La matematica dei pensionamenti: un sorprendente effetto interpretativo
Data: Martedì, 07 maggio 2013 ore 06:30:00 CEST Argomento: Opinioni
Letto con molta
attenzione l’articolo già pubblicato sul sito DIR-PRESIDI-SCUOLA
Calabria in data 3 maggio 2013, riferito ai pensionamenti dei
dirigenti dal primo settembre 2013, sentiamo di dover comunicare, oltre
allo sconcerto suscitato dal doppio carteggio ad oggi incredibilmente
non chiarito dalle amministrazioni competenti, pur costantemente
sollecitate, un secondo importante
dettaglio.
In un paese in cui tutto, persino il più chiaro dei dettati
normativi, viene ossessivamente, compulsivamente e opportunisticamente
messo in discussione, una cosa sola non può essere travisata o negata:
la cara vecchia logica matematica, detestabile, al più, ma mai
opinabile.
Ed ecco allora chiarito, con elementare competenza da pallottoliere, che il
requisito dei 65 anni al 31 agosto 2013 non può mai e poi mai
cumularsi con quello dei 40 anni di anzianità contributiva, per
quei dirigenti che vengono pensionati d’ufficio per raggiungimento, comunque, entro il limite del 31
dicembre 2011, della cosiddetta quota 96.
Premesso che a quota 96, al 31.12.2011, arrivano, ex lege - la norma bontà
sua lo dice espressamente, per evitare sudorifere
circonvoluzioni delle sinapsi! – i lavoratori con:
- 60 anni di età + 36 di contribuzione,
ovvero,
- 61 anni di età + 35 di contribuzione,
se all’età anagrafica (espressamente indicata) di 60 ovvero 61 anni al
31.12.2011 (della qu0ta 96) e ai 40 anni di anzianità contributiva al
31.08.2013, dovessimo inopinatamente sommare anche il criterio dei 65
anni al 31.08.2013, suggeriti da interpretazioni cumulative “very naif” della
norma, bene, matematicamente, facendo un balzo indietro di due anni, al
31.12.2011 avremmo dirigenti con:
- 63 anni d’età + 38 anni di
anzianità contributiva = quota 101
con evidente superamento del limite dei 96 anni di “quota” al
31.12.2011, cumulati tra età e contribuzione.
Ora, già aver richiesto al nostro generoso Presidente della Repubblica
il sacrificio della permanenza in servizio alla veneranda età di
87 anni ci è sembrato tanto, volgiamo anche obbligare i dirigenti
scolastici ad una carriera contributiva centenaria?
E al contempo, pensiamo davvero di dover chiedere ai vincitori di un
sudatissimo concorso di “pazientare” ancora un “pochino” e mettere
“generosamente” da parte le norme che espressamente tutelano la
salvaguardia prioritaria della loro immissione in ruolo?
Signori, sia onestamente sia matematicamente, diciamocelo, è
davvero troppo!
Concludendo: studiamo certo il diritto, ma anche l’italiano (se proprio
la matematica ci dà il prurito) e quando la norma dice con tanta
generosa chiarezza per
anzianità contributiva di 40 anni indipendentemente dall’età,
non sommiamoci, per favore, anche il limite dei 65 anni, e non
perdiamo neppure tempo in quesiti bis e risposte bis, per giunta senza
cambiare data e protocollo, altrimenti rischiamo un “effetto Cocoon”
imbarazzante, almeno quanto il tunnel dei neutrini.
E nessuno, credo, né i dirigenti in servizio, né gli aspiranti al
ruolo, per questo miracolo chiederà la beatificazione.
Comitato di
redazione DS Calabria 98
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