Carmelo Zaffora ha presentato al 'Castello Ursino' a Catania 'le confessioni di ABULAFIA'
Data: Lunedì, 27 maggio 2013 ore 04:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Grande consenso di pubblico e di critica all’ultima fatica letteraria dello scrittore C. Zaffora, un lavoro meditato da anni dall’autore, che con la consueta maestria, tra storia e fantasia,tra erudizione e ricerca mistica e filosofica ricostruisce la storia di un uomo distante da noi di quasi 1000 anni,ma illuminato e libero Avram Abufalia, che impersonò al massimo il rinnovamento dello spirito umano e cosmico. Il libro è stato presentato dal prof Stefano. Di Mauro rabino capo delle comunità ebraiche in Sicilia e dalla  Prof. ssa Luciana Pepi docente di storia mediovale e di storia del pensiero ebraico di Palermo.

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Carmelo Zaffora è nato a Gangi (PA) nel 1959. Vive e lavora a Catania. Medico Psichiatra, dirige un Dipartimento di Salute Mentale. Pittore, ha al suo attivo numerose mostre personali in Italia e all’estero. Le sue opere si trovano presso collezioni private in USA, Giappone, Svizzera, Francia, Italia, Sudamerica.Come scrittore ha pubblicato: La Finta Macchia – raccolta di poesie con prefazione di Dacia Maraini –, Edizioni Pellicanolibri, 1989; L’Alibi, Edizioni Prova d’Autore, 1991; Sikanie Poleis, Edizioni Prova d’Autore, 1994; Ananke, Edizioni Il Fauno, 1997; Poesia tra Sicilia e Irlanda, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, 1998; Golem Siciliano, Edizioni Besa, 2000 6. NESSUNO COME Avraham Ben Shemu’el Abulafia, in un’epoca oscura e controversa (1240-1291) seppe impersonare al meglio il rinnovamento di un sentire cosmico e umano, erudito e popolare, teso al divino e alla speculazione filosofica, dedicato alla ricerca di una Verità necessaria e profonda, indissolubilmente legata alla tradizione e alla memoria, alla Torah ed alle sue infine scoperte. Di fatto, in uno dei suoi libri più belli, I Sette Sentieri della Torah, ammette che la Torah è un sogno che chiede insistentemente di essere interpretato. Errabondo, loquace, carismatico, sognatore, visionario all’eccesso seppe imprimere – forse precorrendo il pensiero occidentale della diaspora – alla sua filosofia e alla sua concezione del mondo una perennità che, seppur invisa nel tempo della sua vita terrena, ha dimostrato di essere per sempre, e di avere la capacità di riemergere dall’oblio dei secoli con la sua straordinaria modernità. Meditazione, digiuno, musica, respiro, combinazioni del sacro alfabeto, rileggendo Maimonide, Nachmanide, Aristotele, Ibn ‘Arabi, Plotino, ne hanno fatto una figura di eccellenza e di rinnovamento, di rottura degli schemi correnti, fino all’autoproclamazione di essere il Messia E all’eroica impresa del tentativo di convertire il papa di Roma, Nicolò III Orsini che lo condannò al rogo per blasfemia. Tutto questo è Abulafia: instancabile profeta e svelatore di enigmi, assertore di una Verità Unica, conoscitore di un Creatore che per molti è solo paura e formalità, obbedienza e supina ripetizione, cieca teoria di misteri e oscura perpetuazione di pensieri. Abulafia, che trascorse in Sicilia gli ultimi dieci anni della sua vita e scrisse nell’isola i libri più importanti delle sue visioni, riaffiora in questa libro a Lui interamente dedicato, come tributo ad una “attualità” duratura e immortale. Nel volume si narra la meravigliosa storia di un uomo illuminato, disposto a difendere le proprie convinzioni anche a costo della vita, pronto a un dialogo interreligioso che ancora oggi, a distanza di quasi mille anni, sembra una chimera.






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