Blocco dei contratti: per sei Tar e un giudice del lavoro viola nove articoli della Costituzione
Data: Martedì, 28 maggio 2013 ore 08:41:45 CEST Argomento: Sindacati
Eppure il Governo si
appresta a prorogarlo di un anno, in attesa dell’udienza della Corte
costituzionale prevista per il 5-6 novembre 2013 che discuterà 17
ordinanze di remissione per la violazione di nove articoli della
Costituzione relativamente al personale dell’università,
dell’ambasciata, dell’Agcom, della Scuola. Intanto la Confedir e
l’Anief si preparano a ricorrere nei tribunali di tutto il Paese.
Ultimo appello al Parlamento: la sentenza n. 223 del 7 ottobre 2012 ha
salvato i magistrati. È ora di fermarsi altrimenti il contenzioso sarà
inevitabile e in autunno ci troveremo un nuovo buco di bilancio.
Irricevibile anche lo stop agli aumenti di stipendio pagati a maggio al
personale ata e agli insegnanti grazie ai nuovi tagli concordati con i
sindacati al fondo d’istituto (MOF). L’articolo 1 del Regolamento
approvato dal Governo Monti e sottoposto all’esame del Parlamento (atto
n. 9) propone la proroga del blocco degli stipendi ai dipendenti
pubblici - ad eccezione dei magistrati ed avvocati dello Stato - per
tutto il 2014 e al personale della scuola per tutto il 2013, nonché il
blocco dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale al 2010 e la
non valutabilità ai fini economici della progressione di carriera degli
eventuali aumenti maturati per il 2011, per effetto di deroghe
normative come avvenuto proprio per il personale della scuola, a
seguito dell’approvazione dell’art. 4, c. 83 Legge n. 183/2011,
recepita dal CCNL sottoscritto il 13 marzo 2013 ai sensi del decreto
interministeriale n. 3 del 14 gennaio 2011. I Tar di Lazio, Piemonte,
Lombardia, Abruzzo, Calabria, Trento e il tribunale del lavoro di Roma
hanno censurato più volte l’art. 9, cc. 1-2, 21, 23 della legge
122/2010 con cui il Governo intende prorogare i sacrifici per i
dipendenti pubblici anche per il biennio 2013-2014. Marcello Pacifico,
presidente Anief e delegato Confedir al contenzioso, ricorda come in
queste ordinanze si denuncia la violazione degli artt. 2, 3, 35, 36,
39, 42, 53, 97, 117 primo comma della Costituzione e per le stesse
ragioni per cui la norma è stata dichiarata già incostituzionale per i
magistrati (sentenza n. 223/12 della Consulta). Inoltre, la proroga del
blocco non servirebbe a niente perché quello attuato in questi tre anni
non ha fermato l’aumento del debito pubblico. Per il personale della
scuola si aggiungerebbe, infine, la beffa visto che i loro sindacalisti
hanno acconsentito nel marzo scorso alla riduzione dei fondi alle
scuole per pagare quegli scatti maturati nel 2011 che il Governo
vorrebbe disconoscere come retribuzione e lasciare come indennizzo.
Anief.org
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