MALATTIE PROFESSIONALI Tecnopatia, riconosciuto il danno per l'uso prolungato del mouse
Data: Giovedì, 23 maggio 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Corte d'Appello di
L'Aquila - Sentenza 14 febbraio 2013 - Con sentenza definitiva è stato
riconosciuto un indennizzo, con inabilità lavorativa pari al 15%, ad un
bancario per accertata tecnopatia causata da «overuse» (uso eccessivo)
del mouse del computer. Nei giorni scorsi, infatti, avendo l'Inail
deciso di non interporre ricorso in Cassazione, è divenuta definitiva
la sentenza della Corte d'Appello di L'Aquila del 14 febbraio scorso.
I fatti
I giudici, confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di
Pescara, hanno riconosciuto ad un lavoratore di 53 anni, dipendente
della Caripe dal 1983, impiegato come addetto alla «movimentazione
titoli», la «sindrome pronatoria» dell'arto superiore destro causata da
«overuse» da mouse del computer. La consulenza tecnica d'ufficio in
primo grado (in secondo grado non è stata rinnovata), infatti, aveva
ricondotto l'insorgenza della malattia all'esercizio della sua abituale
attività lavorativa. In particolare il funzionario utilizzava il mouse
tutti i giorni dalle 8:15 fino alle 17:00; 18:00, ora di chiusura della
Borsa.
La perizia medica
Secondo la perizia, che cita anche letteratura anglosassone sulla
materia, “nella SOU (sindrome da over ouse) accade che la ripetuta
attività muscolo-tendinea esaurisca la capacità ricostitutiva dei
tessuti (tendini, muscoli, legamenti, etc.) che manifestano un danno
locale acuto di tipo flogistico, nell’esercizio cronico il danno
cumulativo tende ad estendersi alle strutture limitrofe compromettendo
il microcircolo di uno o di tutti i compartimenti (normalmente già poco
estensibili) del segmento interessato con un sub-edema interstiziale
ipertensivo che, l’eventuale ulteriore flogosi riparativa, stabilizza
fino a provocare ispessimento e retrazione della trama connettivale ed
un ulteriore aumento di tensione. Nell’avambraccio, questa condizione
può condurre all’instaurarsi di una sindrome compartimentale cronica,
con eventuale associato danno nervoso”.
La tesi dell’Inail
Bocciata dunque la tesi dei sanitari dell’Inail secondo cui l’uso
eccessivo del mouse non poteva cagionare la tecnopatia de qua,
dovendosi al contraria ritenere che la malattia fosse di origine
congenita. Infatti: “Lo sforzo richiesto ad un impiegato per manovrare
il mouse del computer, non può giustificare.. .un superlavoro del
muscolo stesso”.
La decisione
Secondo il tribunale di Pescara, decisione confermata anche in appello,
invece: “Il consulente tecnico d’ufficio, sulla scorta della
documentazione in atti, nonché di diretti e specifici accertamenti,
tenendo anche adeguatamente conto degli elementi indicati dalla stessa
parte attrice, ha accertato che il ricorrente è affetto da ‘sindrome
pronatoria con compressione del nervo mediano all’avambraccio destro da
overuse’, ed altresì stabilito che l’insorgenza di tale malattia deve
ritenersi determinata dai fattori morbigeni cui il medesimo è stato
nell’esercizio della sua abituale attività lavorativa”. Per queste
ragioni, dunque, il tribunale ha dichiarato l’inabilità generica del
15% e condannato l’Inail a corrispondere al lavoratore il relativo
indennizzo ai sensi dell’articolo 13 del Dlgs 38/2000, più interessi.
Inca, primo caso in Italia
La vicenda - commenta l'Inca Cgil - assume particolare rilievo perché
si tratta del primo caso accertato in Italia e va incontro alle nuove
esigenze di tutela dalle malattie professionali che possono essere
causate dall'uso massivo delle nuove tecnologie, quali i computer.
Diritto24.ilsole24ore.com
|
|