Italia agli ultimi posti in Europa per “povertà di futuro” di bambini e adolescenti
Data: Giovedì, 23 maggio 2013 ore 05:00:00 CEST Argomento: Istituzioni
Infanzia: Save
the Children, Italia agli ultimi posti in Europa - peggio solo Grecia e
Bulgaria - per “povertà di futuro” di bambini e adolescenti, deprivati
di opportunità, prospettive e competenze. Il nostro paese è 7 volte in
fondo alla lista nell’Europa dei 27 sugli indicatori principali
relativi all’infanzia. In occasione del lancio della campagna Allarme
Infanzia , con guerrilla e stunt in 16 città italiane, un gruppo di
testimonial e un pacchetto di proposte al Governo, diffuso dossier
“L’Isola che non sarà” e una nuova ricerca su “Le paure per il futuro
dei ragazzi e genitori italiani” (1) che attesta che il 25% degli
adolescenti italiani pensa che il proprio futuro sarà più difficile
rispetto a quello dei propri genitori e 1 ragazzo su 4 (il 23%) pensa o
spera di andare all’estero per assicurarsi un’opportunità; l’80%
dichiara di aver fatto delle rinunce causa crisi. Aumentano le
disuguaglianze per l’accesso all’università: il 30% dei genitori non ce
la fa a pagare la retta dei figli. Per il 41% di madri e padri gli
aiuti economici diretti alle famiglia dovrebbero essere la più urgente
misura anti-crisi del governo. E’ un vero e proprio furto di futuro
quello in corso ai danni dei bambini, adolescenti e giovani che vivono
in Italia. La povertà, nelle sue varie forme – sociale, economica,
d’istruzione, di lavoro – li sta colpendo come non mai derubandoli di
prospettive ed opportunità. E con il futuro di chi è giovane oggi, si
sta disintegrando il futuro dell’Italia tutta. Occorre dare
l’allarme.
Il furto di futuro ai danni dei minori italiani
Quattro le principali e più pesanti “ruberie” commesse a spese del
nostro ben poco considerato “giovane capitale umano”: il taglio dei
fondi per minori e famiglia – con l’Italia al 18esimo posto nell’
Europa dei 27 per spesa per l’infanzia e famiglia, pari all’1,1% del
Pil; la mancanza di risorse indispensabili per una vita dignitosa –
dunque “furto” di cibo, vestiti, vacanze, sport, libri, mensa e rette
scolastiche e universitarie: quasi il 29% di bambini sotto i 6 anni,
pari a 950.000 circa - vive ai limiti della povertà tanto che il nostro
paese è al 21esimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione
sociale fra i minori 0-6 anni, e il 23,7% vive in stato di deprivazione
materiale; il furto d’istruzione: Italia 22esima per giovani con basso
livello d’istruzione – il 28,7% tra i 25 e i 34 anni (1 su 4), per
dispersione scolastica, pari al 18,2% di under 25; (1 su 5); Italia
all’ultimo posto per tasso di laureati, il 20% dei giovani fra 30 e 34
anni, pari a 760.000; furto di lavoro: i giovani disoccupati sono il
38, 4% degli under 25, il quarto peggior risultato a livello europeo
mentre i NEET (giovani che non lavorano e non sono in formazione) sono
3 milioni e 200.000 e posizionano il nostro paese al 25esimo posto su
27. E’ il drammatico scenario che emerge dal nuovo dossier di
Save the Children “L’isola che non sarà” diffuso oggi insieme alla
indagine “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani”1 e
realizzata per l’Organizzazione da Ipsos, in occasione del lancio della
campagna Allarme infanzia, a sostegno dell’infanzia a rischio in
Italia. Attraverso di essa, dal 20 maggio al 5 giugno l’Organizzazione
denuncerà il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni e
chiederà una massiccia mobilitazione dell’opinione pubblica affinché le
istituzioni mettano in campo interventi urgenti e strutturali in favore
di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita
dignitosa. La campagna è curata nella creatività da Grey e si sviluppa
intorno al concetto di “furto di futuro” a cui danno corpo dei ritratti
di bambini che denunciano il furto attraverso alcune frasi (“Mi hanno
rubato la terza media”, “Mi hanno rubato la mensa a scuola”). Questi
ritratti si sono visti oggi su migliaia di macchine e sui muri di Roma
e Milano, o mostrate dai volontari di Save the Children in altre 14
città italiane: una guerrilla metropolitana per descrivere la gravità
della condizione di bambini e giovani e suscitare una reazione fattiva,
invitando tutti a moltiplicare l’allarme denunciando il furto di futuro
con una proprio messaggio sul sito www.allarmeinfanzia.it. Si può
inoltre seguire la campagna su #allarmeinfanzia. “Per quantificare il
furto di futuro che si sta commettendo ai danni delle giovani
generazioni, Save the Children ha utilizzato 12 indicatori Eurostat che
permettono di comparare le chance dei bambini italiani con quelle dei
loro coetanei europei (2). Il risultato, riassunto in 5 mappe e
classifiche dei 27 paesi dell’Ue, compresa l’Italia, è deprimente”,
spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.
“Considerando i diversi indicatori, il nostro paese si posiziona per 7
volte oltre il ventesimo posto in classifica. Un posizionamento molto
negativo che Save the Children ha tradotto in una mappa sintetica in
cui l’Italia appare di dimensioni molto ridotte rispetto alle attuali,
a indicare la perdita di futuro per i bambini e adolescenti, rispetto
ai quali stanno peggio solo i minori di Bulgaria e Grecia”.
La parola ai ragazzi e genitori: paure per il futuro
Le evidenze del dossier sembrano trovare rispondenza anche nella
ricerca “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani” ,
attraverso la quale l’organizzazione ha voluto interpellare
direttamente i ragazzi e i loro genitori per capire il loro punto di
vista sulla situazione attuale, sull’impatto della crisi economica, su
quello che si aspettano dal domani.
In altalena fra la paura per il futuro, irto di molte più difficoltà
rispetto a quelle incontrate dai genitori (per il 17% degli
adolescenti) , al punto da temere di non farcela (6%) – e un certo
ottimismo proprio dell’età, che fa pensare loro che la riuscita nella
vita dipenda da loro stessi (37%). In mezzo i “consapevoli” ma animati
da giovanile energia, cioè coloro che temono di incontrare varie
difficoltà ma che troveranno il modo di cavarsela”(13%). Tra i genitori
più diffuso il pessimismo: ben il 31% ha paura che i propri figli
incontreranno molte difficoltà in più rispetto alle proprie (il 4% ha
addirittura molta paura che non ce la faranno. E solo il 16% degli
adulti pensa che i propri figli riusciranno a realizzare i propri sogni
e ad avere una vita migliore della propria. Un futuro anche
lontano e altrove geograficamente: il lavoro dei sogni - lo dichiara 1
ragazzo su 4 - potrebbe richiedere il trasferimento all’estero, visto
come opportunità (“spero di riuscire a trasferirmi all’estero” dice il
12%) o come ripiego (“temo che dovrò andare all’estero” dichiara il
12%). Ma il lavoro dei sogni potrebbe anche restare un sogno: “con la
situazione che c’è dovrò considerarmi fortunato se avrò un lavoro”,
dice il 27% delle ragazze e ragazzi italiani (28% dei genitori).
Due terzi dei genitori dichiarano di avere in qualche misura dovuto
fare i conti con la crisi (66%). La percentuale sale tra i ragazzi,
probabilmente perché la congiuntura economica negativa si traduce per
loro in molte rinunce, piccole e grandi, che ne amplificano l’impatto.
8 adolescenti su 10 hanno infatti dichiarano di aver dovuto tagliare
qualcosa: per il 69% si tratta delle spese per il tempo libero -
cinema, discoteca, pizza con gli amici – (secondo i genitori ben
l’86%), per il 68% è l’acquisto di vestiti, scarpe e accessori (75% per
i genitori). Ma la crisi limita anche importanti opportunità educative
e di crescita: per il 35% l’iscrizione ad attività sportive e
ricreative (45% dei genitori), seguito dalla partecipazione alle gite
scolastiche (22%, dato speculare anche per i genitori) e dall’acquisto
di libri il 12% (23% per i genitori). E povertà economica, spesso
significa anche povertà d’istruzione: uno smacco per tanti genitori,
eco di un passato che sembrava alle spalle, è l’ammissione – per il 31%
di madri e padri - di non poter pagare l’università ai propri figli, i
quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo
il 22% dei genitori intervistati), oppure bisognerà fare un prestito
(9%). Rispetto alla chiusura degli studi con il ciclo secondario
superiore, i genitori sembrano più ottimisti dei figli (solo il 18%,
contro il 28% degli studenti), ma esistono percentuali residuali sia
nei genitori che nei ragazzi che pensano che il ciclo di studi si
concluderà con la scuola dell’obbligo. Ma oltre all’istruzione,
sembra delinearsi un impatto della crisi che colpisce anche la cultura
e l’ambiente sociale. Secondo i genitori italiani i propri figli vanno
al cinema meno frequentemente di quanto si desidererebbero, a causa del
costo del biglietto (53%, 68% per i ragazzi), o perché sempre più sale
chiudono come segno difficile fase economica (7% genitori e 6 % dei
ragazzi). Per porre un freno al caro libri (percepito dal 22% degli
adulti e dal 24% dei ragazzi), la biblioteca si propone come soluzione
prevalente per i “divoratori” di quelli extrascolastici (29% dei
genitori e dal 28% dei ragazzi). Allarmante, ma probabilmente segno di
una crescente e dilagante “povertà di cultura”, il fatto che per un
adolescente su 5, la lettura non rappresenti un interesse. Per il 17%
dei ragazzi (21% dei genitori), le vacanze non ci sono già più mentre
il 23% (15% dei genitori) le ha fatte ma più brevi del solito. Fra i
genitori il 7% ci ha rinunciato per consentirle ai figli mentre 1 su 3
dice di riuscire a realizzarle grazie ad offerte low cost o
all’appoggio di parenti e amici. Tra le famiglie in difficoltà in
italia, 6 famiglie su 10 hanno deciso di non chiedere aiuti esterni (e,
quindi presumibilmente di prelevare dai risparmi, oppure di smettere di
risparmiare), tra le altre, la famiglia allargata resta la prima
risorsa per chiedere e ottenere un sostegno (29% dei genitori). I
ragazzi in più della metà dei casi ne parlano tra loro (57%) e i
segnali tra i coetanei – meno danaro a diposizione (49%), limitazioni
di uscita (25%), fino a lavoretti occasionali (9%) + 7%) - vengono
colti con grande puntualità. Aiuti economici diretti come la
“carta acquisti” ai nuclei familiari in difficoltà è la prima
misura-anticrisi che i politici dovrebbero prendere per il 41% dei
genitori, seguita dalla gratuità della mensa scolastica (18%) e dalla
“garanzia di accesso agli asili nido per le famiglie con bambini
piccoli (17%). Inoltre “servizi migliori per i giovani” garantirebbero
per il 42% dei genitori e il 64% dei ragazzi un ambiente migliore in
cui vivere e crescere.
Proposte per un “ritorno al futuro”
“Il generale impoverimento delle giovani generazioni va in parallelo
con una colpevole e annosa disattenzione nei loro confronti, che si sta
traducendo in una gravissima privazione di prospettive, in una parola,
di futuro”, continua Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children
Italia, “Cancellare il futuro di bambini e giovani significa
compromettere il futuro dell’intero paese”. Un piano specifico e
articolato di contrasto alla povertà minorile, che preveda al suo
interno alcune misure prioritarie come l’estensione della carta
d'inclusione sociale per l'acquisto di beni essenziali, non solo a quei
nuclei con figli, in situazione di povertà estrema ma a tutte le
famiglie a basso reddito con minori in difficoltà; un piano
d'investimento a favore dell'istruzione pubblica, per tenere aperte le
scuole con attività educative anche il pomeriggio e per garantire,
senza ulteriori costi per le famiglie, l'insegnamento delle materie
curricolari e i servizi di trasporto e mensa gratuiti per le famiglie
più in difficoltà. Un nuovo piano per l'utilizzo dei Fondi europei che
concentri le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture
fisiche ma anche del “capitale umano”, a partire dal potenziamento dei
servizi alla prima infanzia. Sono alcune delle proposte di Save the
Children per un “ritorno al futuro”. “La campagna sviluppata
l’anno scorso sicuramente ha contribuito a stimolare l’attivazione del
governo, per esempio nell’ambito della utilizzazione dei fondi
europei”, spiega Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa Save
the Children Italia. “Tuttavia bisogna fare molto di più e subito.
Attraverso la campagna Allarme Infanzia faremo la massima pressione
affinché l’infanzia torni al centro delle priorità dell’azione politica
o il danno sociale sarà irreparabile, sia per i giovani che per
l’intera nazione. Ci auguriamo di essere davvero in moltissimi a dare
voce a questo appello attraverso il sito www.allarmeinfanzia.it”.
La campagna “Allarme Infanzia” proseguirà fino al 5 giugno anche con il
sostegno di testimonial tra i quali Alessio Boni, Andrea Sartoretti,
Filippo Nigro, Giorgio Marchesi, Marco Giallini, Paolo Conticini,
Roberto Ciufoli, Rossella Brescia, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni,
Irene Ferri. Alcune delle denunce raccolte saranno consegnate ai
rappresentanti istituzionali insieme alle proposte di Save the Children
per restituire il futuro a bambini e ragazzi italiani.
ufficio stampa
Save the Children
Tel 06 48070081-23-001-71
press@savethechildren.it
Savethechildren.it
|
|