#succedesolonellamiascuola: su Twitter la scuola italiana senza segreti
Data: Martedì, 19 marzo 2013 ore 04:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
ROMA - Bagni senza
carta igienica e gessetti da utilizzare in modalità “spending review”.
Botta e risposta alunni-prof e turni per andare al bagno. Bidelli
svogliati non meno del compagno di banco, che schiaccia un pisolino
durante la lezione senza che nessuno se ne accorga. E poi, ancora,
docenti in difficoltà con il pc, paura per le finestre che “si
staccano”, ammirazione per i “graffiti” che decorano i corridoi. È un
puzzle coloratissimo della scuola italiana quello che gli studenti
stanno componendo su twitter con l'hashtag #succedesolonellamiascuola:
centinaia di tweet che, messi insieme, danno l'idea della complessità
del vivere quotidiano negli istituti di tutta Italia. Sul social
network non c'è segreto che tenga, le classi si aprono al mondo e gli
occhi di chi naviga in rete possono vedere tutto. C'è chi parla della
chimera di avere un docente fisso: «Ogni settimana abbiamo un
professore di arte diverso»; chi dice che l'insegnante di religione non
fa che raccontare storie personali, salvo poi avere «il coraggio di
mettere insufficiente»; chi osserva che la «prof di educazione fisica
ha la stessa tuta da 50 anni». Ci sono i ragazzi che si cambiano in
classe dopo le ore di educazione fisica perché non ci sono spogliatoi.
Le classi «a forma di L», delle quali per ovvi motivi viene utilizzata
solo una parte; l'acqua marrone che esce dai – pochi – rubinetti
funzionanti. E se gli edifici scolastici vengono quasi sempre descritti
come inadatti, poco sicuri, freddi o sporchi, non va meglio al
personale docente: gli studenti li considerano vittime dei loro
discutibili comportamenti. Poche sono le lodi «l'insegnante di inglese
ci sa fare», molte le critiche «ci chiedono di non usare il cellulare
in classe ma poi, quando squilla il loro telefonino, rispondono sempre
perché è un'emergenza»; «non vogliono che fumiamo, ma il preside va in
giro con il sigaro». I tweet si accavallano, si intrecciano, ce ne sono
di tutti i tipi: alcuni divertenti, altri dissacranti, altri ancora a
dir poco preoccupanti. Quel che è certo è che, su twitter, gli studenti
hanno aperto un varco a chiunque voglia comprendere il loro modo di
vivere gli anni della scuola: una scuola che può permettersi di
«comprare i registi-tablet ma non di mandarci in gita quest'anno». Ci
sono poi i vizi e le tendenze dei giovanissimi, «se non fumi sei uno
sfigato», le mode del momento «le ragazze hanno le treccine». Tra i
tanti “cinguettii”, quel che emerge è il ritratto di una scuola in
crisi e di una generazione complessa: spesso ineducata, ma anche
attenta ai dettagli e, tutto sommato, dotata di un discreto senso
dell'ironia.
Vincenza de Iudicibus
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