Cambia la politica?
Data: Mercoledì, 01 maggio 2013 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


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“Veramente più volte  appaion cose
Che danno a dubitar falsa matera
Per le vere ragion che son nascose”
(Dante, Purgatorio, c.XXII, vv.28-30)
Ci voleva  l’atto scriteriato, cruento, e disperatamente  improvvido, di uno sventurato e infelice disoccupato, nonché  il prezzo del sacrificio di due incolpevoli fedeli servitori dello Stato, perché i nostri “professionisti” della politica, con deplorevole e ingiustificabile ritardo, riscoprissero e riconoscessero l’urgenza e  la necessità di abbassare i toni dell’odio e di censurare il lessico della guerriglia, e recuperassero l’austerità e  il buon senso  di mettersi d’accordo  nel governo della cosa pubblica e  cominciassero a lavorare seriamente senza livori e rancori? So che la politica è l’arte del possibile e che la regola del "mai dire mai" non è  bestemmia da far perdere  la grazia del paradiso.
Ma, ripeto: ci voleva la consumazione di una tragedia, perché i due più grandi partiti, se non altri, si accorgessero che questo antico e nobile Paese, ridotto, per mala politica,  allo stremo delle sue forze di sopportazione del disastro  economico e dello sfrangiamento  del suo tessuto sociale, non poteva più soffrire  contenuti e  e forme  becere di certo lessico politico?
Non era sufficiente  l’enorme disagio sociale per farli ravvedere?
Ci voleva  pure un tributo di sangue innocente e di dolore congiunto,  per ravvedersi e  condannare  finalmente  i toni odiosamente sconci e sguaiati di una politica litigiosa,"divisiva"  e avvelenata, durata vent’anni?
Tanto ci voleva, perché i partiti potessero  rappacificarsi e collaborare insieme per il bene comune? Vent’anni di "guerra civile fredda" il Paese ha dovuto sopportare!

Vent’anni di vergogne: quella  di una casta politica ingorda e sfacciata, - e insensibile ai disagi del paese reale;  che non ha saputo fare altro che ridurre il Parlamento  a spazio da corrida e a spaccio di favoritismi  e scambi di vessilli e di poltrone;  un parlare a vuoto di "riforme strutturali" senza mai farle; un preferire alla dialettica del discorso rispettoso delle ragioni altrui, la violenza verbale, la zuffa, lo scontro e la demonizzazione dell’avversario politico, usando spesso eccessi verbali  da postribolo; un diluviare di contumelie e scandali, pubblici e privati;  e truffe, e sperpero di denaro pubblico; evasioni fiscali vergognose, e privilegi da alto medioevo; e lassismo etico da basso impero, e incultura elevata a sistema.

Anni bui, quelli che hanno piagato il nostro belpaese: esodati, precari, disoccupati, disperati per la perdita del lavoro;  e fabbriche chiuse, e imprese fallite, e povertà aumentate!
E la Scuola? e l’Istruzione, la Ricerca e la Sanità pubblica ? 
Le abbiamo viste agonizzare sotto i colpi impietosi  d’accetta, che tagliavano  risorse e negavano  investimenti. E, infine, i giovani!, derubati del loro futuro.
Oggi, si cambia?  Cambiano "le politiche"?
Noi ce lo auguriamo.  E speriamo, soprattutto, che ritorni in Parlamento "la politica" vera, quella  con la P maiuscola, che cerchi  e ami il confronto sereno e costruttivo; la politica della pacificazione, del buon senso e della civiltà della parola, e del rispetto rigoroso dei diritti costituzionali dei cittadini tutti, la Politica che lotti  contro tutte le forme di corruzione e di malaffare! 
Questo, il  nostro auspicio. Pro bono malum!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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