Il massimo… delle insonnie
Data: Domenica, 03 febbraio 2013 ore 10:36:54 CET Argomento: Redazione
Una piacevolissima e interessante serata ha fatto da
cornice, sabato 26 gennaio, presso la Libreria Mondatori – Diana, di
Catania, alla presentazione del libro, “INSONNIE filosofiche, poetiche,
aforistiche” (Ed. CUECM, 2012), del filosofo, Salvatore Massimo
Fazio. Io sono stato presente all’evento e, pur non volendo fare la
cronaca dell’incontro, voglio condividere alcune mie impressioni sia
sulla serata che sull’analisi del libro di Fazio.
Confesso che conoscevo l’autore solo… su FB, e quella sera, trovandomi
davanti un giovane – rispetto alla mia età – febbricitante (si capiva
che aveva la febbre addosso), mi ha subito “colpito” la sua grinta,
sicuro di sé, determinato e combattivo,… anche a portare a termine la
presentazione del libro. In poco tempo ho avuto modo di constatare il
suo “piacere” di scrivere, in maniera chiara e seria. Mi ha colpito,
soprattutto, la sua semplicità nell’esporre e nell’esporsi al dibattito.
In lui non ho visto nessuna “aureola” da scrittore, che di solito siamo
abituati a vedere in certe “presentazioni culturali”, Massimo Fazio era
lì, in quella sala davanti a me, come se non fosse lui “il
protagonista” della serata, sembrava, quasi, che anche lui fosse in
attesa… dell’attore principale!
Ho visto la sua schiettezza nel parlare del libro e nello spiegare il
perché lo ha intitolato INSONNIE, il motivo che lo ha spinto a scrivere
ed a condividere con gli altri il suo pensiero, che non vuole essere un
dogma, una “massima”, una linea guida, ma semplicemente, una spinta,
uno stimolo, un pungolo, per scuotere le “altrui” menti.
Lo scrivere, per Fazio, è una “provocazione stuzzichevole”, senza
arroganza.
Lui stuzzica, gioca, prende con ironia la vita, e quel che accade
attorno, e quella sera ironizzava, finanche, sulla febbre che lo aveva
“assalito”, e nello stesso tempo, secondo me, scrutava, con
“teatralità”, le possibili “vie d’uscita”, gli eventi che gli
accadevano intorno.
Fazio non si cura delle apparenze, anzi dissacra tutto quel che gli
succede, e che osserva, e che agli occhi, della cosiddetta normalità,
appare come perfetto, lineare, senza ombra, quasi sacro. Punta lo
sguardo, provocatore e stuzzichevole, verso le istituzioni
universitarie e scolastiche che appaiono (e lo sono realmente),
ingessate e distanti dal contesto sociale in cui sono poste.
Ho notato, nell’autore, un certo fastidio, e nel suo scritto lo
evidenzia, per i titoli accademici in quanto tali, ma (mi permetto di
dire) egli è un “intellettuale organico”, come lo intendeva Antonio
Gramsci, cioè “una persona che ha dei talenti e che mette i suoi
talenti, e la sua stessa persona, in un cammino integrato e quindi non
astratto con il resto del contesto sociale”.
Lo scrivere di Fazio è “una tempesta di metafore”, cioè il “trasferire”
i suoi concetti dall’oggetto a cui si riferisce ad un altro oggetto,
tramite un paragone sottinteso.
Confesso che, scrutando Fazio ed il suo scritto, da questo punto di
vista, e volendo fare una mia introspezione al suo modo di porsi, anche
riguardo alla febbre che lo assillava, quella sera mi sono veramente
divertito nel confrontare il suo pensiero con il mio (quando avevo la
sua età), tenuto conto, anche delle mie piccole… “esperienze
letterarie”.
Fazio, tempestando di metafore, parafrasando e paragonando, mette “in
luce” le piccole azioni puerili che molti personaggi fanno per stare a
galla, ammantandosi di vesti non loro e mettendo “maschere” per
apparire ciò che non sono.
Con le sue pungenti metafore, Fazio vuole combattere queste “azioni
pusillanimi”, e, nel suo libro, vuole stimolare le coscienze
addormentate, calate nell’oblio, per scuoterle e svegliarle, senza, pur
tuttavia, prospettare una possibile soluzioni.
Egli, tra l’altro, ha dichiarato che è stato spinto a scrivere questo
libro, intitolandolo INSONNIE, perché, per un certo periodo, ha
sofferto di insonnia.
Ma io credo che nel titolo e, soprattutto, nel contenuto, lui vuole
scuotere “le menti” e la società. Magari la società soffrisse di
insonnia!… Si scuoterebbe dall’oblio e troverebbe il modo svegliarsi!
Ecco quel che ho “percepito” dal libro di Fazio.
Se l’insonnia è il disturbo consistente nella impossibilità di dormire
e quindi nella difficoltà di prendere sonno, o proseguire nel sonno,
dal mio punto di vista, sono sulla stessa “lunghezza d’onda” di Massimo
e delle sue… Insonnie! Si, mi identifico nei discorsi e nelle metafore
che fa l’autore!
Comu putemu dòrmiri quannu tuttu ni veni contru? Comu putemu arripusari
quannu crolla tuttu?
Il contesto sociale dovrebbe stare con gli occhi spalancati, con le
orecchie attente, con il cuore pronto, praticamente dovrebbe “soffrire”
il “massimo… delle insonnie” dentro di sé!
La scuola e le università vanno a rotoli, la sanità è malata,
l’ambiente è malsano, il lavoro non esiste più! Quali sono i settori
della società che ancora funzionano!?
Questi sono degli esempi, appunto dei paragoni, ma in tutti i campi del
nostro vivere sociale, si cerca di far apparire che “tutto è nella
norma”, ma nei fatti non funziona nulla, siamo in pieno default,
economico, sociale e culturale!
Non so se Fazio me lo permette, ma ritengo che i suoi scritti siano una
severa e plateale denuncia della anormalità in cui viviamo, e che si
vuole nascondere a tutti i costi.
Volendo anch’io parafrasare i tempi bui che stiano attraversando,
voglio riprendere una metafora del libro di Fazio, che dice: “Buona a
te, in questo momento di luce buia dove l’intimo si fonda nel ricordo
che concretizza il trasferimento e l’attraversamento di animus, cuore e
corpus”.
Questo è lo scrittore Salvatore Massimo Fazio, e questo è il suo libro…
Il Massimo… delle Insonnie! Davvero!
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it
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