Prof derisi e insultati, nuova moda su Youtube Aggressioni verbali e gag offensive riprese con i telefonini
Data: Domenica, 05 maggio 2013 ore 11:48:09 CEST Argomento: Rassegna stampa
Roma Personaggi:
una professoressa e un’alunna. Scena: un’aula scolastica. Soggetto:
un’interrogazione andata male. Parti in copione: l’ammonitrice e
l’ammonita. Ciak: l’ammonitrice s’infuria, grida, sventola le mani
minacciosamente contro l’altra. L’ammonita balbetta, s’impietrisce, si
mortifica, vedrai che adesso piange. L’ammonita è la prof. L’alunna è
davvero arrabbiatissima. Urla, si agita, scaraventa i libri sul banco,
si alza,si avventa contro la cattedra, gesticola scompostamente, esce
dall’aula, sbatte la porta, ritorna, ricomincia a urlare: «Prof, lei
non mi deve rompere... tutti i giorni viene in classe e mi rompe le
scatole...la prossima volta le faccio vedere..
vergogna...mavaffan..!!!».
La prof è ammutolita. Sgomenta. Sconfitta. Non riesce a
replicare. Gli altri alunni ridono. Fine. Titolo del corto:
”Alunna si sfoga e manda a....la prof, MITICO (tutto maiuscolo)”.
Commento affine a quelli dei numerosissimi altri video quasi identici,
con rare concessioni alla fantasia: GRANDE, FICHISSIMO, FORTISSIMO
(sempre maiuscolo).
Produzione smartphone. Regista anonimo. Distribuzione
Youtube. Visualizzazioni 404.917. Recensione a caso: «Se si è
arrabbiata, un motivo ci sarà». Tematica: insulti agli insegnanti. Un
classico della serie che potremmo definire: dagli ai prof, fateli neri,
e riprendete tutto. Ovvero: la dissacrazione della scuola.
SPOGLIARELLO E BALLI
Video su video. Sequenze di ordinaria vita scolastica
immortalate in modo estemporaneo, oppure preordinate con preventivo
allestimento del copione. Risate scomposte, collettive. Docenti
annientati. Quello che grida, paonazzo dalla rabbia; quello che butta
per terra un libro per l’indignazione; quello che minaccia; quello che
fa un inutile sermone; quello che si paralizza, e non reagisce, e gli
si strozza il fiato. Nessuno, però, sembra sorpreso: va così. Va, per
esempio, lo spogliarello, maschile e femminile. Sbarca in classe dalle
assemblee di istituto, che lo hanno lanciato. Porte chiuse, musica a
palla, ragazza o ragazzo al centro, ballo sfrenato, via i vestiti. Un
rito del genere, celebrato recentemente in un liceo romano, sta girando
tra i cellulari degli altri licei, per mms, come suggerimento tematico
per analoghe assemblee.
E ”cosa succede in classe quando il prof gira le spalle?”, chiedono
altri titoli? In casi del genere va moltissimo la maccarena. Si danza
in simmetria perfetta durante le interrogazioni, le spiegazioni, i
compiti in classe, per poi montare i balli in video con appropriate
colonne sonore, e scaricare. Ci si interrompe, con mosse fulminee da
prestigiatori, non appena si ricade nel campo visivo della prof.
E poi si canta. Si canta col labiale o sottovoce mentre il prof spiega
Kant, che tanto la colonna sonora ce la metti dopo, e Kant, nei talent
show, che te ne fai? E poi, per non farsi interrogare, si racconta: «Mi
si è gonfiato un testicolo, prof, se vuole le ho portato la
fotografia». E poi si entra in classe indossando un accappatoio, o se
ne esce «perché, guardi qui, devo andare a cambiarmi l’assorbente»,
incollato sui pantaloni, tra le gambe di un maschietto. E poi si
sfascia la cattedra di un prof. E a un altro gli si spara con la
pistola di plastica, gridando bumbumbum. E un’altra la si accoglie in
classe rovesciando i tavoli, usandoli come scudi, gridando ”Spaaarta!”.
E poi si entra in classe dalla finestra, oppure se ne esce con un
salto, per non farsi interrogare, alternativa alla variante ”fuga nei
corridoi”, col prof alla calcagne. E poi ecco un toc toc, ecco la porta
che si apre, ecco qualcuno che si affaccia all’aula, ”scusi, prof..”.
I TRAVESTIMENTI
È l’ora del travestimento. Opzioni infinite. Potrebbe arrivare
chiunque. Tra gli altri: un pizzaiolo coi cartoni in mano («chi ha
ordinato queste dieci pizze?»); un venditore abusivo coi Cd; uno che
mangia pastasciutta, «per caso avete un po’ di parmigiano?»; uno che
chiede: «qualcuno ha una banana gonfiabile?». Filippo (nome di
fantasia), la sfila da sotto il banco, si alza, gliela porta. E’ una
banana di gomma. Enorme. Come l’impotenza di quei prof.
Marida
Lombardo Pijola - Ilmessaggero.it
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