Scuola, i vincitori del Tirocinio Formativo Attivo contro la sanatoria del governo
Data: Domenica, 10 marzo 2013 ore 16:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Avviato nel 2012 al posto
delle Ssis per regolare l’abilitazione all’insegnamento, il Tfa
ordinario rischia ora di essere penalizzato dal Tfa speciale, a cui
saranno ammessi tutti coloro che, al 1999 al 2011, possono vantare tre
anni di supplenze, da un minimo di 180 giorni. L'Adi: "Ricorreremo al
Tar" - Il mondo della scuola italiana è di nuovo nel caos. E stavolta
la polemica riguarda il Tirocinio Formativo Attivo, avviato nel 2012 in
sostituzione delle vecchie Ssis (le Scuole di Specializzazione
all’Insegnamento Secondario, chiuse nel 2009) per regolare
l’abilitazione all’insegnamento. Neanche il tempo di far partire i
corsi del Tfa ordinario, che il Ministero dell’Istruzione si appresta a
istituire il Tfa speciale. Il decreto – approvato all’unanimità dalla
VII Commissione di Camera e Senato, ora in attesa della firma del
Ministro Francesco Profumo – prevede l’ammissione a nuovi corsi
abilitanti per tutti coloro che, a partire dal 1999 e fino al 2011,
possono vantare un servizio di tre anni di supplenze, da un minimo di
180 giorni l’uno. “E’ una cosa indegna, siamo di fronte all’ennesima
sanatoria”, accusa Alessandra Cenerini, presidente dell’Adi
(Associazione Docenti Italiani), in prima linea nella protesta che si è
scatenata sul web. Il termine ‘sanatoria’ al Ministero non piace, ma si
tratta di un vero e proprio colpo di spugna, che a pochi mesi di
distanza dalla pubblicazione delle graduatorie, vanifica di fatto gli
esiti del concorso per il Tfa ordinario. E con essi gli sforzi dei
circa 20mila aspiranti insegnanti, che per guadagnarsi l’accesso ai
corsi avevano dovuto sostenere ben tre esami (un test a risposta
multipla, una prova scritta ed una orale) spalmati su diversi mesi.
Nelle intenzioni del Ministero, il Tfa avrebbe dovuto rappresentare uno
step importante del percorso per la carriera da insegnante: il bando
era stato concepito con un numero di posti limitato e con delle prove
d’accesso molto severe, per corrispondere alle esigenze e alle capacità
di assorbimento del mondo del lavoro. Adesso, invece, l’abilitazione
verrà concessa, senza alcun esame preselettivo, ad oltre 70mila
persone. “Tutta gente – sottolinea l’Adi – che ha partecipato al
concorso per il Tfa ordinario (dove già le supplenze svolte avevano un
peso decisivo in graduatoria), senza superarlo. E che negli anni
passati aveva avuto tante altre possibilità, con sanatorie analoghe e
con le Ssis. Diciamo sempre che bisogna premiare il merito nella
scuola. Questo provvedimento va esattamente nella direzione opposta:
raccatta gli scarti e penalizza i giovani preparati che hanno fatto
tanti sacrifici per entrare al Tfa”. Il Ministero, però, rispedisce
ogni accusa al mittente. Lucrezia Stellacci, Capo Dipartimento per gli
ordinamenti scolastici, spiega al fattoquotidiano.it le ragioni del Tfa
speciale: “Abbiamo deciso di intervenire perché ci siamo accorti che
c’era un errore a monte del Tfa ordinario: la programmazione era stata
fatta solo sulla base del turn-over, ossia del numero di insegnanti che
si prevede potranno essere assunti nei prossimi anni. Ma oltre ai
docenti di ruolo, nella scuola insegnano anche tantissimi precari. E
non ci sembra giusto che in aula entri gente che ha solo il titolo di
studio e non l’abilitazione: abbiamo oltre 100mila supplenze l’anno da
coprire, per questo abbiamo deciso di allargare i cordoni del Tfa”.
“L’errore – conclude – è stato fatto dalla gestione precedente, non
dalla nostra”. Il Ministero, però, promette quantomeno di scongiurare
la possibilità che gli abilitati del Tfa speciale possano scavalcare in
graduatoria quelli del Tfa ordinario, in virtù proprio delle supplenze
svolte: “Stiamo studiando una differenziazione fra i due titoli”.
Nonostante quest’ultima rassicurazione, restano in piedi le obiezioni
mosse da chi vede nel provvedimento un passo indietro rispetto a quanto
fatto nel 2012. “Non è certo regalando l’abilitazione che si crea
personale qualificato”, ribatte la Cenerini, che si dice preoccupata
non solo dell’ingiustizia nei confronti degli ammessi al Tfa ordinario,
ma anche dell’impatto che il Tfa speciale avrà sul mondo del lavoro:
“Buttiamo a mare quello straccio di programmazione che avevamo.
L’Italia è l’unico Paese privo di un percorso professionale credibile
per l’insegnamento: continuiamo a sfornare docenti senza cattedra, e a
rinviare la soluzione di tutti i problemi ai fantomatici concorsoni”.
Senza dimenticare un altro aspetto: secondo l’Adi, il Tfa speciale (che
nasce come ‘una tantum’ ma potrebbe costituire un precedente pericoloso
in futuro) rischia di alimentare il sistema di sfruttamento dei giovani
insegnanti da parte delle scuole paritarie. Dove, non è un mistero,
molti ragazzi accettano di lavorare gratuitamente (e a volte persino di
pagarsi i contributi), pur di raggranellare qualche punto in più in
graduatoria. “Invece di combattere questo meccanismo perverso, di fatto
lo si legittima dando valore abilitante alle supplenze, spesso
effettuate in barba ad ogni principio di legalità”. Per tutte queste
ragioni, l’approvazione del Tfa non va giù a molti. L’Adi ha già
raccolto più di mille firme tra corsisti e docenti di tutta Italia, e
ci sono state anche alcune manifestazioni di protesta (l’ultima qualche
giorno fa, all’Università di Chieti). Ma la decisione è presa: come
confermato anche al fattoquotidiano.it, il Ministero non intende fare
marcia indietro. Perché l’iter legislativo si completi ci vorranno un
paio di settimane. Poi il Tfa speciale diventerà realtà. I corsisti del
Tfa ordinario, sostenuti dall’Adi, hanno già annunciato l’intenzione di
fare ricorso al Tar. “Speriamo di non essere costretti a portare in
tribunale i problemi della scuola”, dicono. A quanto pare lo saranno.
Lorenzo Vendemiale
www.ilfattoquotidiano.it
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