A scuola il 4% di bimbi iperattivi
Data: Giovedì, 27 dicembre 2012 ore 08:00:00 CET Argomento: Sindacati
Il 96%
degli insegnanti lamenta di non ricevere alcun tipo di supporto -
MILANO - Su 75mila casi potenziali stimati di adhd (sindrome da deficit
di attenzione e iperattività), solo 3mila ricevono una diagnosi. Tanti
i problemi legati a questa patologia, tra cui la gestione della scuola,
dove il 4% della popolazione ha una diagnosi di adhd, ma il 96% degli
insegnanti lamenta di non ricevere alcun tipo di supporto. Questi i
problemi emersi nell'incontro organizzato a Milano 'Adhd: La necessità
di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi'. "Il 4% della
popolazione scolastica ha diagnosi di adhd - aggiunge Lucia Cento,
pedagogista e collaboratrice dell'Associazione italiana famiglie adhd -
Perché questi alunni possano avere un'esperienza formativa
soddisfacente è necessario attuare programmi all'interno della classe
per modificare i loro comportamenti dirompenti e disattenzione. A tal
fine gli insegnanti dovrebbero attenersi alle indicazioni degli
specialisti e del terapista del bambino, instaurando una stretta
collaborazione con terapista e famiglia. Solo così si ottengono buoni
risultati e riduzione dei sintomi". Ma la categoria degli educatori
lamenta uno scarso supporto specialistico per sostenere con strumenti
appropriati la presenza in aula di studenti affetti da adhd. "In un
recentissimo studio italiano su 600 insegnanti di 4 regioni del
Centro-Nord Italia sullo stress da lavoro correlato - rileva Vittorio
Lodolo D'Oria, esperto di stress lavoro correlato negli insegnanti -
emerge che il disturbo del comportamento e della condotta è una delle
maggiori difficoltà per un docente. Il 63% del campione dichiara di
avere in classe bambini con deficit di vario tipo, ma il 96% non riceve
alcun supporto istituzionale adeguato, pur avendone bisogno, e sempre
il 96% sostiene che la presenza in classe di un bambino iperattivo
costituisce un importante elemento addizionale di usura psicofisica per
l'insegnante stesso".
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