Scuola, pensionamenti dimezzati: assunzioni di precari a rischio
Data: Martedì, 02 aprile 2013 ore 17:52:41 CEST Argomento: Rassegna stampa
La legge Fornero
riduce il turn over dei docenti del 50% - ROMA - Invecchiano i docenti
dietro la cattedra, ma invecchiano anche i precari in attesa di una
stabilizzazione che ritarda sempre di più. La legge Fornero che allunga
l’età lavorativa sia per gli uomini che per le donne riduce il
turn-over degli insegnanti del cinquanta per cento nelle classi
italiane. E secondo i sindacati, a questo punto, sono a rischio anche
tutte le 11.542 assunzioni del concorso dei docenti bandito lo scorso
autunno.
L’ALLARME
L’allarme dei sindacati è scattato di fronte ai dati sulle domande di
pensionamento del personale della scuola, diffusi dal Ministero
dell’Istruzione. Dati provvisori (ciascuna domanda è al vaglio
ministeriale) e che potrebbero subire qualche piccolissima variazione,
ma che comunque confermano che il quadro dell’occupazione si è ridotto
drasticamente. I docenti che andranno in pensione da settembre sono
10.009, mentre nello scorso anno scolastico sono stati 21.112. Sono di
3.343 unità le uscite del personale Ata, contro i 5.336 dell’anno
precedente. Il maggior numero di pensionamenti nelle scuole superiori
dove sono state presentate 3.187 domande. Poco meno nella scuola
primaria con 3.090 richieste. A seguire le richieste di riposo nella
scuola media (2.439) e nella materna (1.293). Tra il personale tecnico
ausiliario (gli Ata), a lasciare il posto sono soprattutto i
collaboratori scolastici (2.180 domande) e gli assistenti
amministrativi (756).
LE ACCUSE
La Flc-Cgil, che accusa il ministero di aver dato i dati sui
pensionamenti in ritardo per non aver avuto il coraggio di rivelare
«gli effetti disastrosi della riforma Fornero», sostiene che non solo
ci saranno meno assunzioni, ma che «perfino l’attuale concorso rischia
di non avere posti sufficienti». E riguardo al concorso annunciato
nelle scorse settimane dal ministro Francesco Profumo per questa
primavera: «Altro che nuovo concorso!». Marcello Pacifico, presidente
nazionale dell’Anife: «Sono dati così allarmanti da poter pregiudicare
persino le assunzioni del concorso in fase di espletamento. E meglio
non parlare del nuovo! Questi dati aumentano il precariato, allontanano
le nuove generazioni degli insegnanti e allontanano l’Italia dalla
media Ocse».
L’ETÀ MEDIA
Tra le conseguenze della riforma Fornero, in effetti, non ci sarebbe
solo l’aumento del precariato storico della scuola (160mila stando agli
ultimi dati della Funzione Pubblica). Ma anche quella inevitabile di
alzare l’età media del personale. Esasperando una caratteristica della
scuola italiana che è stata già stigmatizzata dal rapporto Ocse
sull’Educazione del 2012. In 19 su 32 dei Paesi dell’Ocse il 60% dei
docenti di scuola secondaria ha almeno 40 anni, mentre in Italia sono
oltre il 70% (ma anche Germania e Austria superano questa soglia). I
giovanissimi, i docenti sotto i 30, in Italia sono solo lo 0,5%, mentre
la media Ocse nella primaria arriva al 14%.
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