Per una scuola veramente liberale
Data: Lunedì, 01 aprile 2013 ore 04:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Uno dei principi sostenuti senza riserve da AreaLiberale è quello della difesa dei principi del libero mercato e della concorrenza in tutti campi di attività, non solo nel settore dell’economia ma anche in settori nei quali si tende ancora a riconoscere preminente la presenza dello Stato e di una direzione centralizzata. Uno di questi è quello dell’istruzione.

Nel nostro Cantone la scuola pubblica è stata introdotta nell’Ottocento ed ha assolto in modo egregio il compito di estendere l’istruzione a tutti i settori della società ticinese contribuendo alla sua emancipazione dai retaggi del passato. A distanza di due secoli il settore dell’istruzione pubblica si presenta sotto forma di numerosi ordini di scuola, dalla scuola dell’infanzia sino all’università ed è sovrastato da un dipartimento che, strutturato con più divisioni, sezioni ed uffici, dirige tutta l’organizzazione scolastica non solo a livello di programmi scolastici ma anche a livello amministrativo. A seguito dell’aumento della popolazione e della forte urbanizzazione vi è stata una crescita non solo qualitativa ma anche quantitativa dell’apparato pubblico scolastico, con la creazione di numerose sedi scolastiche di ugual livello, non solo in ambito regionale ma anche all’interno delle città e con una notevole estensione in numeri e mezzi di tutto l’apparato burocratico di supporto e direzionale.

Nonostante i forti cambiamenti intervenuti negli ultimi 50 anni nella società ticinese la scuola pubblica è rimasta ancorata ad una direzione centralizzata, emanante da un dipartimento fortemente dotato di mezzi e uomini, che limita fortemente l’autonomia non solo didattica ma anche gestionale delle singole sedi. Questo dato di fatto, condizionato da un sistema politico e partitico di matrice radicale che vede nella scuola la punta di diamante dello Stato e dalla quale lo Stato non può e non deve assolutamente togliere la sua mano regolatrice, porta ad una deresponsabilizzazione delle direzioni di sede e degli insegnanti che è di ostacolo all’eccellenza dell’insegnamento e favorisce una crescente apatia del corpo insegnate stesso.

La soluzione per valorizzare l’insegnamento nella scuola pubblica non risiede però tanto nella scelta di persone o di programmi né tantomeno nei vacui proclami che risuonano periodicamente in congressi e nei mass media ma può passare solo attraverso un cambiamento di sistema e la corrispondente introduzione di incentivi. Quali? Quelli basati su una accresciuta autonomia delle singole sedi scolastiche e una più marcata responsabilizzazione delle singole direzioni che devono essere investite di più poteri decisionali, come quello di assumere autonomamente e gestire il corpo insegnate e anche quello di licenziarlo in caso di inefficienza o di operare determinati investimenti. E tra le sedi di ugual grado una maggiore autonomia gestionale potrà portare ad istaurare una concorrenza tra di esse.

Questo cambiamento di paradigma per essere efficace deve però essere accompagnato dalla facoltà da parte dei genitori di potere scegliere liberamente la sede scolastica per i loro figli e questa libertà di scelta può solo essere resa possibile modificando in modo radicale il finanziamento dell’insegnamento introducendo il finanziamento personalizzato del singolo allievo mediante la concessione da parte dello Stato di un ticket scolastico: mediante la concessione di un assegno finanziario da parte dello Stato l’allievo è nella possibilità di scegliere la sede per lui più conveniente e si può essere certi che la scelta andrà verso quegli istituti pubblici (e non solo privati) che garantiranno un insegnamento efficiente.

Ogni sede scolastica, che per la sua ubicazione si troverà a dovere essere confrontata con altre sedi di pari grado, dovendo dipendere per la sua esistenza dai finanziamenti portati dai singoli allievi, dovrà giocoforza essere gestita in modo efficiente e ottimale se vorrà continuare ad operare. Questa soluzione, che chiaramente può essere raggiunta solo con il coinvolgimento del Cantone trattandosi di normative cantonali e che richiede un lunga fase di elaborazione, avrebbe l’indubbio vantaggio non solo di incentivare il miglioramento dell’insegnamento, di snellire la macchina burocratica statale e di indebolire le politiche clientelari, ma anche quello di dare maggiore responsabilizzazione e quindi motivazione al corpo insegnante. Questi punti, forse scioccanti per taluni ma che sono stati applicati nei paesi scandinavi (che hanno dietro a loro una lunga esperienza socialista) e da ultimo in Gran Bretagna, sono stati inseriti da AreaLiberalenel suo programma per Lugano in quanto riteniamo che un punto di partenza per formare una scuola veramente liberale possa partire da un grande comune e che una città come Lugano possa essere di spinta anche in questo settore sia nell’ambito delle sue competenze che esercitando le dovute pressioni per modificare l’assetto legislativo cantonale.

Stelio Pesciallo - Ticinolive.ch





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