Etna entra nel patrimonio Unesco, il riconoscimento assegnato a giugno
Data: Domenica, 05 maggio 2013 ore 12:02:39 CEST Argomento: Rassegna stampa
IL VULCANO
DEFINITO ICONA DEL MEDITERRANEO - Lo annuncia il ministro
dell'Ambiente, Andrea Orlando - CATANIA - L'Etna diventa patrimonio
dell’umanità. A giugno otterrà il riconoscimento Unesco a Phnom Penh,
in Cambogia, in occasione della trentasettesima sessione del Comitato
del patrimonio mondiale, cui interverranno rappresentanti di oltre 180
Paesi. Lo annuncia il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, che
commenta: «È un traguardo significativo per l'Italia. Il riconoscimento
Unesco, come è già avvenuto recentemente con le Dolomiti, è
un'opportunità per il nostro Paese per coniugare la tutela
dell'ambiente con la valorizzazione del territorio, investendo così
nello sviluppo sostenibile».
PATRIMONIO UNICO - «Si tratta di un risultato importante», si legge in
un comunicato del ministero dell’Ambiente, «che riconosce l'unicità del
patrimonio naturale italiano, il valore delle politiche nazionali di
conservazione e il lavoro svolto negli ultimi anni dal Parco dell'Etna
e dal ministero dell'Ambiente, che nel gennaio 2012 ne ha patrocinato
la candidatura». E' stato il ministero degli esteri a comunicare
l'esito positivo della valutazione del sito "Monte Etna".
ICONA DEL MEDITERRANEO - L'Unione internazionale per la conservazione
della natura (Iucn) - l'agenzia incaricata di esaminare le proposte di
iscrizione alla World heritage list - ha riconosciuto l'importanza
scientifica ed educativa, l'eccezionale attività eruttiva nonché
l'ultra-millenaria notorietà del vulcano, icona del Mediterraneo.
L'Iucn ha valutato l'Etna un esempio particolarmente significativo
delle grandi ere della storia della terra e dei processi geologici in
corso.
IL VULCANO PIU' ALTO D'EUROPA - L'Etna, con la sua altezza di oltre
3.300 metri è il vulcano attivo più alto d'Europa. Con la sua
circonferenza alla base di oltre duecento chilometri domina tutta la
zona a nord della città di Catania. Nacque da una serie di eruzioni
sottomarine che, secondo recenti studi geologici, si susseguirono
dapprima sulla costa jonica della Sicilia e si spostarono
progressivamente sempre più a nord riempiendo quello che gli studiosi
definiscono il «Golfo pre-etneo»: una enorme rientranza costiera con
epicentro dove sorge ora la città di Catania. La nascita del complesso
vulcanico va datata, secondo gli esperti, intorno a 500mila anni fa.
Sono residui della eruzione primitiva alcuni isolotti che ora sorgono
davanti al centro abitato di Acitrezza, nella immediata periferia di
Catania. A queste prime eruzioni seguirono altre che formarono una
montagna vulcanica che i geologi ora chiamano «Trifoglietto»;
l'attività eruttiva, in epoca imprecisata, proseguì leggermente più a
nord formando l'attuale massiccio vulcanico. L'altezza della grande
montagna è variabile, a causa delle eruzioni ed esplosioni di materiale
vulcanico che sono originate dal cratere centrale, ma abbastanza spesso
avvengono (anche contemporaneamente) sui fianchi del massiccio mettendo
a volte in pericolo i centri abitati che si inerpicano sul monte fino
ad un'altitudine di circa ottocento metri.
L'ERUZIONE DEL 1669 - Per la moderna vulcanologia, il massiccio
dell'Etna - secondo la «Teoria delle placche» - deriva dalla pressione
verso settentrione della «zolla africana» contro la «zolla europea». La
città di Catania, nei secoli, è stata più volte danneggiata da eruzioni
vulcaniche: la più devastante avvenne nel 1669 e distrusse quasi
interamente la città che fu quindi ricostruita secondo gli archetipi
estetici dell'epoca, cioè con forme barocche. L'ambiente naturale che
caratterizza la parte elevata del grande vulcano costituisce ora il
«Parco dell'Etna», istituito dalla Regione Siciliana con una legge del
1987. La gestione è affidata all'Ente Parco dell'Etna.
IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI - Nell'ambito del Parco, nel territorio
del comune di Sant'Alfio, si innalza imponente un albero, il «Castagno
dei cento cavalli», così chiamato perchè, secondo un racconto
tradizionale, alcuni secoli addietro, durante una tempesta, diede
riparo sotto i suoi rami a cento cavalieri. Addirittura, durante il
Regno borbonico delle Due Sicilie, la magnificenza dell'albero diede
origine ad un atto governativo di «tutela pubblica» che, con la sua
data del 21 agosto 1745, viene annoverato tra i primi interventi in
Europa a tutela dell'ambiente.
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