Dimensionamento: stralciata l'indicazione della Consulta, recuperate solo la metà delle scuole
Data: Mercoledì, 30 gennaio 2013 ore 11:00:00 CET Argomento: Sindacati
L’Anief si
appella ancora una volta ai governatori: fate rispettare la legge.
Tutto il resto sono accordi a perdere e incostituzionali. “La legge
indica i principi generali, poi le regioni le declinano sulla base del
rispetto dei territori. Come ribadito dalla Consulta. Ogni diversa
interpretazione è incostituzionale”. È questo il pensiero dell’Anief a
proposito dell’accordo che sarebbe in dirittura d’arrivo in Conferenza
unificata per definire i nuovi criteri del dimensionamento delle
istituzioni scolastiche italiane. Dopo l’inconcepibile taglio di 2 mila
istituti, attraverso la Legge 111 del 2011, ritenuto illegittimo dalla
Corte Costituzionale, Anief conferma la volontà di ricorrere ai Tar
regionali per bloccare un arbitrio che rasenta la follia. “In questo
modo si lasciano le famiglie allo sbaraglio – dichiara Marcello
Pacifico, presidente Anief – proprio nei giorni in cui si stanno per
completare le iscrizioni di quasi due milioni di alunni. Ma lo Stato
non può unilateralmente cambiare la normativa, introducendo dei criteri
chiaramente parziali e a proprio vantaggio. Né lo possono fare le
Regioni, che sembrano voler accettare l’accordo. E non richiamare i
principi di legge. I quali rimangono sempre, è bene ricordarlo, lo
strumento principe. Anche per realizzare l’organico scolastico”.
L’Anief ribadisce quindi tutta la propria contrarietà verso questa
scelta. E invita anche i decisori politici a livello locale a porre
fine a questo stato di illegittimità, tanto più grave alla luce delle
iscrizioni in corso. Praticamente nullo va considerato, se è questo, il
parere della Conferenza unificata. “Senza tenere conto della normativa
previgente alla legge 111 del 2011 – conclude il presidente Pacifico -
si sta cercando un improbabile accordo con un Governo dimissionario,
che non può essere ratificato da questo Parlamento. E la cui eventuale
approvazione metterebbe in estrema difficoltà anche il nuovo Governo
che uscirà dalle elezioni politiche di fine febbraio”.
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