Monti: il 2013 sia l’anno del lavoro ai giovani. E il sud da gennaio crea studenti imprenditori
Data: Venerdì, 21 dicembre 2012 ore 05:00:00 CET Argomento: Redazione
Lecce – Alla
dichiarazione del premier Mario Monti: “Il mio desiderio è che il 2013 possa
essere l’anno degli investimenti in capitale umano, scommettendo sui
propri giovani e sulle loro competenze e sui loro talenti”, i
giovani del sud si dimostrano profetici e, anziché aspettare gli
investimenti delle imprese, decidono di fare da sé e diventare
imprenditori a 17 anni, mentre frequentano il 4° anno superiore di un
istituto tecnico economico. Hanno iniziato ad occuparsi di
agroalimentare appena un anno fa, quando erano al terzo anno, e oggi,
al quarto, sono già pronti ad una sfida che, se non impossibile, è
sicuramente azzardata: «vogliamo crearci un lavoro vero, qui al sud,
entro il nostro diploma e vogliamo lavorarci già da ora, mentre siamo
ancora a scuola e vogliamo persino iniziare a guadagnare». Sono i 25
studenti della classe 4°B del settore economico/informatico
dell’Istituto “Galilei Costa” di Lecce i quali, suddivisi in cinque
gruppi di attività, stanno avviando in questi giorni, non delle
simulazioni, ma delle vere e proprie azioni di marketing e di
organizzazione concrete, capaci di creare business e un possibile
introito in denaro. Chi l’ha detto, infatti, che gli studenti non
possono guadagnare del denaro mentre sono ancora a scuola, se lavorano
su qualcosa per cui aziende e clienti sono disposti a spendere?
Da qui la scommessa, quindi, di riuscire a tradurre in pratica
quotidiana, reale, fatta di contatti, marketing e vendite, tutto quello
che apprendono durante le lezioni e, così facendo, costruire le basi di
quello che potrebbe diventare il loro futuro lavoro fra 18 mesi, quando
otterranno il diploma. L’area d’azione, come già detto, è quella della
“tripla A” di agricoltura, alimentazione e ambiente, un’area in cui i
giovani salentini hanno implementato l’ormai nota “Dieta Med-Italiana”
e su cui stanno puntando tutta la loro attenzione. Si muoveranno tra
prodotti già consolidati, come olio e friselle, e nuove proposte da
lanciare per la prima volta sul mercato. E non mancheranno
realizzazioni di importanti eventi e nuovi siti web.
Questi i cinque progetti:
Antonio, Francesco, Gabriele, Jacopo, Matteo M. e Matteo S. tra
pochissimi giorni annunceranno e lanceranno sul mercato nazionale ed
internazionale un “nuovo” prodotto. La parola “nuovo” è virgolettata in
quanto il prodotto in sé non lo è affatto nuovo (in realtà ha più di
7.000 anni) mentre è nuovissimo e originale il concept e l’immagine che
lo accompagna. I sei studenti del Galilei Costa garantiscono che
riusciranno a stupire persino i più autorevoli e navigati esperti e
produttori del settore. La loro è una vera e propria azione di
marketing avanzato, dal design e dalla registrazione del marchio al
packaging e alla commercializzazione. Hanno colto alcuni aspetti mai
colti prima, o meglio, mai messi in evidenza sotto questa luce. Una
sfida aperta tra sei diciassettenni ed il mercato globale. Come
guadagneranno? Semplice, tramite la vendita di questo “nuovo” prodotto
della gastronomia salentina.
La “società” formata da Andrea, Evelina, Federico, Martina e Pierluigi
si sta invece occupando di far conoscere al resto d’Italia e anche
all’estero, a partire dal 2013, un antico e apprezzato prodotto da
forno locale, meritevole, a loro parere, di essere diffuso e
commercializzato al pari della piadina, della bruschetta e persino
della pizza. Parliamo delle “frise” (o friselle, frisedde, friseddhre),
un pane biscottato (cotto due volte) che diventa duro e durevole e che,
al bisogno, necessita solo di un po’ d’acqua per riammorbidirsi e
prestarsi alla consatura, ossia diventa pronto ad essere guarnito, sia
in maniera tradizionale, semplicemente con olio extravergine, pomodoro
e sale, che in maniera personale e creativa. Anche in questo caso i
giovani studenti hanno creato e registrato un marchio, “Frisedda
Regina”, attraverso il quale cercheranno di consorziare i migliori
produttori locali e diffondere e commercializzare questa nuova ma
antica tradizione culinaria della Puglia salentina. Anche in questo
caso il guadagno scaturirà dai margini ottenuti dalla vendita del
prodotto.
Mentre Andrea, Daniele, Giulia, Marco, Paola e Veronica sono già al
lavoro per la realizzazione del “Festival della Dieta Med-Italiana”,
una importante e originale kermesse agro-eno-gastronomica che avrà
luogo nel centro di Lecce dal 25 al 28 aprile 2013. L’evento ha
l’obiettivo primario di condurre e concentrare nel capoluogo salentino
un’ingente quantità di persone (esperti, ricercatori, chef,
nutrizionisti, giornalisti e semplici visitatori) attraverso
l’organizzazione di seminari, esposizioni, mostre, degustazioni e
importanti congressi, tutti incentrati sullo stile alimentare e di vita
più importante e famoso del mondo, la Dieta Mediterranea. Naturalmente
i riflettori saranno puntati sui prodotti della terra e della pesca e
sulla loro lavorazione, con particolare attenzione ai produttori,
presenti sia in proprio che tramite le organizzazioni di categoria e
territoriali (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confartigianato, Cna,
Gal, Gac, etc.). In questo caso i ragazzi cercheranno di ritagliarsi un
margine di guadagno ottenuto da una quantità di “entrate” (noleggio
stands, sponsorizzazioni, …) maggiore delle uscite (spese di
organizzazione e pubblicizzazione).
Sono quattro invece i ragazzi, Manuela, Nilo, Roberta e Stefano, che
stanno lavorando a quello che sarà il portale nazionale italiano sulla
Dieta Mediterranea. All’indirizzo www.dietameditaliana.it, infatti, a
breve saranno pubblicate pagine e pagine di informazioni e news, ricche
di contenuti, le quali, oltre a descrivere nei dettagli le
caratteristiche della “dieta” più famosa del mondo, riporteranno tutti
i Centri e le istituzioni che si occupano di dieta mediterranea in
Italia. Ci saranno anche tutti gli eventi che hanno luogo nel Bel Paese
insieme anche alle iniziative internazionali in cui figurano contributi
o partecipazioni italiane. Saranno persino create delle schede
descrittive degli esperti e dei ricercatori che operano sul tema e dei
loro lavori. Obiettivo degli studenti è quello di creare un unico e
potente centro informativo su tutto ciò che avviene in Italia sulla
promozione e diffusione della buona e sana dieta mediterranea. Se
l’obiettivo sarà raggiunto, sarà semplice immaginare che il portale
diventerà così di fondamentale importanza per tutte le aziende che
operano nel settore e, quindi, capace di attirare pubblicità e
contributi, le quali rappresenteranno un’ottima possibilità di guadagno
per chi ci lavora.
Infine, ma non meno importante, Andrea, Giorgio, Mattia e Michael hanno
assunto l’impegno di curare il marketing di un nuovo prodotto dolciario
nato sei mesi fa, concepito appositamente per la Dieta Med-Italiana, il
“PanSorriso”, un dolce particolarissimo creato dal pasticciere Giovanni
Venneri che, grazie all’uso di prodotti naturali del Salento come olio
extravergine d’oliva Adamo e miele, che sostituiscono rispettivamente
burro e zucchero, risulta essere al tempo stesso buono, naturale,
digeribile e, soprattutto, sano, caratteristiche queste molto rare in
un prodotto dolciario, come ben sanno tutti i golosi. L’artigiano di
Alliste, creatore del PanSorriso, ha deciso di affidare alla creatività
e all’intraprendenza degli studenti leccesi il delicato compito di far
conoscere, apprezzare e, quindi, acquistare la sua nuova creatura. Ad
oggi i ragazzi ne hanno concepito il nome, il logo e la forma e hanno
già avviato diverse iniziative promozionali, attraverso sia il web ed i
social network che i mezzi più tradizionali. Tra queste spicca
l’ultima, estrosa e attualissima campagna che recita testualmente:
“Fine del mondo? Tranquilli, il PanSorriso è così buono che …resuscita
persino i morti”. In questo caso il margine degli studenti sarà
garantito dalle provvigioni di vendita del “PanSorriso”. Non è escluso,
inoltre, che i giovani possano prendere in considerazione di
promozionare anche altri prodotti particolari del territorio.
I tecnocrati chiamerebbero tutto
questo “corporate culture”, noi
invece lo chiamiamo …“scuola pubblica”.
itc.costa@clio.it
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