Quando la fisiologia coincide con l’anima. Il tempo del sé ovvero modesta difesa del vecchio stolto
Data: Giovedì, 21 marzo 2013 ore 03:00:00 CET
Argomento: Redazione


Nell’affascinante cornice dell’Hotel Nettuno di Catania, lo scorso 22 febbraio si sono riuniti i soci del Lions Club Catania Gioeni, e i loro ospiti, per ascoltare la relazione del socio Censore Avv. Matteo Licari sul tema: “Quando la fisiologia coincide con l’anima. Il tempo del sé ovvero modesta difesa del vecchio stolto”. Il relatore è stato presentato dal Presidente del Club Dott. Ing. Francesco Pezzella e dall’Arch. Patrizia Condorelli responsabile, quest’ultima, del coordinamento delle serate “Insieme tra noi” che tanto successo stanno riscuotendo presso i soci per la varietà e l’importanza degli argomenti finora trattati.
Partendo dall’assunto che la realtà non è quasi mai quella che appare o che vorremmo che fosse, il relatore ha intrattenuto i presenti sulle caratteristiche e il valore del tempo della cosiddetta vecchiaia. Difficile è, non solo definire che cos’è, ma anche quando comincia il tempo della senectus. L’evo presente ha reso “liquida”, come direbbe il sociologo Zygmun Bauman, anche la vecchiaia; sicché non sono più sufficienti a individuarla i criteri finora messi in campo dalla sociologia e dalla biologia. Infatti, una certa efficacia oggi si attribuisce alla scienza psicologica, secondo cui la vecchiaia è il termine del nostro sviluppo psicologico, che porta alla conoscenza di sé stessi… anche se, bisogna riconoscerlo, l’arrivarci è, comunque, arduo. Il relatore ha ricordato, citando Cicerone, che “senectus ipsa morbus est”, cioè che la vecchiaia di per se stessa è una malattia, volendosi con ciò sottolineare che non mancano nella tarda età gli acciacchi e i dolorosi affanni.
Certamente, triste è la vecchiaia. Nella letteratura e nell’arte, sin dall’antichità essa veniva descritta sotto forma di una vecchia vestita di nero o del colore delle foglie avvizzite, che cammina appoggiandosi a un bastone, con in mano una coppa e con lo sguardo rivolto verso una tomba aperta sul cui orlo si vedeva un orologio a polvere, con la sabbia già quasi esaurita. Tuttavia, attraverso l’analisi degli elementi negativi di questa stagione della vita: morte prossima, sofferenza, deficit fisiologico, malattia, inabilità certi malanni e certe deficienze, a guardar bene, non sono una specialità esclusiva dell’età avanzata. La vecchiaia può essere, senza per questo volerla “inzuccherare”, venerabilis  perché ha il dono della saggezza. Se la “giovinezza si fugge tuttavia”, in compenso la vecchiaia si ristora della perdita con il dono della saggezza! Diceva Solone, a tal proposito, che, invecchiando, aveva imparato sempre più molte cose. E così pure Catone sosteneva non essere la vecchiaia una malattia ma l’età della prudenza e della saviezza. Gli inconvenienti derivano più dal carattere delle persone che dal peso degli anni: l’uomo savio sopporta la vecchiaia anche se povero e sofferente, lo stolto non la sopporta anche se agiato e in buona salute.
L’vv. Licari, nello svolgimento del suo tema, in qualche modo ha contestato radicalmente l’assunto di chi ritiene che la  vecchiaia sia, tout court, sinonimo di “saggezza”. La saggezza, ha precisato il relatore, non è affatto una caratteristica della vecchiaia ma della maturità e della capacità relazionale di ciascuno, che si acquisisce indipendentemente dall’età. La cosiddetta saggezza ingabbia la persona avanti con gli anni ad un ruolo che gli impedisce la piena esplicazione e realizzazione del proprio carattere, cioè di conoscersi finalmente per come è, senza le sovrastrutture che il super-io della vita attiva e produttiva gli ha imposto. Abbandonando la concezione utilitaristica delle vecchiaia, senza inseguire i modelli giovanili ma solo accettando, invece, la propria “stoltezza”, l’anziano potrà iniziare un percorso che l’aiuterà a ritrovare se stesso e a godersi il suo tempo. In questo quadro i messaggi di decadenza funzionale, che la fisiologia dà, dicono all’anziano di concentrarsi più sul “capire” che sull' "essere”, e in questo senso la fisiologia è sempre psicologica, ci aiuta a comprendere noi stessi e la vita. 

Prof.ssa Francesca Condorelli - Consigliere/Addetto Stampa LC Catania Gioeni
profcondorelli@icloud.com





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