Anche il Pdl si schiera con l’Anief: i precari della scuola vanno assunti
Data: Mercoledì, 05 dicembre 2012 ore 08:00:00 CET Argomento: Sindacati
Importante presa
di posizione dell'eurodeputata del Pdl Erminia Mazzoni, durante un
dibattito sulla scuola italiana tenuto alla Commissione Petizioni del
Parlamento Ue: l’Italia ignora totalmente la direttiva comunitaria
1999/70/CE ed in questo modo continua a rimanere “al di fuori della
normativa comunitaria”. È giunta l’ora che l’Unione europea intervenga
“per ripristinare la legalità”. La battaglia per salvaguardare il
diritto all’assunzione dei precari non ha colori politici: dopo diversi
deputati della sinistra, anche i rappresentanti dello schieramento
opposto si schierano con l’Anief per interrompere la piaga dell’abuso
dei contratti a tempo determinato nella scuola italiana. Oggi a
sostenerlo chiaramente è stata l'eurodeputata del Pdl Erminia Mazzoni
durante un dibattito sulla scuola italiana tenuto alla Commissione
Petizioni del Parlamento Ue presieduta dalla stessa Mazzoni.
L’eurodeputata ha ricordato, come sostiene da tempo l’Anief, che
l’Italia ignora totalmente la direttiva comunitaria 1999/70/CE, secondo
cui il personale che ha svolto oltre 36 mesi di lavoro negli ultimi 5
anni va automaticamente assunto a tempo indeterminato: in questo modo
il nostro Paese, ha sottolineato Mazzoni, continua a rimanere “al di
fuori della normativa comunitaria” ed è quindi giunta l’ora che
l’Unione europea intervenga “per ripristinare la legalità”. L’Anief
tiene a precisare che proprio in questi giorni la Commissione dell’Ue è
stata informata di questa ingiustizia tutta italiana. A farlo è stato
Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la
scuola, che è volato a Bruxelles e a Strasburgo proprio per depositare
una circostanziata denuncia del sindacato per la reiterata violazione
dell’Italia della direttiva comunitaria 1999/70 e annunciare l’arrivo,
sul tavolo della Commissione, di migliaia di denunce sottoscritte dai
precari docenti e Ata della scuola italiana. Pacifico dichiara che “a
questo punto lo Stato italiano rischia davvero di incorrere in condanne
milionarie. Dovrà quindi obbligatoriamente rivedere le sue spese. E
assegnare, perché costretto, le sue risorse alla stabilizzazione del
personale deputato al normale funzionamento della macchina
amministrativa piuttosto che ai costi della politica”. Evidentemente la
messa in mora dell’Italia in merito alla procedura 2124/10 relativa al
personale non docente della scuola non è bastata. “I parlamentari
italiani sanno bene che adottare una deroga a questa direttiva, come
accaduto attraverso la legge 106/11, non può essere la soluzione al
problema. Continuare ad imporre le ragioni economiche e ad ignorare lo
stato di diritto dell’Unione e dei suoi cittadini - conclude Pacifico -
non è più giustificabile”.
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