Alla scuola serve più orientamento
Data: Sabato, 01 dicembre 2012 ore 09:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
La crisi sta
cambiando le scelte dei ragazzi. Ci si iscrive meno all'università e
usciti dalla scuola si punta subito a un impiego stabile (e non importa
se poco coerente con il percorso di studi fatto). L'indagine sui
diplomati 2012 realizzata da AlmaDiploma, che verrà presentata oggi al
ministero dell'Istruzione, mette in luce almeno due aspetti, su cui
riflettere. Il primo è che il 42% dei neo diplomati è pentito del
percorso di scuola superiore fatto; e c'è una quota di indecisi troppo
alta (16%). E ciò si ripercuote sull'università: al primo anno si perde
per strada il 18% delle matricole. L'Italia non può più permettersi un
simile spreco di risorse umane; e ha ragione il ministro Profumo a
voler anticipare l'attività di orientamento prima della fine della
scuola superiore. Per aiutare i ragazzi a capire bene la strada da
intraprendere, senza perdere tempo prezioso. C'è poi da capire perchè
il 24% dei neo diplomati, se potesse tornare indietro, compirebbe studi
che preparino meglio al mondo del lavoro. Di qui l'importanza di
rivedere l'offerta formativa, rivalutando, in particolare, gli istituti
tecnici e professionali, che rappresentano anche i settori in cui è più
forte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Con aziende che
cercano, ma non trovano. Eppure negli indirizzi tecnici il 35% dei
diplomati intervistati da AlmaDiploma vorrebbe solo lavorare, una
percentuale che sale addirittura al 53% nei percorsi professionali. C'è
da annodare, e meglio, filiere produttive e filiere formative; e
trovare forme di collaborazioni più strette tra scuola, università e
mondo del lavoro. Per ridurre un altro "spread", oggi soprattutto non
più tollerabile.
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