Ecco
un’intervista a Martino Ferro, autore della nuova serie d'avventura
Vanity Ves
Ci racconti in breve cosa vorresti che
trovasse un giovane lettore ne "Il lago dei quattro vulcani"?
Vorrei che trovasse, prima di tutto, avventura e divertimento. Che
potesse abbandonarsi al ritmo dell'azione e al fascino della magia, ma
anche, allo stesso tempo, alla curiosità di scoprire qualcosa di nuovo
su paesi sconosciuti, su culture lontane e diverse dalla nostra.
Insomma, vorrei che si sentisse trasportato in giro per il mondo,
attraverso le Porte Alchemiche, come le giovani protagoniste della mia
storia. Per questo ho cercato di fare un ritratto "reale" dei paesi
attraversati (Marocco, Cuba, Colombia, Guatemala), non "da cartolina",
ma come li ho conosciuti e attraversati personalmente. Per questo ho
cercato di mantenere, quando ho inserito racconti mitologici ("I
signori di Xibalba", tratto dal testo sacro dei Maya "Popol Vuh") una
certa precisione filologica. Parallelamente, vorrei che un giovane
lettore, o lettrice, potesse ritrovare quell'esperienza di integrazione
etnica che è ormai comune a tutte le nuove generazioni: proprio come le
mie giovani protagoniste, tutte "immigrate" (tranne Ilaria) di seconda
generazione, provenienti ognuna da un diverso continente del pianeta.
Dopo aver esordito con romanzi per
adulti e aver scritto per la TV, ora sei entrato nel mondo dei ragazzi.
Perché hai deciso di rivolgerti ai giovanissimi?
Ero a casa di un mio caro amico, qualche tempo fa, quando sua figlia
Nina, allora undicenne, sapendo che ero uno scrittore mi chiese se
poteva leggermi un testo che aveva appena composto di sua mano.
Naturalmente acconsentii e ne rimasi incantato. La semplicità e la
purezza narrativa di quella sua prima prova letteraria, fatta di magia
e di avventura, mi fecero venir voglia di confrontarmi con quelle
stesse forze "primigenie", insomma di riscoprire il bambino che era in
me, di ritornare in un certo senso all'epoca in cui anch'io, come lei,
avevo scoperto la scrittura. Ad ogni modo, penso che il tema
dell'infanzia sia un aspetto fondamentale del mio percorso letterario:
non a caso il mio primo romanzo, "Il primo che sorride", narra le
vicenda di una ragazzina di 13 anni!
Questa newsletter viene letta da tanti
insegnanti. Cosa pensi si possa fare a scuola per avvicinare i ragazzi
al piacere della lettura? Possono trovare spunti nelle Vanity Ves in
tal senso?
Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di assistere (e a volte di
partecipare) a interessanti e preziose iniziative da parte di amici
insegnanti (tra cui il padre di Nina, la bambina-scrittrice di cui
sopra!) in percorsi di avvicinamento alla lettura ("Libri in scena", in
provincia di Lecco, o "Libernauta" a Firenze, per esempio). Devo dire
che l'utilizzo del teatro mi è parso lo strumento più adatto e
sorprendente in questo senso. Per questo, con un'amica attrice e
regista teatrale, sto appunto lavorando ad un'idea di
spettacolo-laboratorio basato sulle avventure delle Vanity Ves. Al di
là di ciò, penso che il contributo più importante che possa dare un
insegnante per avvicinare gli studenti alla lettura, sia comunicare la
"propria" passione per i libri e la letteratura, senza pregiudizi, ma
con la massima apertura a scoprire ogni volta qualcosa di nuovo e di
diverso. È quello che è successo a me e sarò grato a quegli insegnanti
(che tra me e me chiamo ancora "maestri") per sempre.
Quali sono stati i tuoi libri
prediletti dell'infanzia?
Troneggiano, su tutti gli altri, tre grandi classici: "Winnie the Pooh"
(rigorosamente corredato dalle illustrazioni originali, detesto la
versione disneyiana); "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Carrol e
"Le Avventure di Huckleberry Finn" di Mark Twain. Anche Verne mi ha
fatto sognare: ricordo una bellissima edizione illustrata de "Il giro
del mondo in 80 giorni" che in qualche modo, immagino, ha ispirato
anche le mie "Vanity Ves". Anni dopo ho scoperto, ma ero già grande, i
libri di Roald Dahl… ed è stato come tornare bambino una seconda volta.
Martino Ferro è nato nel 1974 a
Firenze e vive a Milano. Nel 2005 vince il Premio Calvino per opere
inedite con il romanzo "Il primo che sorride", che nel 2006 viene
pubblicato da Einaudi, con cui continua a pubblicare i suoi romanzi per
adulti. Ha lavorato per il cinema, il teatro, la radio e la televisione
come sceneggiatore e autore. Mentre continua la sua attività di
romanziere per adulti, insieme a Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio
ha dato vita ai "Soliti Idioti", unico tra i tre autori a non andare
davanti alle telecamere.
Ha appena pubblicato con Giunti "Il Lago dei quattro vulcani", primo
titolo di una nuova serie di avventura, che porta i lettori in un lungo
viaggio tra le bellezze del mondo:
Vanity
Ves.
Giunti Scuola