27 gennaio, il Giorno della memoria
Data: Sabato, 26 gennaio 2013 ore 07:00:00 CET
Argomento: Redazione


La vittoria degli  ideali di giustizia, di eguaglianza, di libertà e di pace  sono  effimeri, se non riusciamo a onorare, a coltivare e a tramandare nel tempo la memoria di quei valori  per i quali i nostri "vecchi" padri  hanno coraggiosamente, e con grandi sacrifici, lottato per vincere e costruire un mondo migliore. Chi  è orfano di una tale  memoria, è  irrimediabilmente condannato a ripetere, per pura e imperdonabile ignoranza, sempre  gli stessi orrorosi errori. Del resto, un popolo smemorato non può veramente definirsi  saggio e civile!
La Repubblica italiana ha provveduto per legge a  proclamare  il 27 gennaio di ogni anno, il “Giorno della memoria”,  a ricordo proprio  di quel  lugubre 27 gennaio 1945, data  della scoperta dei campi di sterminio di  Auschwitz e della inaudita barbarie del nazismo. Le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono, in seguito, compiutamente per la prima volta al mondo, l'orrore scientemente programmato del genocidio nazista, lo sterminio degli ebrei, la deportazione, la prigionia e la morte di donne, uomini, vecchi e bambini, e di tanti e tanti inermi  italiani perseguitati e torturati  per motivi  politici.  
A noi, dunque, come educatori, l’obbligo morale e intellettuale  di non dimenticarle mai più quelle tragiche e crudeli pagine di storia, e di tramandarne amorevolmente e responsabilmente ai giovani  la memoria: dell’olocausto, delle sevizie, delle torture, del razzismo, e di tutte le nefandezze di cui si ammantano  i fondamentalismi ideologici e  sanguinari di tutte le guerre!
Quest’anno il 27 gennaio  “cade” di domenica; è augurabile, quindi, che le istituzioni scolastiche ne anticipino a sabato (- se non prima- ) la commemorazione. Si faccia tesoro di codesta opportunità memoriale!  Conoscere il passato serve a rafforzare il senso delle nostre radici, a saper se questo che ci sta accanto è un uomo, o un bruto;  e, poi, la conoscenza della storia con il suo carico di esperienze effettuali, è vitale per i giovani, soprattutto per quelli di oggi, sempre, ahimè, più confusi e disorientati nella loro estimativa, e più bisognosi di punti di riferimento e di confronti costruttivi. I giovani attraverso lo studio della storia, -( ma anche della letteratura e delle arti, in genere),- possono e debbono “sapere”,  e capire senza tentennamenti che:  con il male, i pregiudizi, l’odio, il filo spinato, le trincee, le guerre; con  la faziosità, il disprezzo della dignità umana, l’intolleranza; con le dittature, il razzismo, la violenza inutile e gratuita; con  le torture corporali e morali, le distruzioni,  il terrorismo fisico e spirituale; con l’ignoranza e i fondamentalismi religiosi e il fanatismo, nessun uomo può sopravvivere, nessuna società può crescere libera, e può dirsi  veramente umana.
Cari alunni, vi lascio a  Primo Levi;  sta già bussando; è dietro la porta della vostra aula! Mi raccomando, ascoltatelo, in religioso silenzio. Le sue, dopotutto, sono parole di fede ed di speranza nell’Uomo!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2480449.html