Ministro Carrozza, se ti dicono 'vedremo', non fidarti: sei ancora in tempo a rinunciare
Data: Sabato, 27 aprile 2013 ore 22:39:30 CEST Argomento: Rassegna stampa
Cara collega
(non mi rivolgo a te come “Gentile Ministro” perché il giuramento non è
ancora avvenuto) pochi giorni fa hai affrontato il problema dell’Anvur
e delle procedure per la valutazione della ricerca e per le idoneità
dicendo questo: “Per rendere il sistema meno soggetto a problemi di
corruzione e localismo nel corso degli anni è stato impostato un
sistema di selezione che tende a inserire rendicontazioni, controlli e
utilizzo di indicatori numerici. Il fine è rendere meno soggettivo e
più automatico possibile il processo di selezione sia nel campo del
finanziamento alla ricerca che nel reclutamento dei ricercatori. Sembra
una lotta fra il bene e il male ed è come se rendere il processo di
scelta automatico e basato sui soli numeri ci salvasse dalla tentazione
dei decisori di manipolare il sistema.
Il risultato è che abbiamo messo in piedi un sistema involuto e
farraginoso, ed abbiamo perso l’obiettivo primario di combattere le
manipolazioni. Abbiamo perso anche la finalità di diffondere un’etica
pubblica basata sulla reputazione e sulla responsabilità personale di
cui l’Italia ha un gran bisogno.”
Io non potrei essere più d’accordo. Un modesto consiglio per il momento
in cui entrerai al Ministero: fai un decreto per sciogliere l’Anvur.
Come Papa Francesco ha dato dei segnali chiari di discontinuità
autodefinendosi solo “Vescovo di Roma” e rifiutando le scarpette rosse
o altri segnali della pompa vaticana, così tutti noi che lavoriamo
all’università ti saremmo grati se volessi farci capire che sarai il
ministro della comunità universitaria e non il “commissario alla
scuola” del ministro dell’Economia. Perché questo sono stati i tuoi
predecessori: che fossero personaggi ridicoli e indecenti come la
Gelmini o rispettabili ex rettori come Profumo, non hanno fatto altro
che firmare le scartoffie con cui l’università veniva commissariata al
fine di ridurre le spese. Tagliare, tagliare, tagliare istruzione e
cultura per mantenere intatti comparti come la Difesa, le missioni
militari all’estero, i “saldi complessivi” della finanza pubblica.
Quindi, cara collega, se vuoi davvero fare il ministro senza lasciare
un pessimo ricordo di te a docenti e studenti, converrà che tu chieda
serie garanzie al presidente del Consiglio e al ministro del Tesoro
perché mettano a disposizione le somme necessarie alla didattica e alla
ricerca, invertendo un trend negativo che dura da vent’anni. Se non
mettono delle garanzie serie sul piatto meglio tornare alla professione
che hai svolto così brillantemente fino ad ora, o restare in Parlamento
e fare la tua battaglia lì. Se ti dicono “vedremo”, non fidarti: sei
ancora in tempo a rinunciare.
Fabrizio
Tonello - Ilfattoquotidiano.it
|
|