La scelta del nuovo papa, un atto di speranza e di coraggio
Data: Domenica, 10 marzo 2013 ore 07:00:00 CET
Argomento: Redazione


Annuntio vobis gaudio magnum: habemus Papam!In questa settimana, sicuramente, avremo il nuovo papa. Gli scranni della Cappella Sistina, “luogo sublime”, deputato alla sacra elezione, sono già pronti ad accogliere i 115 cardinali elettori che dovranno scegliere, “nel silenzio dell’Urbe et Orbi”, il nuovo capo della Chiesa universale. Ormai si attende, martedì 12 marzo, con trepidazione, l’inizio del Conclave, dopo la messa “pro eligendo Pontifice” nella basilica di San Pietro, avverrà la pronuncia dell’“extra omnes” (il “fuori tutti”) dalla Cappella Sistina, che sarà solennemente pronunciato dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Guido Marini. E’ la venticinquesima volta che il Conclave si svolge nella Sistina, nello scenario dei capolavori pittorici di Michelangelo, ed è sempre affascinante, e carico d’emozione e di mistero, l’elezione del Sommo Pontefice, una commistione tra sacro e umano, tra orazioni e procedure, tra preghiere e schede elettorali, tra ispirazioni divine e maggioranze “qualificate”! Il trascendente che entra nella storia, il sovrannaturale che si trasforma in azione, il divino che diventa cronaca… in diretta Tv! Vedremo i 115 “grandi elettori”, in fila indiana, come un rosario, rosso porpora, entrare nella basilica di San Pietro, e, in “tutte le operazioni connesse con l’elezione del Sommo Pontefice”, come previsto dal “Motu Proprio” di Benedetto XVI, “non siano avvicinati da nessuno”, finché non appare la “fumata bianca” che annuncia al mondo l’elezione del Successore di Pietro. E se, ormai da parecchi giorni, nei mass media di tutto il mondo, impazza il “toto papa”, che snocciola una infinita rosa di papabili, frutto di analisi geopolitiche e di teorie fantascientifiche (difficilmente verificabili), i porporati, dietro i loro volti sorridenti e le inneggianti tuniche merlettate, “tessono file e alleanze” in trepida attesa del grande evento. E anche noi, in perfetto stile giornalistico, vogliamo avanzare qualche ipotesi su chi potrebbe essere il successore di Benedetto XVI. Gli elettori potrebbero protendere per un papato di transizione, in vista della quasi “coabitazione” con Ratzinger, e si potrebbe pensare ai card. Roger Etchegaray, Jorge Bergoglio (troppo anziani?), o agli italiani, Tettamanzi o Re. Oppure, tenuto conto della rinuncia, del papa emerito, “per la diminuzione del vigore fisico e dell’animo”, i porporati possono pensano ad un pontefice “forte e giovane”, dal “mitico” papa nero, alla forte pattuglia nordamericano o dell’America latina, dal canadese Ouellet, all’argentino Sandri, dall’austriaco Schoenborn, all’ungherese Erdo, fino alla nutrita schiera di papabili italiani, (Ravasi, Scola, Bagnasco, De Giorgi, Comastri, Piacenza, Betori). Anche se, il vecchio detto, è sempre in agguato, “In conclave chi entra papa, esce cardinale!”. Per questo crediamo che, al di là del nome, è più utile capire la direzione che vuole intraprendere la Chiesa del dopo Ratzinger, il messaggio e la prospettiva che il Collegio cardinalizio intende lanciare ai fedeli e al mondo intero. A partire dai grandi problemi che affliggono “il corpo malato della chiesa di Cristo”, il dialogo interreligioso con le altre confessioni, le tematiche teologiche e culturali con il mondo moderno, la crisi dei valori e dell’identità dell’uomo d’oggi, le gravi difficoltà economiche e politiche delle nazioni, e poi gli scandali interni alla Chiesa di Roma, la pedofilia, Vatileaks, la gestione della Curia e dello Ior. In una società globalizzata, confusa e, sempre più, disorientata, dominata da un cupo e onnicomprensivo relativismo etico e culturale, la forza della Chiesa sta, unicamente, nella purezza e chiarezza del messaggio evangelico, nella fede, forte e inoppugnabile, al Cristo Redentore. Certamente, non vogliamo, né sappiamo, “dettare” nessuna “agenda” al nuovo pontefice, vorremmo, semplicemente, una Chiesa sempre più vicina all’uomo ed alle sue sofferenze materiali e, soprattutto, spirituali; più attenta agli offesi e agli indifesi, ai miseri e agli ultimi nel corpo e nell’anima.
Quindi, non ci resta che attendere, con pazienza, l’annunzio, (dopo il terzo scrutinio), del cardinale protodiacono, “Annuntio vobis gaudio magnum: habemus Papam!”.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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