Il Carnevale di Misterbianco, di una volta, visto con gli occhi di una donna…
Data: Lunedì, 11 febbraio 2013 ore 13:11:59 CET Argomento: Redazione
È un motivo
di grande soddisfazione, per me, sapere che quest’anno, finalmente,
“riparte” il Carnevale di Misterbianco. Ricordo che in Veneto, nei
primi anni di lavoro, raccontavo con orgoglio del Carnevale del mio
paese, “dei costumi più belli”, non solo della Sicilia, ma di tutta
Italia.
Raccontavo dell’impegno di tante persone che per parecchi mesi, si
cimentavano nella costruzione di carri, curati nei minimi dettagli, con
tematiche originali e sempre nuove, con luci e suoni “fosforescenti”, e
del lavoro delle tante sarte che, con maestria, cucivano costumi
spettacolari, per la fattezza delle stoffe e dei particolari, e con
tantissimi ballerini, che, con delle coreografie eccezionali,
percorrevano le vie principali della città.
Veniva coinvolto un intero paese, in quello che nel tempo era diventato
uno dei più bei carnevali di Sicilia.
Una imponente manifestazione, attesa non solo dai misterbianchesi,
ma anche da numerosi turisti provenienti da tutte le parti della
Sicilia.
Il mio pensiero, intanto, ripercorre altri periodi legati al carnevale
dei miei tempi, quando, da ragazzina, insieme a qualche amica
indossavamo il dominò, la lunga tunica nera, con cappuccio e
mascherina, e, con fare “circospetto”, per non essere riconosciute, ci
avvinavamo verso ‘u Munumentu o ‘a Chiazza, e man mano che ci
avvicinavamo, venivamo coinvolte dalla musica ad alto volume trasmessa
per le strade, musica allegra, che quasi senza rendercene conto ci
scatenava dentro una gran voglia di ballare. E ci immergevamo in mezzo
alla folla, incuranti di tutto, decise a trovare, in mezzo a tanti,
“quello” con cui avremmo ballato l’intera la serata.
Scrutavi, e poi sceglievi, nella speranza di trovare, magari, il
ragazzo che ti piaceva, e così, dopo averlo adocchiato,… partivi
all’attacco!
Eravamo noi donne ad avere il “privilegio” di invitare… il malcapitato
di turno, che non poteva rifiutarsi, ed era bellissimo vedere come lui
cercasse, per tutta la serata, di riconoscerti, chiedendo informazioni
sui tuoi “gusti” e sull’ultima canzone… dei Beans! E intanto noi,
stavamo molto attente anche nel parlare, cercando, persino, di
mimetizzare la voce. La più grande paura dei ragazzi era quella di
ritrovarsi a ballare con qualche “tardona”, che a fine serata gli
scroccava pure i dolcetti… Era consuetudine, infatti, che il cavaliere
ringraziasse la dama offrendo qualche dolcetto al bar.
Quante emozioni e quanti batticuori… Quanti amori nascevano in quelle
belle serate!
Il carnevale durava diversi giorni, il giovedì “de’ cummari” ti dava la
possibilità di sceglierti la cummari scambiandoti dei vasi di…
basilico.
La successiva settimana, durante il “giovedì grasso”, era d’obbligo
preparare “pasta co’ sucu e sasizza”.
Intanto, in piazza si susseguivano spettacoli per tutte le età, c’erano
le sfilate in maschera per i bambini, con premiazione sul palchetto,
montato appositamente al “Monumento”, “l’albero della cuccagna”, per
ragazzi e adulti, che si cimentavano nell’arrampicarsi su un palo ben
“lubrificato” con grasso, nella speranza di raggiungere la pentola
legata alla fine del palo, con un ricco premio… sempre a base di
salsiccia!
E come non ricordare i gruppi in maschera che spontaneamente si
formavano? Ragazzi che indossavano costumi spassosi di bambini dal
grosso ciuccio e le lentiggini, uomini che si travestivano da donna,
con buffe parrucche bionde e seni finti, pagliacci goffi e colorati, e
poi “filari” di dottori e di infermiere, di preti e di monache, questi
gruppi riuscivano, con astuzia e ironia, a prendere in giro tutti, ma
senza mai cadere nel volgare e nel ridicolo.
Erano tempi quelli in cui ci si divertiva con poco, ed avevi solo
voglia di lasciarti andare, in quei pochi giorni di divertimento,
dimenticando i problemi quotidiani.
Per un attimo mi ero persa dietro i tanti ricordi dei bei tempi andati…
ma di una cosa sono certa, che ancor oggi, la gente ha bisogno di
identificarsi, di ritrovarsi e di riconoscersi; e, soprattutto, di
staccare la “spina” dagli innumerevoli impegni e problemi quotidiani,
di riuscire a fare gruppo, festeggiando il re burlone, tutti insieme,
con lo stesso entusiasmo e l’allegria di sempre. Per questo, insieme ai
miei concittadini, apprezziamo il ritorno del carnevale, e ringraziamo
l’amministrazione comunale per averci riconsegnato una delle tradizioni
culturali più importanti di Misterbianco. Il Carnevale dei “Costumi più
belli di Sicilia”.
ins. Natalia
Rizza
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