Dimensionamento: un’altra fumata nera tra Stato e Regioni
Data: Martedì, 12 febbraio 2013 ore 12:00:00 CET Argomento: Sindacati
Se lo Stato non ce la
fa ad imporre il rispetto della normativa, con le Regioni che stavolta
vanno oltre il proprio ruolo, sarà il nostro giovane sindacato a
difendere gli interessi degli utenti e dei lavoratori della scuola. Sul
dimensionamento scolastico si continua a procedere con una visione
parziale, che non tiene conto della normativa vigente, delle
indicazioni della Consulta e delle esigenze dell’utenza scolastica:
ancora una volta la Conferenza delle Regioni non è infatti pervenuta a
trovare quell’accordo che avrebbe potuto ridare all’istruzione italiana
le 2mila scuole soppresse in modo illegittimo nell’ultimo biennio.
Anief apprende che la Conferenza Stato-Regioni continua ad ignorare la
sentenza della Corte Costituzionale n.147/2012: applicando
ostinatamente l’ormai superato comma 5 dell’art. 19 della Legge
n.111/2011, l’orientamento rimane quello di non assegnare il dirigente
scolastico e il Dsga in tutti quei casi in cui gli istituti superiori
non raggiungano i 600 alunni (nelle aree urbane) e i 400 alunni (nelle
aree montane). Si tratta di una prospettiva che deriva da
un’interpretazione errata dei ruoli istituzionali: se da una parte la
legge impone allo Stato di diramare i criteri generali, in fase
attuativa spetta alle Regioni adattare le norme in base alle specifiche
necessità territoriali. Invece, quello che si sta realizzando, peraltro
anche a fatica, è l’ennesimo spregio a questo modello. Con le Regioni
che si sostituiscono sistematicamente al legislatore. E
l’amministrazione centrale, rappresentata dal Miur e dal Mef, che opera
principalmente per mantenere un obiettivo: mantenere i risparmi
incamerati, a costo di rendersi artefice di inefficienze e disservizi
pubblici. È poi chiaro che sta venendo meno il ruolo super partes della
Conferenza, che non riesce ad individuare un nuovo criterio
dell’impianto normativo generale. Come bene evidenziato dalla Corte
Costituzionale. Quello che sta avvenendo è che le Regioni, attraverso
decreti assessoriali, leggi e delibere locali, stanno andando oltre il
proprio ruolo: introducendo parametri (su sedi, alunni, ecc.) in palese
contrasto con le norme nazionali.
“È evidente – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief – che se lo
Stato non ce la fa ad imporre il rispetto della normativa, sarà il
nostro giovane sindacato a difendere gli interessi degli utenti e dei
lavoratori della scuola: l’Anief, dopo aver tentato una conciliazione
con i governatori, scrivendo a tutti loro ad inizio 2013, conferma la
volontà di patrocinare gratuitamente dei fondati ricorsi ai Tar, con il
preciso fine di far annullare in sede giudiziaria tutti gli atti
illegittimi sul dimensionamento scolastico e di far ripristinare i
2mila istituti cancellati nell’ultimo biennio”. Famiglie, DS, DSGA,
docenti e personale Ata possono inviare le richieste di informazioni
sui ricorsi da attuare contro il dimensionamento del prossimo anno
scolastico – quindi contro Miur e Regioni - scrivendo a
dimensionamento@anief.net.
www.anief.org
|
|