Concorso-incubo, la scuola non trova nuovi ispettori
Data: Giovedì, 03 gennaio 2013 ore 07:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
I posti sono
145 dopo cinque anni ammessi all’orale in 79 - ROMA Il concorso-lumaca.
In tempi in cui si chiede, anche nel mondo della scuola, di fare largo
ai giovani, si fa in tempo a invecchiare anche facendo un solo concorso
pubblico. È la storia dei 145 posti per ispettori scolastici. Dopo
quasi cinque anni da quando è stato bandito il concorso (l’8 febbraio
del 2008), si è conclusa il 18 dicembre scorso la correzione delle
prove scritte. E si devono ancora fare gli esami orali. Un concorso
così lento che intanto gli ispettori scolastici non esistono più nella
vecchia denominazione, adesso sono definiti dalla normativa «dirigenti
tecnici». I posti scoperti sono più dei 145 messi in palio (45 per la
scuola primaria e dell’infanzia e 100 per le medie e le superiori).
Sono addirittura 299. Ma questo concorso, quando arriverà a traguardo,
ne potrà coprire molti di meno. Perché le tre prove scritte sono state
tanto difficili quanto severissime così che i superstiti che dovranno
affrontare gli orali sono appena 79, l’8,7% dei candidati. Davvero
pochi considerando le risorse di cui ci sarebbe bisogno. Ovvero: una
figura che nelle strategie politiche è di primo piano, essenziale al
buon funzionamento delle scuole (sarebbero 335 i posti necessari in
tutta Italia, ma in attività ci sono solo 36 dirigenti) vede scoperte
intere regioni, come il Veneto. Oppure succede che c’è un dirigente che
è competente per un migliaio di istituti, come avviene attualmente in
Sicilia.
LE TAPPE
Il concorso per ispettori scolastici ha vissuto tutte le tappe di una
burocrazia esasperante. È stato indetto dopo 15 anni dal precedente.
C’è voluto quasi un anno e mezzo per correggere i test di trentamila
candidati. In proporzione, se fosse successo così con il «concorsone»
per docenti di dicembre scorso, che aveva oltre trecentoventimila
iscrizioni, i risultati invece di essere in tempo reale si sarebbero
conosciuti nel 2027. Poi c’è stato il passaggio di tre ministri e tre
governi (Fioroni centrosinistra, Gelmini centrodestra, Profumo
tecnico). Di data in data, lo slittamento delle prove è diventato quasi
una regola. Poi c’è stato il ricorso di duecento candidati, ai quali il
Tar ha permesso di svolgere la prova scritta nonostante non fossero
stati definiti idonei per le preselezioni. Poi le polemiche, con
un’interrogazione parlamentare, sui criteri di valutazione. Il
risultato paradossale è che, nonostante nella legislazione attuale il
ruolo di dirigente tecnico, ex-ispettore, sia diventato sempre più di
primo piano, non si è riusciti a sostituire quelli già in ruolo che via
via sono andati in pensione. E così ci si è adattati. Affidando i
compiti ispettivi, quando si verificava una necessità, ai presidi
attraverso gli uffici scolatici periferici. Oppure, negli uffici
scolastici regionali, l’amministrazione ha proceduto a fare delle
nomine temporanee, triennali.
GLI ESAMI ORALI
Ora a metà febbraio il via agli esami orali. Le polemiche continuano e
gli esclusi stanno chiedendo l’accesso agli atti. Critici anche i
sindacati. La Flc Cgil vuole sapere quali sono i «criteri» con cui sono
state «valutate le prove».
Alessia Camplone
www.ilmessaggero.it
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