Rinvio concorso: «Biglietti da buttare, chi rimborsa i candidati?»
Data: Domenica, 10 febbraio 2013 ore 13:06:35 CET Argomento: Rassegna stampa
ROMA — «Il
ministro non ha bisogno di catastrofi per dimostrare che è un buon
manager, lui ha valutato rischi e disagi e ha deciso». Nessuna «danza
della neve» insomma a viale Trastevere: il titolare del dicastero
dell'Istruzione Francesco Profumo non teme di essere irriso per eccesso
di prudenza, come già successe al sindaco di Roma Gianni Alemanno
quando l'anno scorso bloccò (invano) la città nel timore che arrivasse
la neve. La prospettiva di aspiranti professori «nomadi a macchia di
leopardo sotto la tempesta» lo ha spinto a rinviare le prove scritte
senza un'ombra di dubbio, e se anche alla fine il tempo bizzarro
dovesse dargli torto, lui non se la prenderebbe, anzi: «l'augurio è che
vada proprio così, e che la neve non si veda». Con buona pace di quanti
— molte migliaia degli oltre 96mila candidati — avranno perso
inutilmente centinaia di euro per biglietti aerei, ferroviari e
prenotazioni di alberghi. Risarcimenti in vista? «Impossibile, non
esiste assolutamente questa ipotesi», assicurano dal ministero. «Il
concorso è andato troppo bene fino ad ora, è stato tutto così regolare
e trasparente che non potevamo rischiare figuracce».
Eppure non tutti la pensano allo stesso modo. «Ma come si fa? — sbotta
Mimmo Pantaleo, responsabile Cgil Scuola — è assurdo rinviare un
concorso per una previsione meteo, secondo me questa decisione nasconde
tutte le disfunzioni che ci sono nel concorso. E provoca disagi a
centinaia di candidati che, dovendosi spostare da una regione
all'altra, dovranno sobbarcarsi i costi di viaggio e soggiorno». La
soluzione? «Dare subito le nuove date e trovare un modo per risarcire
tutti». «Certo, la percentuale di mobilità per questo concorso è
altissima, perché molti candidati si spostano non solo all'interno
della regione, ma in tutta Italia. Però non poteva fare altrimenti», lo
giustifica Francesco Scrima, Cisl. Aggiungendo: «Non ci sono secondo me
difficoltà dietro questa scelta, ma solo un timore che non fosse
garantita la partecipazione di tutti».
«Purtroppo il concorso è nato male e continua ad andare male —
recrimina invece Massimo Di Menna, Uil —. Mi sembra un po' esagerato
bloccare tutto per le previsioni del tempo sfavorevoli, il concorso ha
già subito troppi stop and go. I commissari, i pagamenti poco
dignitosi, gli ammessi con riserva... sembra una lotta senza fine, e
speriamo che alla fine non siano sempre i candidati a farne le spese».
«La neve? È caduta a pennello sul disastro di Profumo — dice caustico
Marcello Pacifico, dell'associazione sindacale Anief —. Il ministero sa
bene che avrebbe avuto a disposizione meno commissari di quanti ne
servono, visto che sono stati ammessi altri settemila candidati grazie
ai ricorsi che abbiamo presentato al Tar del Lazio. Quindi è ovvio che
dovesse prendere questa decisione, le previsioni sono diventate
un'ottima scusa per rinviare i problemi».
«Io mi devo spostare solo da Taranto a Bari per la prova, quindi per me
il disagio non è enorme. Però ammetto che questo concorso, dopo sette
anni di precariato e supplenze, mi sta facendo solo inc...are — dice
una candidata pugliese, Daniela La Manna, che ha appena ricevuto la
mail con cui il ministero ha comunicato il rinvio —. Ammettono
continuamente nuovi candidati e cambiano i criteri, anche sui crediti
per l'ammissione: non se ne può più, spero di arrivare alla fine del
tunnel».
Valentina Santarpia
Corrieredellasera.it
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