Appello per la manifestazione nazionale della scuola e dei beni comuni del 2 febbraio
Data: Lunedì, 14 gennaio 2013 ore 07:30:00 CET Argomento: Comunicati
Il
movimento delle scuole dello scorso autunno ha reclamato il diritto ad
un’istruzione di qualità per tutte e tutti, contrastando l’ennesimo
progetto di tagli alla scuola, attraverso l’aumento dell’orario di
lavoro a parità di salario, avanzato dal governo Monti e di
aziendalizzazione degli istituti, attraverso la cancellazione degli
organi collegiali avanzata nel Ddl Aprea-Ghizzoni. Il governo Monti e
il parlamento uscente, sconfessato in piazza e nelle scuole da milioni
di insegnanti, studenti e cittadini, prova a far passare la
privatizzazione attraverso la discriminazione tra scuole più o meno
meritevoli di ricevere i finanziamenti pubblici, che secondo quanto
previsto dalla legge di stabilità dovrebbe essere applicata dal 2014.
La scuola pubblica è un bene comune, che garantisce un diritto
fondamentale, proprio come lo sono la sanità pubblica e la gestione
pubblica dell’acqua. Ci sentiamo vicini alle lavoratrici e ai
lavoratori della sanità, come la scuola tagliata e ridotta ai minimi
termini, e alla cittadinanza che ha chiesto con forza di
ripubblicizzare la gestione del servizio idrico e che vede oggi
inattuato il risultato referendario. Chiediamo:
Il rifinanziamento della scuola pubblica statale, restituendo gli otto
miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi e
portando il finanziamento in linea con i paesi Ocse. Basta
finanziamenti alle scuole private! Questo consentirebbe di rilanciare
la qualità dell’istruzione pubblica, diminuendo il numero degli alunni
per classe, provvedendo agli interventi edilizi di messa in sicurezza e
di adeguamento dimensionale degli istituti, aumentando gli stipendi
degli insegnanti e dei lavoratori e garantendo l’accesso a percorsi di
formazione permanente.
L’assunzione dei precari a tempo indeterminato su tutti i posti
vacanti, ottemperando alla normativa europea che impone la
stabilizzazione dei lavoratori che lavorano da oltre tre anni a tempo
determinato nelle scuole.
Il blocco dei progetti di privatizzazione e aziendalizzazione degli
istituti scolastici, a partire dal disegno di legge Aprea – Ghizzoni,
per una scuola pubblica democratica, laica e pluralista, che
garantisca a tutte e tutti una formazione di base e specialistica
critica e indipendente dagli interessi del profitto privato.
La disdetta del patto sulla produttività e la sua non applicazione al
pubblico impiego. Tale accordo scellerato è la via attraverso cui si
vuole reintrodurre quello che il movimento ha già rigettato, cioè
l’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario.
L’abrogazione dell’articolo 1, comma 149 della legge di stabilità che
vorrebbe differenziare in base al “merito” i finanziamenti alle scuole,
lasciando ancora più indietro le situazioni di disagio sociale, ed
imponendo sistemi di valutazione che nulla hanno a che vedere con il
ruolo istituzionale della scuola pubblica.
Facciamo appello alle organizzazioni sindacali che condividono la
piattaforma, all’intero mondo del lavoro e della cultura, alle
studentesse e agli studenti, ai lavoratori, le lavoratrici e gli utenti
della Sanità pubblica, al Forum italiano dei movimenti per l’acqua e
alle/ai cittadini che hanno partecipato alla vittoria referendaria,
affinché convergano sulla manifestazione per farla diventare una grande
giornata di lotta unitaria in difesa dei beni comuni fondamentali.
Facciamo infine appello a tutte le forze politiche che hanno a cuore
la difesa e il rilancio della scuola pubblica statale come fulcro del
diritto costituzionale all’istruzione per tutte e per tutti, a
sottoscrivere i quattro punti di piattaforma della manifestazione e a
parteciparvi.
Corteo nazionale a Roma – 2 febbraio 2013, ore 14
Coordinamento
Nazionale Scuola
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