A Roma un’intera classe sospesa per non aver risposto agli indovinelli; altrove, minacce a docenti, studenti e genitori
Data: Giovedì, 23 maggio 2013 ore 05:30:00 CEST Argomento: Sindacati
La ministra faccia annullare le illegali
sanzioni e richiami all’ordine i pretoriani quizzomani.
Il successo della “tre giorni” di scioperi contro la scuola-quiz e gli
indovinelli Invalsi ha provocato una meschina e illegale reazione
repressiva da parte di molti invalsiani, presidi e docenti. La
burocrazia centrale dell’Invalsi – reclutata per lo più negli ambienti
finanziari e della tecnocrazia economica – ha cercato di minimizzare i
risultati della protesta fornendo dati fasulli, rilanciati dal MIUR e
riferiti alle classi-campione, che costituiscono solo il 5% del totale,
con la presenza degli ispettori, dei docenti più proni alla scuola-quiz
e ove spesso gli scioperanti sono stati sostituiti o le prove sono
state effettuate con due o tre studenti. Ma le decine di migliaia di
docenti ed Ata in sciopero, l’esteso boicottaggio degli studenti alle
Superiori e dei genitori alle Elementari e Medie e le molte
migliaia di classi che hanno rifiutato l’umiliante pratica quizzarola
hanno ingigantito l’attenzione dei massmedia e il dibattito culturale
nel paese - che ha coinvolto tanti noti docenti universitari, uomini e
donne della cultura - fino ad insinuare dubbi consistenti anche nella
nuova compagine ministeriale, a partire dalla ministra Carrozza e dal
sottosegretario Rossi Doria. Cosicché il nervosismo, partito dai
palazzi quizzomani, si è trasmesso tra gli esecutori invalsiani che,
come spesso capita alla “bassa truppa”, si sono rivelati più realisti
del re, dando vita a meschine e inaccettabili vendette repressive verso
i docenti in sciopero e gli studenti “ribelli”.
Già durante lo sciopero ci sono state illegali sostituzioni del
personale e “riorganizzazioni” del servizio, contro le quali, nei casi
acclarati, procederemo legalmente. Ma poi parecchi presidi e alcuni
docenti sono arrivati a minacciare e ad aggredire verbalmente bambini
delle Elementari e studenti delle Superiori, accusandoli di aver
“danneggiato la fama della scuola” non effettuando i quiz. A Roma –
all’Istituto Sisto V – un’intera classe (la II SCA) è stata sospesa per
due giorni per aver consegnato in bianco i quiz; mentre in tante altre
classi, ove gli studenti hanno esercitato come non mai l’ironia nel
boicottaggio, sono state minacciate sanzioni agli scrutini finali da
parte di un significativo numero di docenti che stanno “suicidando” la
propria professione in modo miserabile; e sanzioni sono state
annunciate anche per i docenti che hanno rivendicato “l’obiezione di
coscienza” contro i quiz . Come ricordano gli studenti, “in nessun caso
può essere sanzionata la libera espressione di opinioni correttamente
manifestata e non lesiva dell’altrui personalità”.
Invitiamo dunque la nuova ministra ad intervenire non solo per far
annullare le sanzioni ma anche per richiamare all’ordine i pretoriani
quizzomani che stanno infrangendo leggi, deontologia, moralità, buon
senso e corretti rapporti umani nelle scuole. E ci auguriamo che la
nuova compagine ministeriale rifletta ulteriormente su quanto – come
abbiamo sottolineato nell’incontro al MIUR del 16 maggio - sia
distruttiva e degradante la valutazione di scuole, docenti e studenti
sulla base dei quiz, e sulla drammaticità dell’impoverimento culturale
prodotto dal “teaching to test” e cioè dal miserrimo insegnamento
finalizzato alla risoluzione dei quiz. Ribadiamo infine le richieste al
proposito che abbiamo fatto nell’incontro: 1) togliere i quiz
dall’esame di terza Media; 2) non introdurli all’esame di Maturità; c)
precisare che la pratica dei quiz Invalsi può essere solo facoltativa e
affidata alle decisioni dei Collegi docenti. Nel frattempo noi, oltre
ad esprimere la massima solidarietà agli studenti e docenti colpiti
dalla meschina repressione invalsiana, siamo impegnati a battere queste
pratiche attraverso iniziative di lotta ma anche, ove indispensabile,
con il ricorso alla magistratura.
Piero
Bernocchi - portavoce nazionale Cobas
scuola-sicilia@cobas.it
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