Scuola, iscrizioni al via istituti tecnici in testa
Data: Lunedì, 10 dicembre 2012 ore 07:30:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Il futuro
si decide in anticipo. Chi è all'ultimo anno della scuola media dovrà
indicare in queste settimane che cosa vuol fare: liceo, istituto
tecnico o professionale. Un diploma che ha già accesso al mondo del
lavoro, oppure un passaggio interlocutorio verso l’università? Una
decisione che appare orientata sempre più dal mercato del lavoro, come
rivelano le statistiche. L’ultimo rapporto del Censis, appena diffuso,
conferma che i ragazzi scelgono sempre più percorsi di formazione
tecnica. Sempre secondo il Censis, quasi un’impresa su 4 (il 22,4%)
considera le qualifiche tecniche di alta specializzazione «di difficile
reperimento». Le competenze tecniche, infatti, nel 2011 hanno
riguardato centomila nuovi posti di lavoro, con una crescita a doppia
cifra rispetto ad appena due anni prima (il 15,4%).
LA TENDENZA
A settembre, le iscrizioni nei licei hanno fatto registrare un calo
dell’1,9% sul totale degli studenti, secondo i dati forniti dal
ministero dell’Istruzione, contando il 46,6% degli alunni. L’istruzione
tecnica e professionale è stata scelta da più di uno studente su due
(il 53,4%). Al 2007 gli istituti tecnici e professionali avevano perso
centomila alunni nell'arco di 10 anni. L’etichetta di «scuola di serie
B» è ora quanto mai impropria. E l'emergenza occupazione è stata
decisiva a convincere molti del «valore pratico» di una preparazione
chiavi in mano per il mercato del lavoro.
Una tendenza che probabilmente verrà confermata anche con il prossimo
anno scolastico.
LA SCELTA
E proprio in vista della scelta delle superiori (che andrà fatta tra
gennaio e febbraio) le scuole di tutta Italia si sono organizzate con
giornate di orientamento. «Scuole aperte» anche nel fine settimana nei
mesi di dicembre e gennaio. Genitori e figli possono incontrare i
futuri insegnanti e discutere insieme che cosa fare. Tenendo conto di
tutto: talento, desideri e, appunto, del mercato del lavoro.
Secondo l'Unioncamere, che ha curato con il ministero del Lavoro uno
studio sulle tendenze del mercato, le 407mila assunzioni già
programmate dalle imprese riguarderanno circa 166mila diplomati (il
40,9%), 50mila qualifiche professionali (il 12,3%) e circa 132mila
persone prive di titolo di studio specifico (il 32,3%), mentre la
restante parte (il 14,5%) i laureati. Ragionieri, meccanici e
specializzati nell'indirizzo turistico-alberghiero i diplomi più
richiesti. Per gli indirizzi amministrativo-commerciale, infatti, si
prevedono quasi 40mila posti di lavoro (messi a disposizione dalle
imprese). Mentre per il meccanico più di 15mila e per il
turistico-alberghiero oltre 9mila. Rispetto a 2011, in salita è
l’indirizzo socio-sanitario (con quasi 7mila assunzioni), a scapito
degli informatici e degli elettrotecnici.
Riguardo alle qualifiche professionali: l’indirizzo
turistico-alberghiero è in testa con la previsione di oltre 10mila
assunzioni. A seguire l’indirizzo socio sanitario (circa 8.500 posti di
lavoro), il meccanico (7.600 assunzioni) e quello edile (5.500
opportunità).
Ma c’è un’altra realtà che si sta facendo strada. E’ quella
dell’artigianato che ritorna. In un anno, sono aumentati di 50mila gli
iscritti alla formazione professionale organizzata dalle Regioni. C’è
richiesta di sarti, calzolai, ebanisti, intagliatori di legno. Le
imprese artigiane crescono nonostante la crisi (2% in un anno) con
novità nella green economy e attenzione al mondo delle griffe. Si
risponde alla crisi anche tornando all'antico.
Alessia
Camplone - Ilmessaggero.it
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