Inaugurazione Museo Civico Archeologico Città di Ramacca
Data: Giovedì, 04 aprile 2013 ore 06:45:00 CEST
Argomento: Redazione


Venerdì 5 Aprile ore 18:30 palazzo di Città, Via Manzoni, 2 inaugurazione del Museo Civico Archeologico - Città di Ramacca. Il Museo civico archeologico di Ramacca permette di conoscere una pagina importante dell’archeologia e della storia siciliana. All’interno è possibile approfondire la conoscenza delle antiche comunità nomadi di cacciatori e raccoglitori di epoca mesolitica (10.000-6500 a.C.) che avevano un accampamento a Perriere Sottano (una contrada nel territorio di Ramacca), fino ad arrivare all’incontro fra gli indigeni e i greci che provengono dalle colonie di Catania e Lentini nel VII secolo a.C. È possibile comprendere che tipo di insediamenti si sviluppano nelle epoche successive fino all’epoca romana; una fase testimoniata da diversi insediamenti, tra i quali spicca la villa del Castellito, con i suoi mosaici e il suo piccolo impianto termale. È un museo vivo, una realtà che supera il concetto di museo come contenitore. Si tratta, infatti, di un importantissimo centro di studi cultura, che ha dato e continua a dare un grande impulso alla ricerca archeologica.

Gli strumenti di pietra
Le prime vetrine dell’allestimento del Museo civico di Ramacca, espongono oggetti provenienti dai più antichi insediamenti del territorio: si tratta di manufatti litici (di pietra) dei periodi mesolitico (10.000-6500 a.C.) e neolitico (6500–3500 a.C.) e dell’antica età del bronzo (2200–1400 a.C.), recuperati in alcune contrade del territorio. In particolare sono esposti materiali provenienti dall’importante riparo sotto roccia di Perriere Sottano, dove è stato individuato un accampamento di cacciatori e raccoglitori del mesolitico.
Gli strumenti di queste epoche erano ottenuti dalla lavorazione di frammenti di rocce, per esempio la selce tipica della zona iblea, la quarzite della zona di Monte Iudica o il basalto etneo. Trasformati spesso in punte aguzze, erano utilizzati dall’uomo per la caccia e la macellazione degli animali, la successiva lavorazione delle pelli o delle ossa. Le ossa, una volta lavorate, erano riutilizzate come strumenti.

Il centro greco-indigeno: l'abitato
Una parte dei materiali esposti nelle vetrine 3 e 4 appartengono alla fase della colonizzazione ellenica. Dal VIII secolo a.C., infatti, con l’arrivo dalle coste dei coloni provenienti da Catania e Lentini, l’insediamento dell’antica città, che aveva la sua acropoli (parte alta della città) sulla sommità de “La Montagna”, ebbe un grande sviluppo, diventando uno dei più importanti centri indigeni-ellenizzati della zona. Per centri indigeni-ellenizzati si intendono quei centri indigeni in cui, l’incontro con l’elemento ellenico (greco), dà vita a delle forme culturali “miste”. Alcune delle case del centro, costruito su terrazze, presentano, come elemento caratterizzante il fatto di avere gli ambienti, in parte scavati nella roccia e in parte costruiti in elevato.
Fra i materiali provenienti dall’abitato sono esposti tegole, ceramiche indigene e greche, pentole da fuoco, macine in pietra lavica ed altri oggetti di vita quotidiana.

Il culto di Demetra e Kore
Presso il Museo di Ramacca, sono conservati materiali provenienti da un’importante area sacra rinvenuta nell'area della necropoli (città dei morti) ovest nel corso di scavi archeologici condotti negli anni Ottanta.
Sulla sommità di una piccola altura alle cui pendici si aprivano tombe a camera scavate nella roccia, sono stati messi in luce una serie di depositi votivi collocati per lo più in anfratti fra le rocce. All’interno di questi depositi, oltre a vasellame di vario tipo, sono state trovate molte statuette di terracotta, databili entro un arco di tempo compreso fra il V e il IV secolo a.C.
Si tratta del tipo di figura femminile recante in mano una fiaccola, un porcellino o attributi comunque legati al culto di Demetra e Kore. Sulla collina doveva esistere, pertanto, un santuario rupestre dedicato alle due divinità, protettrici della fecondità e della vita ultraterrena e in genere fortemente legate ai riti agricoli.

Età romana nel territorio
Nel territorio di Ramacca è attestata anche una frequentazione in epoca romana. In alcune vetrine del Museo sono esposti materiali di epoca romano-imperiale provenienti da varie contrade, fra cui Santa Maria e Torricella.
Fra i reperti, si segnala un’epigrafe funeraria (breve iscrizione incisa o scolpita su pietra o lastra, destinata a commemorare il defunto) di età romana, proveniente da Cozzo Saitano - Ventrelli, in cui è ricordato un certo Abdalas, schiavo di Domizia Longina moglie dell'imperatore Domiziano.

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