Predisporsi al dialogo
Data: Domenica, 19 maggio 2013 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Volendo continuare a parlare di “medicina e persona”, e delle esperienze del medico e psicologo ginevrino, Paul Tournier, mi accingo a condividere questo mio scritto che vuole trattare della “predisposizione al dialogo”, cioè come trovare il giusto metodo per relazionarsi con gli altri.
Nella vita frenetica di tutti i giorni, mancano spesso le occasioni per entrare in rapporto con gli altri in quanto l’uomo si lascia trasportare dagli eventi e dalle tante occasioni di distrazione e di alienazione, inoltre, mancano occasioni proficue per poter instaurare un dialogo, manca il silenzio e la condivisione di momenti di confronto e di riflessione. Per “poter risalire la china”, invece, bisogna riconoscere l’importanza del silenzio e del raccoglimento, occorre saper ascoltare gli altri, ed avere una vera predisposizione a voler dialogare senza pensare a quel che potrà accadere. Il silenzio è soprattutto un’attesa.
Paul Tournier, da credente, diceva: “Aspetto che Dio stimoli abbastanza la mia mente per rinnovarmi, per rendermi creatore piuttosto che essere un cembalo sonante, come dice San Paolo. Questo è lo scopo della mia vita. Un tentativo di guardare gli uomini ed i loro problemi dal punto di vista di Dio, per quanto è possibile”.
L’esperienza di Paul Tournier, nella preparazione al dialogo, è quella di aver aspettato pazientemente, e in silenzio, la voce di Dio. Ed il silenzio non è un fine, ma un mezzo, è una continua e personale “ricerca interiore”; la ricchezza del raccoglimento è, soprattutto, scoprire se stessi; il raccoglimento rappresenta un “approfondimento” di se stessi; la potenza del silenzio ci costringe a scendere più profondamente in noi stessi; per il credente, poi, il silenzio rappresenta l’ascolto di Dio. Nel silenzio la verità appare “completamente nitida”, e permette di scoprire l’immensità della vita. Certo, è difficile “ricercare il silenzio” solamente con l’intellettualismo e l’isolamento interiore, occorre, innanzitutto, avere chiara la “percezione” della “disciplina del raccoglimento”, rimuovendo i faticosi “ciottoli” dal nostro cammino. E solo chi entra in sintonia con il “silenzio”, scopre che esiste la possibilità di conoscersi e di comprendersi, vicendevolmente.
Senza imporre nessun percorso specifico, secondo Tournier, il medico e il paziente, devono cercare il giusto cammino che conduce, in maniera autentica, “alla strada intima del raccoglimento”. E anche ognuno di noi, in base alla propria indole, deve trovare il suo metodo di raccoglimento per poter “raggiungere il silenzio”, e predisporsi al dialogo.
Paul Tournier lo ha trovato nello studio e nella ricerca,… io l’ho cercato, e trovato,… ritirandomi “in campagna”, sotto il sole, meditando, leggendo qualche cantico, e scrivendo.
Solo attraverso il silenzio del mattino si può trovare l’esperienza del “vero raccoglimento”  che provoca un enorme “risveglio interiore”!

Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2481946.html