Presidente Boldrini, Le chiedo di investire nell’istruzione e nel welfare, altrimenti si rischia di diventare la colonia di altri paesi
Data: Giovedì, 28 marzo 2013 ore 06:45:00 CET Argomento: Opinioni
Gentile
Presidente,
mi rivolgo a Lei poiché le parole da Lei pronunciate, durante il Suo
insediamento alla Presidenza della Camera, mi hanno indotto a darLe
fiducia. Sin da giovane mi sono sempre impelagato in battaglie legate
all’ambiente e al sociale occupandomi come pedagogista della crescita
di molti ragazzi. Oggi, visti gli eventi attuali, la mia rabbia e la
sfiducia nel presente non fanno che aumentare poiché, da due anni, il
governo cui avevo posto la fiducia ha gravemente danneggiato la scuola
pubblica e l’università. Ci troviamo, per assurdo, in un Paese che,
dagli anni novanta, non investe in due settori fondamentali quali
l’istruzione e la sanità. I nostri governanti hanno dimenticato quale
importanza abbia la cura della mente e del corpo operando tagli che,
nell’ultimo ventennio, hanno fatto abbassare la competitività del
nostro Paese. Paesi come la Finlandia, la Corea del Sud, la Francia, la
Germania, solo per citarne alcuni, investono ed hanno investito ingenti
somme nell’istruzione perché sanno che il futuro del loro paese si
costruisce dentro le aule delle scuole e delle università e dando
dignità al personale che vi lavora. L’Italia, anziché prendere esempio
da questi paesi virtuosi, dirotta i fondi, stanziati per il sociale e
per l’istruzione, al salvataggio dell’Alitalia, al contenimento del
prezzo del carburante, alla cassa pensione dei giornalisti etc… Le
giustificazioni che i governi succedutesi hanno dato sono tante e,
prima fra tutte, la crisi economica. Eppure noi tutti sappiamo che la
crisi economica è dettata dai mercati e il costo del carburante dai
nostri governanti, vista la poca trasparenza in questo settore. Il
governo tecnico ha tacciato gli insegnanti, fra l’altro sotto pagati,
di corporativismo. Invece di dare dignità al mondo della scuola si
cerca di far pagare ad essa quelle colpe che sono tutte riconducibili a
chi ha governato l’Italia nell’ultimo ventennio e a quei sindacati che
hanno approfittato di questa situazione per tenersi ben salda la loro
poltrona. Il malessere di questo comparto, come di quello della sanità,
nasce dal malcostume dei nostri governanti che hanno utilizzato questi
settori come contenitori di voti riversandoci “protetti” senza che
avessero le competenze e, soprattutto, causando un esubero di
personale. In modo scientifico con la legge 62/2000 sulla parità
scolastica si è contribuito ad abbassare il livello di preparazione dei
nostri studenti. A questo livello si sono adeguate molte scuole
statali, soprattutto del meridione, pur di non vedersi sfuggire gli
studenti e, di conseguenza, posti di lavoro ed autonomia degli
istituti. Il giurare sulla Costituzione Italiana vuol dire giurare
anche sull’art. 33 di essa. Eppure questo articolo viene disatteso dal
momento in cui la maggior parte dei deputati vota a favore del
finanziamento alle scuole private. La scuola privata, così come le
altre attività imprenditoriali, deve essere messa in grado di operare
bene ma senza oneri per lo Stato. Questo diventa una “conditio sine qua
non” in una fase storica come quella che stiamo attraversando oggi. È
del 21 marzo ’13 il decreto firmato dal Ministero dell’Istruzione di
concerto con quello della Funzione Pubblica e dell’Economia e delle
Finanze che OBBLIGA insegnanti cosiddetti “inidonei” per l’insegnamento
e ITP (insegnanti tecnico pratici) a transitare nei ruoli ATA e
diventare, per lo più assistenti amministrativi lasciando senza lavoro,
dopo 12 anni di sevizio, circa 3.000 persone. Il ministro Profumo,
dall’alto delle sue competenze tecniche, ha affermato più volte che
l’Italia non riesce a spendere i soldi che investe in Europa.
Quest’affermazione stride con il decreto appena firmato; infatti, per
anni il Ministero dell’Istruzione ha speso in tecnologia e in corsi di
formazione al fine di dematerializzare i documenti cartacei e creare un
sistema informatico chiamato SIDI che desse la possibilità al mondo
della scuola di avere una piattaforma unica per la gestione di tutti i
suoi settori. “Buttare” nelle segreterie delle scuole i cosiddetti
insegnanti “inidonei” significherà rallentare e bloccare la macchina
amministrativa di molti istituti scolastici causando anche dei
contenziosi. Il ministro deve spiegare come sia possibile che gente che
ha un’età anagrafica al di sopra dei cinquant’anni possa imparare
quello che assistenti amministrativi di trenta, quarant’anni hanno
imparato in dieci, dodici anni di esperienza lavorativa. La stesura e
la rendicontazione dei Fondi della Comunità Europea dei progetti
scolastici il Ministro a chi la affiderà? Sicuramente a dei tecnici
esterni. Inoltre, con l’autonomia scolastica, le segreterie hanno
assunto un ruolo centrale nelle scuole. Un Dirigente dei Servizi
Amministrativi competente oggi è fondamentale per il corretto
funzionamento della macchina amministrativa della scuola. Invece, dal 1
settembre 2009 al 1 settembre 2012 nel personale di segreteria (ATA) ci
sono stati tagli per 26.903 unità nel completo SILENZIO DEI SINDACATI
che barattano il nostro posto e il buon funzionamento della scuola,
evidentemente, con altri interessi… Inoltre, questa “diatriba”,
definita “la guerra dei poveri”, fa pensare che dietro ci siano
interessi tra chi decreta leggi che vengono meno all’art. 4 della
Costituzione e chi decide di avviare dei ricorsi sostenuti
economicamente dai soliti precari.
Presidente Boldrini Le chiedo di intervenire affinché questa operazione
scellerata venga fermata, affinché la categoria degli assistenti
amministrativi di cui faccio parte venga tutelata stabilizzando, per lo
meno, coloro i quali da dieci anni sono collocati nelle graduatorie
permanenti, affinché i soldi di cui ha bisogno lo Stato non vengano
decurtati dall’istruzione e dalla sanità ma vengano presi da opere
“assurde” come la TAV, o di altre infrastrutture che deturpano il
nostro Paese, dall’evasione fiscale, dagli accordi iniqui che il nostro
Stato ha fatto e fa con delle compagnie petrolifere, dai costi
elevati della politica, etc…
Presidente Boldrini, Le chiedo di investire nell’istruzione e nel
welfare invertendo la tendenza che ha accomunato i governi di questi
ultimi vent’anni. Non impegnarsi in questi settori vuol dire non far
crescere il nostro Paese, non dare ai nostri figli la possibilità di un
futuro dignitoso in Italia. Noi rischiamo di diventare la colonia di
altri paesi che mostrano, oggi, di essere più lungimiranti di
noi.
Ancora una volta, Le dico grazie per le parole da Lei pronunciate in
Parlamento
dott. Gianluca Occhipinti - Assistente
Amministrativo
gianluca.occhipinti71@gmail.com
3341874038
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