La Commissione di Bruxelles mi dà ragione... ma non lavoro
Data: Giovedì, 20 dicembre 2012 ore 06:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Rivolgersi alla Commissione per le petizioni di Bruxelles per denunciare gli abusi che anche per il personale Ata accadono nel mondo della scuola, in merito alla non riconversione di ripetuti contratti a tempo determinato, almeno tre, in contratti a tempo indeterminato. A credere alla percorribilità di una simile strategia è stato Mario Di Nuzzo, assistente tecnico amministrativo nelle scuole di Catania, da oltre 10 anni, e che dal 2010 a oggi, dopo diversi incarichi annuali nelle segreterie scolastiche di tutta la provincia, conta le briciole di supplenze che, qualora arrivino, sono irrisorie. E per di più in una situazione che oggi vede lui e molti altri colleghi privi della possibilità di fruire di ammortizzatori sociali. Ebbene, la Commissione europea per le petizioni ha dato ragione a quanti hanno firmato la richiesta e il diritto di vedere convertiti i numerosi contratti a tempo determinato, e dunque precari, in contratti di lavoro stabile. “La petizione – spiega Di Nuzzo - contesta il ricorso abusivo a contratti a termine stipulati in successione dal personale ausiliario tecnico amministrativo delle scuole pubbliche.
La Commissione, dando parere legittimo alle nostre ragioni, ha contattato le autorità italiane, dalla cui risposta si evince che non sono state predisposte misure volte a prevenire questi abusi e sembra inoltre che non esista alcun quadro legislativo generale cui poter ricorrere per prevenirli. Il nostro Paese, inoltre, si è semplicemente limitato a rispondere alla Commissione che le abituali misure contro eventuali abusi non si applicano a questa categoria di impiegati del settore pubblico.
Peccato, però, che la Commissione non sia dello stesso avviso, poiché non esiste alcuna deroga per la categoria di impiegati del settore pubblico in questione. Perché noi impiegati della scuola pubblica non possiamo vedere riconosciuto alcun diritto?
Perché dobbiamo di fatto essere licenziati senza preavviso o giustificato motivo, pur non avendo arrecato alcun danno all’amministrazione o non essere imputati di scarso rendimento o imperizia? – continua provocatoriamente Di Nuzzo - L’ormai nota strategia di risparmio attuata dallo Stato italiano ha ampiamente superato il livello di guardia consentito”.
Certo sia chiaro che la Commissione, pur avendo aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, non può di fatto imporre nulla allo Stato Italiano, ma ha avviato le procedure necessarie per chiedere all’Italia di adeguarsi al diritto dell’Unione.

Alessandra Belfiore - La Sicilia (17/12/2012)





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