisl Scuola catanese - siamo già alla terza edizione della legge per il diritto allo studio, ma in Sicilia tutto tace. Eppure, il piano per il diritto allo studio rappresenta l’espressione di unitarietà degli interventi orientati alla formazione che uniscono le istituzioni scolastiche, l’ente locale e le famiglie, in un rapporto di dialogo e corresponsabilità educativa. Una legge che permetterebbe di contrastare la dispersione scolastica, rafforzare le competenze degli studenti e creare la necessaria sinergia tra istituzioni, famiglie e mondo del lavoro». Il Piano contribuirebbe a raggiungere alcuni obiettivi strategici quali. Fra questi migliorare la qualità e l’efficacia del sistema dell’istruzione regionale, col potenziamento di laboratori; garantire il diritto allo studio dei giovani con reali opportunità di prevenzione della dispersione e di orientamento nel mondo della formazione professionale universitaria; sviluppare le competenze chiave, l’occupazione, specie per gli studenti in di condizioni di disagio. Le condizioni di disagio a Catania sono una dispersione scolastica che supera il 26 per cento, con una microcriminalità in aumento.
 
«Sarebbe fondamentale avere più scuole a tempo prolungato - ha aggiunto Denaro - ma siamo fermi al 4 per cento, contro il 44 della Lombardia». Per un’istruzione “attrice del mercato del lavoro”, con particolare riferimento all’apprendistato, si è espressa Rosaria Rotolo. «La scuola ha un ruolo fondamentale, in sinergia con le altre istituzioni - ha affermato - per formare competenze adeguate alla domanda locale. Ma occorre dare concreta attuazione alla riforma dell’apprendistato, attraverso incentivi regionali che favoriscano l’alternanza scuola/lavoro, sia nel campo delle attività tecnico-professionali sia in quelle più specializzate e di livello universitario. Sarebbe un modo per arginare anche la nuova emigrazione dei giovani verso altri paesi». Scrima e Cudia hanno evidenziato come il governo regionale dovrebbe concentrare la propria azione nei comuni con maggiore disagio orografico e criticità sociali, coinvolgendo nelle azioni programmate la popolazione scolastica appartenente alle fasce più deboli, alunni e studenti con disabilità psico-fisiche e in chi presenta maggiori rischi di emarginazione sociale. «Sarebbe necessario - hanno dichiarato - realizzare opere di riqualificazione degli edifici e acquisire attrezzature didattiche e digitali per rendere le scuole più attrattive; rafforzare le competenze linguistiche e i saperi scientifici; definire azioni pilota per migliorare l’espressività e la creatività degli studenti, potenziare la qualità dei servizi e delle strutture per una maggiore inclusione sociale delle risorse umane».
 
LA SICILIA del 28 maggio 2013






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