Il discorso del Padre Presidente
Data: Giovedì, 02 maggio 2013 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Si era già capito da tempo: i nostri politici, in gravi difficoltà, avevano bisogno di un Padre! E il Padre, nobile e generoso, invocato a gran voce, è venuto in loro soccorso. Ma ha parlato chiaro ai “figli”: state attenti - ha detto - io sono vecchio e stanco, ormai, e, prima o poi, dovrò lasciarvi. Allora, quando non ci sarò più, quando sarò assente, dovrete dimostrare la vostra maturità, dovrete smetterla di farvi guerra tra fratelli! Fate un patto di riappacificazione; cercate i punti che vi uniscono e non quelli che vi dividono, siate disponibili a collaborare tutti insieme per il bene comune della società e del Paese; siate responsabili nei confronti  dei cittadini delle vostre azioni. Ora è tempo, per la politica, di edificare, e di studiare, anche, per cercare in tutti i modi possibili di uscire dalle macerie di una gestione della cosa pubblica, che è stata disastrosa  per tutti e, soprattutto, per i più deboli. Ora si abbassino i toni di guerriglia; si dia strada al buon senso; ascolto alla ragionevolezza del fare, più che del dire. So, per esperienza antica, che la politica è l’arte del compromesso, e che la regola del "mai dire mai" non è  bestemmia da far perdere  la grazia del paradiso. E perciò, vi invito a deporre le armi del disaccordo e degli interessi di parte. Ora è tempo di recuperare l’austerità  e  il buon senso  nell’amministrazione  della cosa pubblica e di  cominciate a mettere mano seriamente, senza livori e rancori, a quelle riforme “strutturali “ di cui il Paese ha urgente bisogno, e che non possono più essere disattese!
E’ da vent’anni che incombe sulla società una lotta fratricida, una vergognosa “ guerra civile fredda”. Vent’anni di vergogne: quella  di una casta politica “divisiva”, ingorda e sfacciata che, insensibile ai disagi sociali del paese reale, non ha saputo, né  voluto, fare altro che ridurre il Parlamento  a spazio da corrida e a spaccio di favoritismi  e scambi di vessilli e di poltrone; un preferire alla dialettica del discorso rispettoso delle ragioni altrui, la violenza verbale, la zuffa, lo scontro e la demonizzazione dell’avversario politico, usando, spesso, in mancanza di argomentazioni valide, eccessi verbali  da postribolo; un diluviare di contumelie e scandali, pubblici e privati;  e truffe, e sperpero di denaro pubblico; evasioni fiscali vergognose, e privilegi da alto medioevo; e lassismo etico da basso impero, e incultura elevata a sistema.   Anni di politica  bui, che hanno piagato il nostro belpaese: esodati,  cassintegrati, precari, disoccupati, disperati suicidi per la perdita del lavoro;  e fabbriche chiuse, e imprese fallite, e povertà aumentate!  E la Scuola? e l’Istruzione, la Ricerca e la Sanità pubblica ?   Le abbiamo viste agonizzare sotto i colpi impietosi  d’accetta, che tagliavano  risorse e negavano  investimenti, mentre la casta sperperava  in cambio denaro pubblico. E, infine, i giovani!, derubati del loro futuro.
Ora, il Padre, stanco ma fiducioso,  ha invitato i figli a costruire una società di fratelli; li ha invitati a (ri-)fare "la politica" vera, quella con la P maiuscola, che cerca  e ama la concordia, il confronto sereno e costruttivo; la politica della pacificazione, del buon senso e della civiltà della parola, del rispetto rigoroso dei diritti costituzionali dei cittadini tutti. Una Politica, fra le “politiche”, che sappia veramente lottare  contro tutte le forme di corruzione e di malaffare, e ricostruire l’unità solidale dello Stato  nazionale! 
Questo, l’auspicio del padre Presidente. E anche il nostro.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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