Scuola, stop alle bocciature, adottiamo la proposta tedesca
Data: Sabato, 23 febbraio 2013 ore 12:32:02 CET Argomento: Rassegna stampa
Ma perché
bocciare? A fermare la meritocrazia è arrivata la notizia di una
proposta della coalizione Spd-Verdi della Bassa Sassonia che vorrebbe
l’abolizione della bocciatura in tutte le scuole del Bundesland.
Secondo la nuova sinistra di governo di Hannover rimandare i ragazzi è
troppo umiliante e costa troppo. Un tema già affrontato: gli esperti dell’Ocse
hanno calcolato che ogni bocciatura costa in media tra i 10 e i 15 mila
dollari annuali. In paesi come la Spagna, il Belgio o l’Olanda, i
“ripetenti” incidono sul 10% del budget complessivo per l’educazione.
Non ne farei solo una questione di costi.
Oggi a essere fermati sono ancora, come 60 anni fa, i ragazzi figli dei
meno abbienti, provenenti dalle classi sociali più povere. Sto parlando
di una povertà che spesso non è economica ma culturale. La conferma
arriva da una ricerca di Skuola.net che esaminando le percentuali di
promossi e bocciati nelle scuole superiori delle maggiori città
italiane ha rilevato che il 23,4 % di coloro che frequentano un
istituto professionale e il 20% degli studenti di un istituto
tecnologico sono fermati mentre al liceo classico il semaforo rosso
scatta solo per il 5,9%. Mi tornano in mente i grafici riportati da don
Lorenzo Milani in “Lettera a una professoressa”: guardando il mestiere
del babbo dei ragazzi bocciati risultava che il 55% dei figli dei
contadini era fermato mentre era solo il 25% dei ragazzi provenienti da
famiglie non contadine a essere respinto. Scriveva il prete di
Barbiana: “Dei sei ragazzi bocciati, quattro stanno ripetendo la prima.
Per la scuola non sono persi, ma per la classe sì. Forse la maestra non
se ne dà pensiero, perché li sa al sicuro nella classe accanto. Forse
se li è già dimenticati. Per lei che ne ha 32, un ragazzo è una
frazione. Per il ragazzo la maestra è molto di più. Ne ha avuta una
sola e l’ha cacciato”. Io non ho mai cacciato nessuno. Anzi. Almeno due
volte, non ho permesso con il mio voto negativo, di bocciare dei
bambini alla scuola primaria visto che in Italia c’è ancora la
possibilità di fermare i bambini anche alla scuola dell’obbligo. La
proposta tedesca è da prendere in considerazione. Certo non dobbiamo
dimenticare, come molti miei colleghi delle superiori denunciano in
libri e articoli, che i ragazzi arrivano all’università senza sapere
scrivere correttamente. Ma non abbiamo bisogno di una strage che
colpisca ancora e sempre le classi sociali più deboli. Abbiamo bisogno
di una scuola che non umilia ma che comprende e che aiuta a migliorare.
Penso a una scuola dove chi deve essere bocciato abbia un aiuto in più,
un programma didattico che si adegui al percorso umano, più docenti
“specializzati” al recupero. Una meritocrazia che non sia concorrenza e
che non crei ansie. Ieri uscendo dalla scuola ho trovato attorno
all’auto due bambini di 8 anni: “Ma quando danno le pagelle?”. Ho
chiesto loro: “Perché siete interessati ai voti?”. Uno di loro mi ha
risposto: “Perché ho paura di mio padre!”.
Alex Corlazzoli
www.ilfattoquotidiano.it
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