Come (non) funziona il Consiglio d'istituto: la Guida in omaggio
Data: Mercoledì, 19 dicembre 2012 ore 05:00:00 CET Argomento: Redazione
Scuola,
dicembre 2012: oltre mille Consigli d’istituto nuovi di zecca stanno
partendo, ma nessuno si preoccupa di formarne i componenti. I più
navigati sanno per esperienza che per fare un buon lavoro è sempre
utile conoscere i meccanismi segreti ed è per questo che AGe Toscana ha
pensato di pubblicare una guida unica nel suo genere: "Come (non)
funziona il Consiglio d'istituto". Analisi e suggerimenti sono stati
messi a punto da Sara Ruffo, una ragazza di Verbania che, frequentando
il corso di laurea in “Scienze cognitive e processi decisionali” (il
cui focus è lo studio di gruppi sociali), per la tesi finale ha rivolto
la sua attenzione al Consiglio d'istituto. Ne ha analizzato tutte le
caratteristiche sia sotto il profilo socio – psicologico, che sotto
quello della sua composizione e amministrazione, intervistando tutti i
dirigenti e le varie componenti scolastiche delle scuole del suo
territorio. “A mano a mano che il lavoro si sviluppava –commenta Sara-
il mio interesse verso questo gruppo di lavoro aumentava, portandomi a
pormi delle domande e a cercare delle risposte. Questo è il motivo per
cui mi sono rivolta all'Associazione genitori A.Ge. Toscana: volevo
trovare delle risposte concrete alle problematiche che oggi albergano
all'interno del Consiglio d'istituto”.
Noi di AGe Toscana siamo stati ben lieti di farci intervistare prima e
pubblicare poi l’elaborato di Sara, che abbiamo trovato di grande
qualità. “La nostra ‘ricetta’ –dichiara la presidente Rita Manzani Di
Goro- consiste semplicemente nella formazione, che dovrebbe essere
obbligatoria per tutti coloro che fanno parte degli organi
rappresentativi. La guida è stata inviata a tutti i Consigli di circolo
e d’istituto della Toscana e può essere scaricata dal nostro sito
www.agetoscana.it alla pagina Documenti scaricabili”.
Ecco alcuni dei contenuti principali:
La scala della partecipazione è suddivisa in otto livelli; nel mezzo
della scala si trovano i tre livelli di tokenism (“dare un
contentino”): l'informazione, la consultazione e la soluzione dei
conflitti; all'apice della scala di partecipazione ci sono la
partnership, la delega di potere e il controllo popolare (es: il
referendum).
L'obiettivo per essere tale deve innanzitutto essere chiaro: il gruppo
deve sapere esattamente cosa deve fare. A differenza dell'obiettivo che
indica il “perché”, lo scopo del lavoro di gruppo, il compito indica
l'attività che il gruppo deve svolgere, il lavoro che deve fare per
raggiungere l'obiettivo prefissato. Se il compito non è chiaro, il
gruppo si troverà in difficoltà poiché non ha a disposizione gli
strumenti necessari per raggiungere l'obiettivo.
La strategia è utile per semplificare il compito che deve svolgere il
gruppo di lavoro. Un approfondimento necessario riguarda le risorse che
il gruppo ha a disposizione, ad esempio il tempo: se il tempo passato è
stato speso male, non si può tornare indietro.
Il conflitto, se ben gestito, non è un fattore negativo, anzi può
portare dei cambiamenti positivi all'interno del gruppo attraverso il
confronto tra i membri; se invece viene mal gestito o addirittura
ignorato può sfociare in un atteggiamento negativo che può portare
addirittura allo scioglimento del gruppo stesso.
La minoranza è composta da tutti quei membri che si trovano in
disaccordo con il resto del gruppo e se è in grado di giocare al meglio
le proprie carte può influenzare il processo decisionale e portare
cambiamenti significativi.
Ci sono ruoli comuni in tutti i gruppi? indubbiamente la figura del
leader, del nuovo arrivato e del capro espiatorio, che ha una funzione
fondamentale nel gruppo poiché permette agli altri membri di risolvere
i propri conflitti interni, proiettandole su di lui.
Il leader più efficiente è l’individuo meglio equipaggiato per aiutare
il gruppo a raggiungere i suoi obiettivi in tale contesto. In un altro
momento o in un altro luogo qualcun altro può emergere come leader. Lo
stile di leadership vede leaders che impartiscono comandi ed esortano i
membri a osservare le regole e ruoli gerarchici; altri che invece danno
e chiedono spiegazioni, consigli, opinioni, creando così una forte
interazione tra i membri dl gruppo.
Il Consiglio d'istituto è un gruppo di lavoro anomalo, perché vede la
compresenza di due leaders, il dirigente scolastico e il presidente del
Consiglio d'istituto, con caratteristiche ben definite: competenza in
materia e rappresentanza dell'istituto l'uno, guida dell'organo di
indirizzo l'altro. Per riequilibrare il sistema, l'unica possibile
soluzione è la formazione mirata del Presidente e degli altri
Consiglieri; una formazione che potrebbe essere svolta gratuitamente
dalle Associazioni professionali e dei genitori, oppure da coloro che
già hanno ricoperto cariche elettive nella scuola.
Ass. Genitori
A.Ge. Toscana
agetoscana@age.it
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