Prosegue il delirio che porta il nome di TFA
Data: Giovedì, 28 marzo 2013 ore 07:00:00 CET Argomento: Opinioni
Per un po' si è aspettato
increduli, quasi speranzosi, che le cose si sistemassero (non tutte ma
almeno le più importanti, tipo - ad esempio - il tirocinio, dal quale
il suddetto TFA prende il nome), ma niente. Nemmeno l'ombra infatti
della famigerata pratica attiva in classe, il fiore all'occhiello del
nuovo reclutamento degli insegnanti. Pare che per motivi volgarmente
economici (il pagamento o meno dei tutor) si sia bloccato tutto: si è
dovuta rivedere la convenzione tra Regione e Università, il tutto non
proprio tempestivamente e in pieno percorso formativo. Ad oggi non sono
state ancora firmate le convenzioni con le scuole e se va bene il
tirocinio partirà dopo Pasqua.
A due mesi dal pagamento della prima rata, a quasi un anno dall'inizio
delle selezioni, a Pisa sono state fatte in tutto 5 lezioni pomeridiane
di scienze dell'educazione (di cui una introduttiva) più qualche
lezione di indirizzo. Tutto sta slittando, in barba a quanto fu
comunicato ufficialmente prima del pagamento della rata di gennaio, e
cioè che a fine maggio sarebbero dovuti finire sia corsi che tirocinio.
Il corso di scienze dell'educazione, ad esempio, andrà avanti fino a
fine giugno. Che importa se la gente ha preso impegni di lavoro, se si
è organizzata in base a comunicazioni ufficiali, che importa se nelle
scuole italiane a giugno c'è il vizio di fare scrutini ed esami:
l'importante è aver incassato la prima rata. E il tutto è ancora più
odioso dall'aria di canzonatoria sufficienza con cui vengono accolte le
legittime richieste dei tirocinanti. Nonché dalla rigidità nei
confronti della richiesta, più che comprensibile e praticabile, di
variazioni sull'ammontare massimo di assenze (almeno a giugno e almeno
quelle giustificate: in altri atenei è stato fatto), dati i cambiamenti
sopravvenuti in corso d'opera. Del resto, cosa aspettarsi da un Ateneo
che nega le borse di studio ai tirocinanti e al contempo provvede
all'aumento di stipendio di molti suoi funzionari? Evidentemente c'è
chi si può permettere di cambiare i giorni di lezione, di pubblicare
sul sito di Ateneo informazioni errate, di accumulare ritardi su
ritardi, di non concedere aule per le lezioni, di bloccare le
convenzioni con la Regione, di negare il diritto allo studio; i
tirocinanti invece pare non si possano permettere neppure di
organizzare i propri impegni lavorativi o di partecipare agli esami dei
propri studenti.
E non finisce qui: già si prospetta l'infausta possibilità di rimandare
l'abilitazione a ottobre per chi non finisse in tempo il tirocinio in
classe. Come se i ritardi fossero colpa dei tirocinanti. Come dire: noi
già pensiamo a sbagliare, sta a voi mettere la toppa; non vorrete mica
che ci mettiamo anche a rispettare le note ministeriali (quella del
28/2/2013, in particolare, che invita le Università a far abilitare i
corsisti entro agosto 2013)?
In tutto questo viene anche da chiedersi come siano stati spesi i soldi
delle tasse dei tirocinanti.
Per fortuna la seconda rata non è ancora stata pagata.
Carlotta
Cini - Cobas Scuola Pisa
cini.carlotta@gmail.com
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