Canticu di’ Cantici. Cronaca di una bellissima serata
Data: Lunedì, 14 gennaio 2013 ore 15:00:00 CET Argomento: Redazione
La sala
gremita ed il pubblico delle grandi occasioni ha fatto da cornice ad
una splendida ed indimenticabile serata, lo scorso 22 dicembre, al
Teatro Comunale di Misterbianco, per la prima presentazione del “mio”
Canticu di’ Cantici (Ed. Le Farfalle). Quella sera c’era, persino, una
cara amica, conosciuta su facebook, e giunta dalla lontana… Melilli! La
mia famiglia, e tanti parenti e amici, a sostenermi e ad onorarmi per
la loro affettuosa partecipazione! E tantissima emozione e commozione
che traspariva dalle mie parole e dai miei occhi…
E poi gli appassionanti e coinvolgenti interventi degli amici-relatori,
Pasquale Musarra, Luisa Spampinato, e del poeta-editore, Angelo
Scandurra.
«L’amore carnale è un’anomalia nella Bibbia. – Ha dichiarato Pasquale
Musarra – Parlare d’amore carnale, nella Bibbia, sembra una
contraddizione. E invece non lo è. E lo dimostreremo. Nel senso che
l’amore carnale è il senso della vita, il senso dell’essere nel mondo.
Stasera, in questo contesto, mi sento un po’ come un “Savonarola”, ma
voglio parlare, soprattutto, di Angelo Battiato e di questa grossa
“fatica” che ha fatto, nel “trasferire” il Cantico nella nostra “lingua
madre”, che è il dialetto siciliano e misterbianchese, arricchendolo
delle sue sonorità, delle sue musicalità, dei suoi sensi profondi.
Angelo non poteva tradurre Ezechiele, Isaia o Giobbe, poteva tradurre
solamente il Cantico dei Cantici!».
«Il Cantico dei Cantici è un’occasione straordinaria per poter
riflettere sul “dilemma d’amore”. – Ha aggiunto Luisa Spampinato – Oggi
viviamo tempi in cui spesso l’amore è mercificato, ridotto a banalità,
spesso volgarizzato. Il Cantico dei Cantici è una dimostrazione immensa
di quello che è l’amore, vissuto tra corpo, mente e spirito. Ma, per i
“rivoluzionari dell’amore”, il Cantico dei Cantici dovrebbe essere
l’odierno “libretto di Mao”; negli anni ’60 i giovani lo utilizzavano
perché volevano rivoluzionare la società, cambiare le regole, adesso io
proporrei che il Cantico venisse stampato e distribuito in ogni angolo
di strada, come negli anni ‘60 lo fu il “libretto rosso” di Mao”,
perché è veramente un libro che dà le “Istruzioni per amare”. Il
Cantico dei Cantici è un patrimonio dell’umanità. E questa traduzione è
un’opera d’arte. La nostra lingua siciliana è spesso intraducibile, il
merito di Angelo Battiato è di aver reso “fruibile” il Cantico a tutti».
«E’ un pregio che Misterbianco ha dei figli che riescono a realizzare
delle opere letterarie di notevole rilievo. – Ha dichiarato, nel corso
della serata, l’assessore alla Cultura di Misterbianco, Barbara Bruno –
L’opera, inoltre, verrà rappresentata da altri talenti misterbianchesi,
in maniera vivace e partecipata. Stasera gusteremo le “pregiatezze”
delle risorse umane di cui la nostra città è ricca».
«Ringrazio gli organizzatori della serata e, soprattutto, Angelo
Battiato, – ha detto il poeta-editore, Angelo Scandurra – che mi ha
dato l’opportunità di poter pubblicare, con le edizioni “Le Farfalle”,
questo Canticu di’ Cantici. È sicuramente un’operazione culturale
estremamente importante, perché in un momento in cui tutto sembra
svanire, dove tutto sembra un postribolo che va verso il macero, Angelo
Battiato ha recupera un testo importantissimo, con grande umiltà,
oltreché con grande sagacia. Cimentarsi in un’opera così conosciuta a
livello mondiale e “riportarla” nella nostra lingua madre è un’azione
d’azzardo, di estrema umiltà, ma anche di provocazione. Per questo
siamo grati ad Angelo, perché dietro questa sua “pudicizia” di proporsi
c’è la forza di un uomo che è attaccato ai valori dell’amore,
dell’amicizia, della vita, che resteranno eterni».
Alcuni giorni dopo “l’evento”, ricevo un’inattesa e-mail da un mio caro
amico e collega, il prof. Nuccio Palumbo, che mi dice: «Carissimo
Angelo, ho letto solo alcune, ancora, delle “tue” traduzioni. Sono
bellissime nella nostra lingua siciliana, tanto, che, ripensando a
quello che m’è avvenuto di dire, l’altra sera, contro la deliberazione
del governo Lombardo di portare nelle scuole lo studio del nostro
“dialetto”, ti prego di dimenticarlo. Leggendo, tradotte da te, in
siciliano, le poesie del Cantico dei Cantici, ho dovuto ricredermi.
Questa nostra lingua va protetta e difesa sino allo spasimo! Il nostro
dialetto è di una dolcezza infinita, di una musicalità struggente. E tu
ne sei amante degnissimo, geloso, competente e appassionato, e capace
di farcelo amare ancora di più! Complimenti vivissimi. Un abbraccio
sincero e affettuoso». Rimango stordito… di gioia e di commozione! È
veramente “miracoloso”, questo “piccolo libro bianco”! Per il resto,
per tutto quello che non sapremo dire, lo dirà, per sempre, il Cantico
dei Cantici…
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it
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