L’enigma del sapere
Data: Domenica, 09 dicembre 2012 ore 07:30:00 CET Argomento: Redazione
Iù sàcciu tuttu
Iù sàcciu tuttu,
mi diceva ‘n amicu,
di tutti cosi
sugnu canuscenti.
Da giografia
a li versi di pueti,
a’ la filosofia,
‘nsumma sàcciu tanti cosi.
Iù lu vardai
‘ccu tanta cunsiddirazioni,
e poi ci dissi :
‘ncuminciami a parrari
di chiddu ca non sai!
Questa conversazione, accaduta tanti anni fa, mi aiuta a riflettere e
ad approfondire il tema di questa mia nuova “introspezione”. Credo che
il problema più “oscuro” dell’uomo sia “la presunzione del sapere”! “Si
deve considerare più ignorante chi non sa nulla di una data cosa oppure
chi, sapendone poco e male, presume nondimeno di conoscerla in maniera
adeguata?” Può essere considerato un grand’uomo chi vuole conoscere e
capire tutto, s’innalza al di sopra di ogni cosa, e si erge a sapiente
ed a scopritore dell’universo?
Ma che cosa è il sapere dell’uomo, se è una creatura limitata?
Certo, l’evoluzione della nostra conoscenza, della scienza e della
tecnologia, è sotto gli occhi di tutti, ma il vero sapere, secondo me,
deve essere accompagnato da comportamenti semplici e umili, che solo
gli uomini virtuosi, e di buona volontà, “è dato di avere”!
Avendo la consapevolezza che il nostro sapere non è mai abbastanza e
che non si finisce mai d’imparare, credo che bisogna avere un concetto
“sobrio” di se stessi, sapersi tenere nel proprio ambito, avere una
visione correlato alla dimensione che si occupa. Tutto ciò non vuol
dire di non prodigarsi per migliorare e per apprendere nuove cose, ma
ogni passo deve essere supportato da buon senso ed equilibrio per non
“schizzare” e cadere nella “diabolica ossessione” del ritenere di
sapere “tutto di tutto”!
Ed il sapere deve essere uno stimolo in più per elevare la nostra
“umanità”, e la nostra umiltà, e per contribuire, possibilmente, a
migliorare la qualità della vita della nostra comunità. Solo il sapere
dona sicurezza e forza interiore, solo la conoscenza è la chiave del
futuro!
Ritornando al dialogo con quel mio amico, egli mi diceva, appunto: “Iù
sàcciu tuttu e di ogni cosa sugnu canuscenti”.
E qui sta “il nocciolo” del sapere. Può un individuo raccogliere nella
sua piccola mente tutta la conoscenza del mondo? Questo è il vero
enigma del sapere!
Con la mia “piccola” esperienza di vita, posso solamente dire, a quel
“lontano amico”, che anche nel campo della conoscenza c’è un preciso…
galateo, una “deontologia professionale”, un’etica comportamentale: mai
oltrepassare i limiti e gli ambiti della nostra “umana” conoscenza
terrena! Altrimenti si corre il rischio di “alienare” la nostra
mente e, soprattutto, la nostra coscienza. Molto spesso, nella storia,
abbiamo assistito a veri e propri “orchi del sapere” che tutto hanno
fatto, fuorché fare del bene a se stessi, e all’umanità!
Nel libro di Giobbe, il concetto del sapere dell’uomo, è ampiamente
descritto in diversi capitoli. Giobbe stesso viene rimproverato per
aver fatto “incetta del sapere per lui solo” (Giobbe, 15: 8). Può una
sola persona “accaparrarsi”, in grande quantità, del sapere?
Sempre nel Libro di Giobbe è scritto che la vera sapienza è temere il
Signore (Giobbe, 28: 28), e che il creato che ci circonda, ci può
insegnare molto di più di quello che noi crediamo di sapere e di capire
(Giobbe, 38). “Quello che lui sa è che Dio è per lui” (Salmo, 56: 9).
E col pensiero, ritorno a quel “famoso” dialogo con il mio amico,
“Cominciami a parrari di chiddu ca non sai”, gli risposi…
L’Apostolo Paolo, che non mancava certo di conoscenza, invita tutti ad
avere una visione sobria di se stessi, a non aspirare ad un’idea “più
alta” di quella che è “giusto” avere (Lettera ai Romani, Cap. 12, 3).
Un concetto sobrio di noi, significa, quindi, avere una giusta opinione
di noi stessi, affinché non ci “innalziamo”, solo così possiamo essere
utili e mettere le nostre capacità al servizio degli altri.
Per non fare la fine di Icaro che, per compiere un improbabile volo
intorno al mondo, precipitò, rovinosamente, verso il basso!
D’altronde, come disse Platone, “sappiamo solo di non sapere”!
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it
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