Eleggere direttamente i dirigenti: una proposta oscena
Data: Lunedì, 11 febbraio 2013 ore 07:30:00 CET Argomento: Opinioni
L’affidare
al Collegio dei Docenti l’elezione del dirigente scolastico è
un’ipotesi anacronistica, ascientifica, illegale.
Un’idea astratta, indipendente dal campo in cui nasce il problema.
Una proposta che non fa tesoro dell’esperienza, del vissuto
dell’istituzione.
Un’idea che mortifica la professionalità del docente.
Una materia che è stata ridimensionata da Fabrizio Reberschegg a nome
della Gilda: ”Noi non vogliamo sostituire i dirigenti scolastici o
eliminarli, vogliamo affiancare al dirigente scolastico una figura che
rappresenti il collegio dei docenti l’abbiamo chiamata preside elettivo
per semplicità. Separare l’amministrazione e gestione di tipo
burocratico amministrativo dalla gestione del pof che deve essere in
capo del collegio dei docenti”.
La situazione è il frutto della mentalità di molti esperti che
presumono d’aver la verità in tasca, che pensano d’affrontare un
terreno inesplorato, che recidono i vincoli posti dalla legge e dalla
scienza dell’organizzazione. Essi ignorano che le norme che
disciplinano la vita delle scuole sono andate di pari passo con la
dottrina: il decreto Brunetta del 2009, in riferimento alla dirigenza
pubblica, afferma la necessità di “rafforzare il principio di
distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli
organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti
alla dirigenza”.
Il verbo RAFFORZARE è, per la scuola, molto, molto significativo in
quanto la distinzione tra gli organi politici e gli organi direttivi è
stata posta, nel lontano 1974, a fondamento dei decreti
delegati.
Per ridare credibilità, prestigio e incisività al servizio scolastico
si devono studiare e comprendere le scelte compiute nel passato,
individuare e rimuovere le cause che ne hanno limitato l’efficacia,
capitalizzare l’esperienza. Un comportamento in antitesi con quanto
avviene oggi: si fa derivare il fallimento delle innovazioni dalla loro
inconsistenza logica e funzionale, dall’impreparazione di chi le ha
proposte.
In rete sono consultabili alcuni scritti che interpretano le norme, ne
mostrano il fondamento razionale, ne descrivono la finalità,
smascherano chi le ha sterilizzate:
“Coraggio! Organizziamo le scuole” – discute sulla struttura
decisionale introdotta nel 74;
“La scuola rivedrà le stelle” – mostra come il concetto d’autonomia sia
stato stravolto;
“A scuola .. govenance: assente” – individua i virus che infettano la
scuola;
“Valutare la democraticità di una scuola” – un test per misurare il
grado d’anarchia;
“Primo comandamento: studia e applica le regole del sistema scolastico”
– “Riformare la scuola media: perché?” bollano le persone che parlano
senza sapere.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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